IL PENSIERO MEDITERRANEO

Incontri di Culture sulle sponde del mediterraneo – Rivista Culturale online

“Il segreto del Monte. Una indagine condotta dal vicequestore aggiunto Alessandro Giangiacomo” del salentino Edoardo Micati

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di Paolo Rausa

Ecco la nuova avventura poliziesca di Edoardo Micati che trova le premesse nel suo precedente romanzo del 2015 dal titolo ‘La profezia di Ibn al Farrà’. Che cosa era accaduto Edoardo lo narrava con dovizia di particolari, un racconto esaltante ricco di colpi di scena avvenuti nel corso della storia salentina che coinvolge Raimondello Orsini del Balzo e la straordinaria meraviglia della basilica di Santa Caterina d’Alessandria, realizzata a Galatina (Le) tra il 1369 e il 1391 e completata dalla moglie, la principessa Maria d’Enghien, e poi dal figlio Giovanni Antonio Orsini Del Balzo.

Un grande monumento all’arte romanica con all’interno sulle pareti  una ricca decorazione pittorica di maestranze della scuola giottesca e senese. Edoardo Micati proviene da una famiglia siciliana traferitasi a Lecce che mercanteggiava in stoffe, lungo la penisola salentina e con sede nel capoluogo. Questa attività ambulante lo ha portato a contatto con innumerevoli famiglie alle prese della dote richiesta per maritare le figlie. In che modo convincerle della qualità straordinaria dei tessuti, lenzuola, coperte, intimo, ecc. che esponeva? Con la parola, insistente, dolce, convincente e persuasiva.  

Con il passare degli anni e la cessazione delle sue attività commerciali, quella disposizione dell’animo non gli è venuta meno e si è espressa nella scrittura. Non uno, ma cinque romanzi con questo ha scritto: ‘L’isola sulla terra’ nel 2013, ‘La profezia di Ibn Al Farrà’ di cui questo è il seguito, nel 2015, ‘Il fuoco dolce’ nel 2017 e ‘Bryan Light nell’Isola sulla Terra’ nel 2021. Che cosa unisce tutti questi racconti lunghi/romanzi polizieschi? I luoghi innanzitutto, il suo Salento, anche se acquisito, con il paese formicolante di personaggi locali di Scarfagnano, che si dilata sino a comprendere il Mediterraneo, la sponda siciliana, quella tunisina e maltese. Il tempo è quello rinascimentale che si collega idealmente al presente e trova riferimenti nelle opere geniali dell’arte e della potenza difensiva nei castelli come quello di Acaya.

Gli avvenimenti che si susseguono sono collegati a storie di dame e cavalieri ma anche a masnadieri e truffatori, come questo Inb Al Farrà, che fa della sua attività magica uno strumento per turlupinare il popolo che è attratto dalla magia e dal mistero di una setta religiosa, che fa del serpente il suo simbolo. Credo con riferimento al serpente biblico tentatore, che qui assume l’aspetto e la velenosità della vipera. Ibn Al Farrà fu finalmente preso e messo al rogo per porre fine al suo delirio di onnipotenza e al malaffare, ma prima di prendere fuoco lanciò una profezia di rovina e di morte. Per un caso fortuito viene scoperta una sepoltura ipogea nella chiesa di Acaya, una fortezza concepita nel 1506 da Alfonso nei pressi di Lecce e completata dal figlio Giangiacomo nel 1535, che mette in relazione il vicequestore aggiunto Alessandro Giangiacomo con il suo avo dello stesso nome che nel 1414 aveva intrapreso un viaggio in Sicilia.

Il memoriale delle loro disavventure era conservato in una scatola di ferro accanto alle tombe deposte sotto il pavimento della chiesa, che custodivano i corpi, guarniti di damaschi, broccati e di armi, delle dame e dei cavalieri che avevano intrapreso il viaggio attraverso il mare Mediterraneo infestato dai pirati e dalle galee turche. Queste vicende si incrociano con quelle del principe Raimondo Orsini del Balzo, sepolto nella cattedrale di Taranto e della principessa di Lecce Maria d’Enghien. Per scoprire i responsabili delle morti misteriose che si susseguono, il vice questore aggiunto dovrà ricostruire il filo della storia criminale di questa setta fino ai nostri giorni, funestati dagli attentati a Tunisi al Museo del Bardo e sulla spiaggia dove i terroristi dell’Isis seminarono la morte uccidendo 39 turisti. “Ora, nel 2015, ben 601 anni dopo il 1414, si ritrovano di fronte i buoni e i cattivi di allora.

Da una parte i discendenti dei Farrà, dall’altra Abu Faris, un Giangiacomo e un Dienici. Sarà la resa finale?”, scrive Edoardo Micati. Questo lo scopriremo leggendo il romanzo, entusiasmante come sempre, che ci terrà con il fiato sospeso sino alla fine. Ultimato da Edoardo Micati il 10 agosto 2022 e stampato da Amazon Italia Logistica srl, Torrazza Piemonte (No), pp. 150, € 12,00.

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