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Attanasio: Bonfrisco, con suo un team impersonava un messaggero credibile per portare avanti sfide di estrema complessità

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Iacovacci-Attanasio-Milambo

Iacovacci-Attanasio-Milambo

L’eurodeputata alla cerimonia alla sala Sassoli per commemorare l’Ambasciatore e la sua scorta: “formazione continua e esperienza fondamentali per salvare tutte le missioni”

“Oggi onoriamo la memoria, la vita e il lavoro dell’ambasciatore Luca Attanasio, del carabiniere scelto Vittorio Iacovacci e dell’autista del Programma alimentare mondiale Mustapha Milambo, uccisi in un agguato in Congo il 22 febbraio 2021”. Lo ha detto l’eurodeputata Cinzia Bonfrisco, intervenendo alla cerimonia per commemorare le vittime dell’agguato avvenuto in Congo tre anni fa, che si è svolta presso la sala David Sassoli dello spazio Esperienza Europa di Roma del Parlamento Europeo. Alla cerimonia hanno partecipato anche i familiari dell’ambasciatore Attanasio.

“In quelle terre ricche di biodiversità e di materie prime come poche al mondo, ma anche di decine di milioni di congolesi sfollati e ridotti alla fame – ha proseguito Bonfrisco – Attanasio, Iacovacci e Milambo stavano svolgendo un compito semplice e difficile allo stesso tempo: alleviare sofferenze, portare aiuto, speranza di sopravvivere alla guerra o alle crisi, speranza di poter vivere meglio un domani, instaurando fiducia, costruendo legami umani e comunque, un futuro migliore per tutti. Una vita la loro, dedicata a dar attuazione, nei rispettivi ambiti e compiti di lavoro, alla politica estera, alla politica della cooperazione e sviluppo, e degli aiuti umanitari. Tanti filoni accomunati da una unica missione: stabilità, sviluppo, progresso, comprensione reciproca, cooperazione e pace tra le nazioni”.

Bonfrisco ha quindi evidenziato che “Il ricordo delle loro vite ci aiuta a riflettere sullo stato delle relazioni internazionali ai nostri giorni, giunte a un punto di rottura. Cambiamenti profondi senza precedenti nella storia dell’umanità che mettono a fuoco quanto sia cruciale avere un continente africano che sia un partner affidabile, sicuro, e sviluppato, dove la gente possa vivere godendo dei diritti fondamentali, sociali, economici e politici. L’Africa è il nostro vicino più prossimo e l’Unione europea deve aiutarla a liberarsi da questa forma continuamente disumana, violenta e dinamica di insicurezza, fatta di mal governo, corruzione, radicalizzazione, mancanza di istruzione, colpi di stato, dittature, e dall’effetto negativo e amplificatore del cambiamento climatico. Occorre mostrare soprattutto ai giovani africani che sono possibili nuovi modi di vivere più stabili, più partecipativi e inclusivi”.

Bonfrisco ha definito quello formato da Attanasio, Iacovacci e Milambo come “un team che impersonava un messaggero credibile e ricordarli oggi ci dà l’opportunità di riflettere sulla missione della politica estera e della cooperazione nel 21° secolo.  Quale missione? Quali strumenti? Ci sono davvero di fronte a noi sfide immense e di estrema complessità. Pensiamo per un attimo all’ambiente in cui operavano, la Repubblica Democratica del Congo, il più vasto paese dell’Africa sub-sahariana, il secondo più grande di tutta l’Africa e l’undicesimo più grande del mondo, dotato di risorse naturali e una biodiversità immense e eccezionali, la seconda foresta pluviale più grande al mondo. Un paese dove però la stragrande maggioranza dei congolesi non beneficia di queste ricchezze, anzi un paese dove una lunga storia di conflitti, crisi politiche e regimi autoritari hanno portato a una grave crisi umanitaria con un altrettanto numero di sfollati tra i più alti al mondo. Una nazione tra le cinque più povere al mondo.  Come possiamo aiutare i congolesi a vivere vite migliori, espandendo la loro partecipazione alla vita pubblica? Come possiamo aiutarli perché accedano alle loro risorse migliorando radicalmente le proprie esistenze? Come possiamo aiutarli a liberarsi dell’accentramento del potere e da tutto il male che gli provoca? Proprio per l’ambiente in cui operavano, la sicurezza e la formazione del personale diplomatico e ausiliario è cruciale”.

“Una delle lezioni fondamentali che possiamo trarre dall’attentato – ha proseguito l’eurodeputata – è quanto sia fondamentale per le organizzazioni internazionali e le rappresentanze diplomatiche e consolari e per le altre agenzie per gli affari esteri e la cooperazione reclutare e continuare ad avere nel tempo i migliori diplomatici di carriera e il miglior staff, addestrandoli continuamente, ospitandoli in strutture sicure e ricompensandoli adeguatamente per il loro servizio. Quando l’attentato si è svolto, nessuno ha avuto il tempo di leggere il manuale per i casi di emergenza e una risposta basata sull’istinto è sempre la prima a emergere. Ecco perché la continua formazione e l’esperienza possono aiutare a salvare la vita di tutta la missione, dagli autisti, al personale di sicurezza, al personale diplomatico, al personale civile” ha concluso Bonfrisco.


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