IL PENSIERO MEDITERRANEO

Incontri di Culture sulle sponde del mediterraneo – Rivista Culturale online

“Saturae”, di Paolo Vincenti. Presentazione giovedì 16 giugno ’22 ore 19.30

locandina presentazione Saturae di Paolo Vincenti

Sarà presentata, giovedì 16 giugno 2022 alle ore 19.30, presso il Fondo Verri di Lecce, l’ultima opera di Paolo Vincenti, un raro e prezioso libretto dal titolo Saturae.

Si tratta, come scrive Anna Stomeo, di un “inequivocabile ed esplicito richiamo a un genere letterario tanto antico quanto immortale, con il quale i Classici Romani (da Lucilio a Orazio) e ancora prima i Classici Greci (da Archiloco ad Ipponatte), hanno lasciato ai posteri una grande lezione di realismo, di ironia e, diremmo oggi, di resilienza, nei confronti delle contraddizioni del quotidiano, delle ingiustizie e delle deviazioni del vivere civile. 

Paolo Vincenti, con un personale stile colto e sarcastico, si ispira ai Classici con dovizia di citazioni e acuti riferimenti, per sferzare con le sue esilaranti Saturae personaggi e situazioni del mondo di oggi. E lo fa con risultati eccellenti, non solo sul piano della scrittura, ma anche della performance e del teatro. Senza infingimenti e ipocrisie, trascinando il lettore-spettatore in un vortice di piacevoli e spassose considerazioni e riflessioni”.

Un appuntamento da non perdere, tra Classici e Teatro, tra riflessione ed ironia.

Ad introdurre la serata, l’attore Piero Rapanà, a dialogare con l’autore il professor Cosimo Loré, medico legale e criminologo, direttore del gruppo di ricerca Scienze Forensi.

NOTA DEL COMMENTATORE Gianluca Virgilio

Come io mi sia trovato nelle vesti del commentatore delle poesie satiriche di Paolo Vincenti è cosa che dà da pensare innanzitutto a me. Lo farò in questa breve nota introduttiva. Infatti, la materia delle poesia è tale che urge spendervi qualche parola per mettere in chiaro i presupposti, l’occasione e le implicazioni del commento che l’accompagna.
I presupposti sono riassumibili nell’amicizia decennale che mi unisce a Paolo. Conosco il suo lavoro indefesso, la sua ricerca spasmodica in tutte le direzioni, la sua inquietudine vitale. A tutto questo ho sempre guardato con meraviglia e con favore, come il vulcanologo guarda da lontano l’eruzione di un vulcano che sempre lo stupisce e certifica che la Terra è un pianeta vivente.

Paolo è instancabile e prolifico quant’altri mai, ma è nato in un secolo in cui i poeti sono di gran lunga più numerosi dei lettori, e quindi ogni voce naufraga nell’oceano della poesia contemporanea o forse di questo è solo una più o meno piccola onda, che increspa per un breve momento la superfice dell’acqua e poi dilegua. In queste poesie Paolo è uno tsunami! Oh, se anche non fosse destino di uno tsunami alla fine rifluire…

L’occasione si è presentata un giorno dell’estate scorsa, quando Paolo mi ha manifestato lo scontento per il fatto che la sua poesia satirica non fosse capita nei riferimenti letterari, nelle allusioni poetiche, in quella che i critici chiamano intertestualità. Cercava un classicista che rivelasse quanto il profano, cioè chi è digiuno di cultura classica antica, non poteva capire. Ora, io non sono certo un filologo classico e neanche moderno, sono solo un amico di Paolo che ha fatto i suoi studi non sistematici, tali da mettermi nelle condizioni di capire un testo poetico, quando non sia troppo astruso. E Paolo, astruso certo non è! Semmai in queste poesie satiriche Paolo è irriconoscibile.

Frequentandolo, ho apprezzato il suo buon umore, la sua riservatezza, la sua capacità di interloquire con uomini e donne su un piano di civiltà, la sua gentilezza, il suo autocontrollo. Tutto il contrario si mostra in queste poesie! Qui egli (ma è proprio lui?) è spesso di malumore, pieno di ubbie e di risentimenti, maldicente, misantropo e misogino, scurrile e inaffidabile, assolutamente privo di quel Super io che fa di ognuno di noi un uomo civile. E allora, come stanno le cose?

Paolo è un caso patologico di paziente affetto da un grave disturbo bipolare, un dottor Jekyll e mister Hayde, oppure…? Oppure è un caso letterario, cioè uno scrittore che ha inventato un personaggio e la sua storia? Leggendo le poesie di Paolo, dati i presupposti e l’occasione, mi sono convinto – lascio agli altri giudicare se a ragione o a torto – che le implicazioni dell’opera necessitavano di un commento che ne mettesse in luce la letterarietà.

Il mio commento si fonda sulla scommessa che si possa predicare del personaggio presente in queste poesie, ch’io chiamo il Satirico, quello che Flaubert ha detto di Madame Bovary: Madame Bovary c’est moi. Solo se si accetta questa scommessa, il lettore ha il diritto di leggere questo libro; viceversa ha il dovere di cestinarlo, perché in esso ci sono solo malumori, maldicenze, scurrilità, e tutto quanto si può riassumere nel politicamente scorretto.

Al di là dei riferimenti dotti, che il lettore di media cultura antica probabilmente individuerebbe anche senza il mio commento, conta che nella palude del mondo letterario attuale qualcuno abbia tirato una pietra, che certo non farà del male, cadendo in acqua, ma di sicuro la muoverà, suscitando critiche, altri malumori e maldicenze, chissà! Il gioco letterario è anche questo e la finzione di cui si avvale non può farne a meno. Come accade a qualunque scrittore che si rispetti, Paolo Vincenti esce di scena, dunque, e al suo posto nasce il Satirico con le sue bizze che ne fanno un novello Gonzalo Pirobutirro salentino.
E così, dietro la satira, la cognizione del dolore…

Del Satirico si potrà dire tutto il male che si vuole, ma si dovrà riconoscere, alla fine, che ha avuto le sue
buone ragioni per inveire contro gli uomini e per non cedere a quanti avrebbero preferito il suo silenzio.

Separatore di testo
Rivista online Il Pensiero Mediterraneo - Redazioni all'estero: Atene - Parigi - America Latina. Redazioni in Italia: Ancona - BAT - Catania - Cuneo - Firenze - Genova - Lecce - Marsala - Milano - Palermo - Roma - Trieste. Copyright © All rights reserved. | Newsphere by AF themes.