IL PENSIERO MEDITERRANEO

Incontri di Culture sulle sponde del mediterraneo – Rivista Culturale online

Eugenio Maccagnani ed il germe dell’arte 

Statua di Vittorio EmanueleII realizzata dallo scultore Eugenio Maccagnani

di Giorgio Mantovano

Monumento a Vittorio Emanuele II (1889)

Correva l’anno 1889 quando il monumento in bronzo, che vediamo in foto, fu inaugurato da Umberto I, tra festeggiamenti in pompa magna,  con la città di Lecce letteralmente in delirio.

Lo realizzò un giovane scultore leccese, si chiamava Eugenio Maccagnani.

Nato nel 1852,  aveva lavorato, giovanissimo, nella bottega dello zio Antonio, celebre statuario di santi in cartapesta. Non aveva alcuna voglia di studiare o scrivere, lo racconterà poi lui stesso, felice, invece, di modellare figure di culto. 

Eugenio possedeva la vocazione ed il talento per la scultura. Un giorno, ottenuto dal Consiglio provinciale di Terra d’Otranto un modesto sussidio per la durata di sei anni, si trasferì a Roma, dove frequentò l’Accademia di San Luca e lo studio dello scultore Ercole Rosa. 

Il suo genio artistico emerse subito. Nel 1878 partecipò all’Esposizione universale di Parigi con «due busti in terracotta con piedistalli in marmo», che ottennero una menzione d’onore, trionfando nel 1880 all’Esposizione nazionale di Torino.

Negli anni successivi conseguì numerosi premi e riconoscimenti di assoluto prestigio. Tra le molteplici opere fu importante la sua attività per il Vittoriano sotto la direzione del progettista Giuseppe Sacconi. 

Sono suoi i dieci busti in marmo presenti nella Villa comunale di Lecce, dedicati a: Giuseppe Garibaldi (1887-88); Francesco Milizia, Giulio Cesare Vanini e  Giuseppe Palmieri (1888); Oronzo Massa,  Leonardo Prato e Re Tancredi (1889); Pietro Siciliani (1890), Antonio Galateo e Scipione Ammirato. 

A questi si aggiunsero i busti di Giuseppe Libertini, Giuseppe Pisanelli e Antonio Panzera. Poi, negli anni successivi, quello di Giuseppe Pellegrino, ed il monumento a Gaetano Brunetti (1922),  andato distrutto durante la seconda guerra mondiale. 

La sua produzione artistica, impossibile da menzionare in questa sede, fu imponente e tante furono le occasioni espositive, dall’Esposizione universale di Melbourne (1880) all’Esposizione nazionale di Milano (1881), dall’Esposizione internazionale di Monaco (1883) all’Esposizione nazionale di Bologna (1888), Londra (1888) e Parigi (1889).

Così Eugenio scriveva, nel 1906, ad Onorato Roux :

“Ricordo come un sogno, che persone della mia famiglia condussero me bambino, in casa di un mio zio, Antonio Maccagnani, celebre statuario di santi in cartapesta. Appena entrai nello studio, rimasi assai impressionato da una piccola testa di santo, in creta, che mio zio aveva messo a seccare dentro un braciere. L’ebbi sempre innanzi agli occhi; quella visione mi tormentò, e da quel momento sentii in me il germe dell’Arte; sentì in me prepotente il sentimento che poi si sviluppò, quando mi diedi ad essa definitivamente”.

La morte lo colse nella capitale il 19 marzo 1930 e fu sepolto nel cimitero di Lecce. 

Penso spesso al suo genio quando mi accade di passeggiare nella Villa comunale. Nell’osservare quei busti, realizzati con tanto amore, mi rendo conto che Eugenio Maccagnani fu un grande leccese nel mondo.

Separatore di testo

Rivista online Il Pensiero Mediterraneo - Redazioni all'estero: Atene - Parigi - America Latina. Redazioni in Italia: Ancona - BAT - Catania - Cuneo - Firenze - Genova - Lecce - Marsala - Milano - Palermo - Roma - Trieste. Copyright © All rights reserved. | Newsphere by AF themes.