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 “Mātram-Tra il gesto e il colore” la mostra personale di pittura di Stefania Rizzo

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Stefania Rizzo

Stefania Rizzo

di Paolo Rausa

Al Must Off Gallery di Lecce, a cura di Paolo Marzano, dal 28 aprile al 26 maggio

Il titolo di questa mostra personale della pittrice Stefania Rizzo, approdata dopo varie vicissitudini europee a Depressa, near Tricase, racchiude più segreti della sua arte, che scopriremo solo vivendo e vedendola di persona al Must Off Gallery, il Museo Storico della Città di Lecce, dal 28 aprile prossimo al 26 maggio. L’inaugurazione il primo giorno, il 28 aprile alle ore  18:00, non perdetevela. E’ lì, in quel momento, la prima tappa della visione e della comprensione dell’arte fugace e menzognera, realistica e alla ricerca della verità racchiusa nel suo animo volubile, insondabile, irrefrenabile, che trasferisce sugli elementi della nostra civiltà, desueti ed emarginati, rivitalizzandoli con la visione di una natura che ritorna centrale, ridipinta con colori vivaci in modo che tutti gli elementi irrefrenabili siano lì davanti ai nostri occhi a informare la materia modellata dall’arte visionaria dell’artista.

Che cos’è Mātram? Il senso di tutte le cose. In/definito come la nostra esistenza che insegue i sogni perennemente con l‘ausilio dell’artista che si fa medium, guaritrice, interprete del volere divino se ce ne fosse bisogno. Ricordo alcune sue opere dipinte già esposte. Di una le dimensioni sono notevoli, mt 3x 1,90. “E’ una scelta. Lo spazio piccolo non mi basta più, – dice – provo il desiderio di espandere i colori e la gestualità su una superficie ampia.” Il titolo è ‘Ordito e trama’: voler tessere la trama della nostra esistenza, fra vittorie e sconfitte. “Mi sento molto libera e vivo nuove sensazioni fra pennellate e spatolate, in orizzontale e verticale”. – prosegue Stefania.

E’ sensazionale il fatto che inconsciamente vengano delle figure: “C’è un occhio che mi guarda, come un super-io.” Un altro quadro ha le dimensioni di cm 70×70 e fa parte della collezione ‘Genesi’. Sono ormai una quindicina e richiamano la nascita del mondo, il trionfo di Chronos sul Caos primigenio. “Ho usato di tutto: stoffe, lamiere arrugginite, rifiuti, combustioni.” La realizzazione diventa processo creativo, dall’oggetto usato e rifiutato fino a risalire alla sua origine, un procedimento inverso, fino alla nudità della materia. Il trittico con papaveri si compone di antiche tavolette con cui le tabacchine pressavano il tabacco secco nelle casse. “Rappresenta la campagna salentina, i nostri colori, rosso, ambiente selvatico, erbe spontanee, una nuova vita, come se rivivessero.” Un’altra è l’anta di una porta, inizi ‘900, con pomello di porcellana. Il procedimento sul legno prevede alcune operazioni preliminari: trattamento con antitarlo, pulizia dalla polvere e dalle incrostazioni del tempo. Scovato in stato di  abbandono, in una campagna, su cui l’artista ha dipinto fiorellini ed erbe selvatiche. Un’imposta di finestra in orizzontale, a tre riquadri con paesaggio marino dipinto richiama le vedute settecentesche. Emozioni più nascoste, interiori. “Colori a olio, olio e smalto misti, acrilico, a volte il colore forte, mi rappresentano. Sono sanguigna!” – confessa la pittrice.

Lavora nel campo artistico da quando aveva 18 anni più o meno. Alcuni decenni di pittura hanno accumulato una produzione notevole: 400/500 paesaggi e circa 200 composizioni astratte. Stefania parte come stilista di moda e realizza abiti da sposa in collaborazione con un laboratorio di Specchia. Il passaggio alla pittura nasce da una insoddisfazione di fondo. Poi compie il grande passo, anche se confessa di non aver mai avuto coraggio. Nata a Zug, in Svizzera cantone tedesco, di mamma friulana, nata in un paesino della provincia di Udine, la nonna di Kiev in Ucraina, figlia di un prete ortodosso. Vi rimase fino ai 18 anni e poi fu mandata a lavorare il Germania dove conobbe un prigioniero di guerra, che sarebbe diventato l’uomo della sua vita. “Mia madre e mio padre – era lui di Depressa – si sono incontrati in Svizzera, entrambi emigranti. Lì sono nata io e ho seguito la loro sorte, rientrando con loro a Depressa nel 1977, dove ho iniziato il mio percorso umano e artistico, ancora controverso come si può notare.” MUST OFF Gallery Museo Storico Città di Lecce, Via Degli Ammirati, 11 dal 28 aprile al 26 maggio 2024. Inaugurazione il 28 aprile alle 18, orario dalle 9 alle 21 – lunedì chiuso. Tel. 0832 241067 – Cell. 338 9981748, email: stefaniarizzo68@gmail.com fb: Stefania Rizzo Painter instagram: stefaniarizzopainter

                                                                                             


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