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La storia della Pepsi che venne scambiata per carri armati sovietici

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LA RUSSIA BARATTA NAVI CON LA PEPSI

Zornas Greco

La storia della Pepsi che venne scambiata per carri armati sovietici è un aneddoto famoso che riguarda un accordo commerciale insolito tra l’Unione Sovietica e la PepsiCo negli anni ’70 e ’80. Tuttavia, va chiarito che il termine “scambiata” è un po’ fuorviante. In realtà, la Pepsi ottenne una flotta di navi da guerra sovietiche, non carri armati, in cambio del suo prodotto.

L’accordo iniziò negli anni ’70, quando PepsiCo divenne una delle prime grandi aziende occidentali ad entrare nel mercato sovietico. Inizialmente, l’URSS non aveva la valuta forte necessaria per acquistare la Pepsi, quindi le due parti si accordarono per un baratto: Pepsi avrebbe fornito il suo concentrato in cambio di vodka sovietica, specificatamente la marca Stolichnaya.

Questo accordo funzionò bene per alcuni anni, ma nei tardi anni ’80, con l’aumento della domanda di Pepsi in URSS, la compagnia cercò di rinegoziare l’accordo. A quel tempo, l’Unione Sovietica aveva ancora difficoltà a pagare in valuta estera. Di conseguenza, nel 1989, si arrivò a un accordo molto insolito: l’Unione Sovietica avrebbe ceduto a Pepsi una flotta di 17 sottomarini diesel, una fregata, una nave da crociera e alcuni altri vascelli.

Questo trasferimento fece brevemente di PepsiCo la sesta maggiore potenza militare marittima del mondo, almeno sulla carta. Naturalmente, Pepsi non aveva intenzione di mantenere questi vascelli militari. L’azienda li vendette rapidamente a una compagnia svedese per la demolizione, tranne la nave da crociera, che fu venduta separatamente.

La storia è diventata leggendaria come esempio di come le aziende occidentali si adattavano e negoziavano con l’economia e le restrizioni dell’Unione Sovietica durante la Guerra Fredda, e anche come esempio singolare di baratto su larga scala in un’economia globale.


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