IL PENSIERO MEDITERRANEO

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LA CASA DEGLI SPIRITI DI ISABEL ALLENDE

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locandina film

di Francesco Abate

La casa degli spiriti è il primo romanzo pubblicato dalla scrittrice peruviana naturalizzata statunitense Isabel Allende, un capolavoro di realismo magico che nel 1993 ha ispirato l’omonimo film diretto da Bille August e interpretato da attori del calibro di Jeremy Irons, Meryl Streep, Glenn Close, Winona Ryder e Antonio Banderas.

La casa degli spiriti è un romanzo di contrapposizioni: alle idee innovative del socialismo si oppone lo stagnante e prepotente capitalismo, alla generazione vecchia di Esteban Trueba si oppone la libertà di giovani come Blanca e Pedro Terzo Garcia, al carattere duro ed irruente di Esteban si contrappone la mite dolcezza di sua moglie Clara, ed il vento di giustizia portato dalla vittoria elettorale di Salvador Allende si scontra con la cieca violenza dei capitalisti prima e dei militari poi.

La storia della famiglia Trueba, a partire da Esteban fino a sua nipote Alba, attraversa la storia del Cile, compresi i duri e sanguinosi anni del golpe militare. Le vicende di questa famiglia sono perturbazioni, spesso temporali, causati dagli incontri e dagli scontri di personaggi molto diversi tra loro. 

Esteban Trueba è un capitalista capace, che riesce ad avere successo e sviluppa l’arroganza tipica di chi crede di essersi fatto da solo senza però considerare di aver avuto, a differenza di tanti altri, un’opportunità di farcela. Esteban è infatti capace di riportare ai fasti di un tempo la tenuta ereditata dalla madre partendo da una situazione disastrosa, questo lo spinge a ritenersi migliore dei contadini, che giudica incapaci di autogestirsi, senza mai portarlo a chiedersi cosa sarebbe stato di lui se non avesse avuto la proprietà di una tenuta da cui cominciare. Esteban produce e si arricchisce, e più si arricchisce più diventa arrogante, un perfetto esempio di capitalista, convinto di poter disporre liberamente non solo delle proprietà e delle cose, ma anche delle persone; finché non si sposa con Clara, sfoga i suoi impulsi sessuali abusando delle giovani contadine del suo podere. Le persone per lui sono oggetti, da usare a proprio piacimento, ma questa sua arroganza lo porta a creare una delle fonti principali del dolore che lo tormenterà in futuro: Esteban Garcia, il figlio della prima donna di cui il padrone abusa. Esteban Garcia cresce vedendo la miseria della propria famiglia e mettendola continuamente in relazione con gli agi in cui vivono i figli legittimi di Esteban Trueba, diventa perciò consapevole che la sua condizione di sofferenza non nasce da una colpa commessa, ma da un torto subito, e questo senso di ingiustizia finisce per incattivirlo. Esteban Garcia cresce con l’ossessione per Alba, vuole distruggerla a tutti i costi, punirla perché lei ha quello che a lui non è stato concesso, e ci va vicino quando nel corso della dittatura militare la ritrova come prigioniera politica. 

Contrapposta alla solidità, al cinismo ed all’egoismo di Esteban Trueba, c’è sua moglie Clara, l’elemento spirituale della famiglia, la quale è in grado di comunicare con gli spiriti e di esercitare la telecinesi, vivendo quasi più a contatto con le entità ultrasensibili che con quelle sensibili. Il suo spirito così distaccato dalle cose materiali, quindi così diametralmente opposto a quello del marito, porta nella famiglia quella ventata di aria fresca che origina Blanca. La figlia primogenita, Blanca Trueba, sebbene educata dal padre come una perfetta borghese, devia dalla strada tracciata per lei grazie all’amore per il contadino Pedro Terzo Garcia; sebbene resti attaccata ai privilegi di casta in cui è cresciuta, si avvicina di più alle sorti dei derelitti e questo, unito all’amore per Pedro Terzo, la porta ad un continuo ed aspro contrasto col padre.

Dall’unione tra Blanca e Pedro Terzo Garcia nasce Alba, la quale perfeziona il cambio ideologico e generazionale rispetto al nonno Esteban. Alba è giovane, sin da subito vicina ai ribelli socialisti, e non esita ad aiutare i perseguitati politici quando viene instaurata la dittatura militare. Il nonno, sebbene così diverso da lei, le vuole molto bene, ma la sua colpa antica finisce per causarle enormi sofferenze quando Esteban Garcia, avendola agli arresti, ne abusa senza pietà con l’intento di distruggerla.

La grandezza de La casa degli spiriti sta anche nei personaggi che possiamo definire minori. Ferula, sorella di Esteban Trueba, vive la giovinezza dedicandosi alla cura della madre malata, non riesce perciò a provare mai il vero amore; quando incontra Clara, e comincia a prendersene cura, sviluppa per lei un’ossessione morbosa, quasi un innamoramento, e per questo entra in contrasto col fratello, che non può certo tollerare che qualcuno aneli alla sua proprietà. Ci sono poi Jaime e Nicolas, figli minori di Esteban e Clara, i quali crescono insieme ma finiscono per prendere strade diametralmente opposte: il primo, medico socialista, rimane fedele ad Allende e per questo finisce torturato e ucciso, il secondo invece diventa capo di un’improbabile setta e va a vivere all’estero.

Tutto questo excursus sui personaggi già da solo basterebbe a far capire l’immensità dell’opera. Eppure questo romanzo non è solo lo scontro di modi di essere e di pensare, di caratteri e di idee politiche, è soprattutto una fotografia dell’evoluzione della società sudamericana. Nelle pagine iniziali leggiamo di un paese dominato da padroni senza scrupoli, possessori dei beni e delle persone, e immerso nelle atmosfere fatate delle superstizioni, con spiriti ed eventi soprannaturali di ogni tipo. Questo Cile ingiusto e fatato lentamente si spegne, viene prima scosso dall’ascesa del socialismo e poi sferzato dal golpe militare: crollano le vecchie classi dominanti, che finiscono per non contare più niente (quando sua nipote Alba viene arrestata, Trueba viene trattato come un vecchio rimbambito nonostante abbia dato lui impulso al rovesciamento di Allende); col passare degli anni sparisce anche la magia, infatti Clara vive più tra gli spiriti che tra i vivi, sua figlia Blanca ha un potere molto più limitato e addirittura la nipote Alba non lo manifesta mai. 

Le figure di Esteban Trueba ed Esteban Garcia, così diverse tra loro, impongono al lettore anche una seria e molto attuale riflessione sullo stupro. L’abuso del corpo delle donne che i due fanno mostra un concetto che oggi molti dimenticano, o fingono di dimenticare: lo stupro non è un atto sessuale, è un atto violento. Esteban Trueba non stupra le donne, ma stupra le contadine, questo perché esercita un diritto di possesso che ritiene naturale; Esteban Garcia, invece, stupra Alba non perché ne sia attratto, ma perché vuole distruggerla, fare qualcosa che sia peggio di ucciderla. In un caso lo stupro è perciò un atto di prepotenza sul corpo di un essere ritenuto inferiore, la cui inferiorità è marcata proprio attraverso l’abuso, nell’altro è un colpo inferto per uccidere. Sebbene dovrebbe essere un’ovvietà, oggi molti tendono a confondere l’abuso sessuale con un impulso sessuale incontrollato (complici i media di regime) e questo porta al successo di soluzioni tanto assurde quanto illogiche come la castrazione chimica. Chi stupra non è un uomo particolarmente eccitato, è solo un violento privo di empatia e rispetto, e come tale va trattato dalla giustizia; il problema degli abusi sessuali non si risolve di certo vendicandosi degli stupratori con un atto altrettanto violento (la castrazione), questo perché giustizia e vendetta sono due concetti contrastanti.

La casa degli spiriti, come è tipico del realismo magico, narra la realtà decorandola con brillanti manifestazioni metafisiche.

Francesco Abate


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