IL PENSIERO MEDITERRANEO

Incontri di Culture sulle sponde del mediterraneo – Rivista Culturale online

Spettacolo Kakuma al Teatro Elfo Puccini di Milano 9.4-14.4.2024 testo e regia Laura Sicignano

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di Serena Rossi

Kakuma, sottotitolo Fishing in the desert, testo e regia Laura Sicignano, con Irene Serini e Susannah Iheme, scene e costumi Guido Fiorato, coreografia Ilenia Romano, musiche Uhuru Republic Raffaele Rebaudengo Filo Q, luci / suono / video Luca Serra, produzione Teatro Nazionale di Genova.

Il Teatro Elfo Puccini offre questo commovente spettacolo dedicato al grande campo profughi africano di Kakuma, nel nord del Kenya a contatto con il Sudan.

Laura Sicignano come aiuto umanitario ci ha passato del tempo e ha voluto comunicarci col Teatro la sua esperienza.

Cosa sono realmente i campi profughi? Come funziona quello di Kakuma, al confine tra Kenya e Sud Sudan? Laura Sicignano ha voluto andare a vedere di persona e al suo ritorno ha voluto fare del palcoscenico il luogo della documentazione e della riflessione, tra musica elettronica e danza.

Ha parlato di destino, di sogni, di vita. Ma anche di guerra, di sofferenza, di fame, di malattie, di sete e di violenza. Insieme a lei una bella e bravissima ballerina dalla pelle scura che ha ballato tanto e bene per tutto lo spettacolo, che dura 1 ora e 10 minuti. Come un animale selvatico da domare, a volte, come fata da osservare e sognare.

Kakuma contiene 270.000 vite, tutti fermi con i loro sogni e i loro destini, quasi sempre non lavorano non fanno niente tutto il giorno, spesso ci sono abusi e violenze, tante famiglie allargate, un uomo in genere può avere 10 figli da una donna poi 8 da un’altra e via così. Tanti i casi di disabilità e non curati, non ci sono nemmeno le biciclette per andare a scuola. Si possono fare ore a piedi con le temperature di 35-45 gradi.

Laura descrive come una delle cose più belle della sua vita spostare dalla sua auto e fare scendere una piccola bimba africana per farla andare a scuola, le dà un passaggio quando riesce. Dice che è bello il vestito colorato, il cielo terso africano blu, la polvere, c’è polvere ovunque, del deserto.

I bambini vanno a scuola con una tazza di plastica dove gli viene servito il pranzo latte e una banana, se saltano la scuola non mangiano. Dopo la pandemia molti hanno abbandonato gli studi.

Una cosa nuovissima è un gruppo di adolescenti che si è inventato lo sport di pescare nelle pozze del Deserto: Fishing in the Desert e riescono davvero a trovare grilli o piccoli pesci da mangiare, sembra assurdo ma si riesce, può essere un bel progetto per il futuro.

Sul palcoscenico a tratti la donna bianca ha combattuto una guerra metaforica e reale con la danzatrice africana nera, si sono lanciate addosso tavoli, sedie e oggetti fino ad avvicinarsi e a fare sì che la Bianca abbia sostenuto la Nera per dei momenti nel ballo.

Sul telo sopra lo schermo sono apparse delle scritte a contornare la storia, su Kukuma, su di noi, finisce dicendo che loro sono sempre troppi e noi mai abbastanza.

Dice Africa +400% e noi +10%

ballo
scena di cura
scena di sala
finale

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