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IA: Seeweb pubblica il Libro Bianco con le misure per sviluppare il settore europeo e colmare il gap con le Big Tech

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Seeweb

Baldassarra:  L’Italia deve creare sistemi che consentano di mantenere il controllo dei propri dati

Frosinone, 21 Maggio 2024 – Seeweb avvia il confronto con tutti gli stakeholder interessati allo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale pubblicando sul proprio sito – nella sezione blog – il Libro Bianco “L’economia dei dati nell’intelligenza artificiale – Una guida per combattere le diseguaglianze industriali contro ogni esternalità economica e sociale”. Il testo – presentato in anteprima nel corso dell’evento che l’azienda ha organizzato ad aprile a Roma – ha infatti l’obiettivo di fare il punto sull’evoluzione dell’industria italiana ed europea; di evidenziare le criticità che hanno determinato un forte ritardo rispetto alle Big Tech: e, soprattutto, di sollecitare l’adozione di una serie di misure, ora che l’Italia con la delega al governo, e l’Ue con l’AI Act, vogliono tracciare il perimetro del settore.

“L’intelligenza artificiale è l’innovazione del secolo – sottolinea Antonio Baldassarra, Ceo di Seeweb, azienda italiana con Data Center nel Lazio e nella Lombardia e impegnata nel fornire infrastrutture per l’Intelligenza Artificiale. – Avremo a che fare con IA e Machine Learning non solo nei prossimi mesi, ma per molto tempo ancora, e come Sistema Italia non possiamo lasciarci sfuggire l’occasione di creare un ecosistema in grado di renderla un’opportunità. L’Italia deve contribuire a creare sistemi che consentano di mantenere il controllo dei propri dati: dati sensibili e dati strategici che con una Private AI saranno tutelati e che rimarranno di proprietà dell’azienda e dell’organizzazione”.

La delega al governo italiano e l’AI Act europeo possono rappresentare allo stesso tempo un volano o un freno per il settore. Secondo Baldassarra, tuttavia, il nodo fondamentale non è come i legislatori calibrano gli interventi, ma come reagiscono le aziende e gli altri soggetti che utilizzano l’AI. “Se la domanda si mostra attenta alle esigenze che Italia e Ue intendono tutelare, allora le imprese europee si troveranno in una posizione di vantaggio, dal momento che si saranno già adeguate a quelle norme. In caso contrario – sottolinea il Ceo di Seeweb – si troveranno a dover competere con player internazionali che non sono tenuti a rispettare quelle regole, e questo non farà che aumentare il ritardo”.

Tra le varie proposte contenute nel Libro Bianco, Seeweb chiede quindi di garantire l’accesso ai dati di input per allenare sistemi di Intelligenza Artificiale; dare maggiori poteri alle Autorità Antitrust per prevenire concentrazioni, acquisizioni di start-up AI e altri fenomeni che alterano la concorrenza; impedire che si creino posizioni dominanti sui mercati ancillari; favorire una commessa pubblica che consenta alle aziende italiane della filiera di crescere; introdurre nei programmi delle materie STEM anche lo studio dei sistemi dominanti italiani, in lingua italiana, di fornitori italiani.

L’azienda sottolinea che lo sviluppo del settore contribuirebbe a arginare la fuga dei cervelli, un fattore che sta aumentando fortemente il gap con gli altri Paesi. “Solamente garantendo uno sviluppo industriale ed una adeguata formazione – si legge nel Libro Bianco – si potranno minimizzare le esternalità negative che portano anche fenomeni di ‘brain drain’, ovvero di fuga dei cervelli e minimizzare gli impatti sul mondo del lavoro”. Allo stesso tempo però è fondamentale che le facoltà STEM organizzino corsi anche sui sistemi sviluppati dalle imprese italiane, di modo che gli studenti non conoscano solamente quelli delle Big Tech.

“La Commessa Pubblica – sottolinea però il Ceo di Seeweb – deve impegnarsi a sostenere le aziende italiane affinché abbiano un supporto adeguato in queste nuove sfide. Al momento, invece, in nome dell’ottimizzazione sta in qualche modo scavalcando la realtà industriale, soprattutto italiana, ma anche europea. E di conseguenza – conclude Baldassarra – abbiamo una commessa pubblica finanziata grazie ai soldi del contribuente, ma che non si riflette sulla crescita industriale del Paese. È decisamente un’anomalia”.


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