Mostra fotografica e installazione “Non mi troverai” di A.G. Onofri e G.M. Tosatti dal 17 febbraio al 31 marzo, presso la Fondazione Mudima a Milano
di Serena Rossi
La mostra propone 24 immagini fotografiche della Casa di Gian Maria Tosatti a Napoli abbinate a una corrispondenza epistolare tra il fotografo Onofri e l’artista, traccia un ritratto in assenza di Gian Maria Tosatti, attraverso un’esplorazione singolare e poetica del suo spazio domestico.
Ingresso libero
lun-ven. 11-13 e 14-17.30
a cura di Davide Di Maggio
www.mudima.net
Nell’autunno 2020, tra una quarantena e l’altra, Anton Giulio Onofri è passato un paio di volte per Napoli, invitato a sostare in casa di Gian Maria Tosatti, cui è legato da un sodalizio intellettuale che dura da più di 12 anni. Ma in quei mesi l’artista andava e veniva senza preavviso dall’Ucraina, dove, a Odessa, stava allestendo un episodio del suo progetto Il mio cuore è vuoto come uno specchio, perciò i due non sono riusciti a incontrarsi. Onofri ha così approfittato dell’occasione per aggirarsi tra le stanze dell’appartamento, alla ricerca delle tracce dell’amico. Opere in lavorazione nello studio o appese alle pareti, una fitta libreria, apparecchiature obsolete, fiori e piante, attrezzi, le stoviglie in cucina, gli amati gatti: il suo obiettivo fotografico ha indagato ogni dettaglio per individuare le inquietudini di Gian Maria Tosatti nel cruciale passaggio dei suoi 40 anni, ma anche per restituire l’intensità magnetica delle sue opere sullo sfondo di una Napoli costantemente “nell’aria”. Dalle foto è poi scaturito tra i due amici un dialogo intimo, quasi una confessione, che ha trovato voce in uno scambio epistolare dove emergono i molteplici riferimenti letterari, artistici e cinematografici ad ampio raggio condivisi da entrambi: una convergenza di interessi che è anche e soprattutto, un incontro tra due sensibilità.
La mostra rivela l’amicizia tra i due intellettuali svelando angoli della casa e segreti, gatto a letto, balconi con piante, vedute interne ed esterne, inaspettati muri con macchie di umidità, lenzuola stropicciate, la realtà famigliare è lì fissa e ti fissa, manca solo il soggetto ricercato, l’amico ospite che è ad Odessa nel frattempo per lavoro.
La mostra sui due piani della bella e spaziosa Fondazione Mudima termina con l’installazione di Tosatti al primo piano: stanza vuota bianca e a terra riccioli rosa di croste di terriccio. La vita rosa in soffi a terra. Piccole incrostazioni dolci come caramelle dopo avere scoperto la realtà famigliare addolciscono.