IL PENSIERO MEDITERRANEO

Incontri di Culture sulle sponde del mediterraneo – Rivista Culturale online

La Relazione tra Etica, Spiritualità e Maturità Individuale e Collettiva

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Pace nel mondo

Pace nel mondo

di Vittorio Patuanella

Uno dei valori fondanti della visione di pace di Universal Peace Federation è la consapevolezza dell’importanza della spiritualità per la vita, la maturità di cuore e di carattere di ognuno di noi e per diventare costruttori di pace. Per questo motivo abbiamo promosso una serie di incontri per riflettere su un modello di promozione umana che armonizzi la crescita materiale, sociale e conoscitiva, con quella etica e spirituale della persona e della società.

Presentati dalla dottoressa Enza Pennino, moderatrice, sono intervenuti Tenzin Khentse, Monaco Buddista Tibetano;

t, Monaco della Chiesa Melchita Greco-Cattolica.“ La società attuale è ancora vittima della vecchia divisione illuminista che indicava ciòche è laico come reale, vero, e declassava la religione e la spiritualità a credenze, miti eillusioni” ,ha spiegato Tenzin Khentsein apertura dei lavori. Per il monaco i principi etici universali, propri di tuttele religioni e tradizioni spirituali, spiegati da grandi maestri, saggi, filosofi, ma anche da artisti, poeti e letterati, si fondano sulla saggezza esperienziale di ciò che è utile e benefico per l’uomo e per tutto l’esistente.

“A causa del-la nostra incapacità a scegliere e perseguire ciò che è veramente benefico, abbiamo preso una direzione opposta”. “La convinzione che la vera felicità risieda esclusivamente in un’esistenza basata sui sensi, il denaro, il potere e il possesso dei beni materiali ha por-tato alle guerre, alla fame e alla distruzione dell’ecosistema”, ha spiegato. Questo tempo storico è chiamato “Era delle cinque degenerazioni”, dal buddhismo, ma lo identifica come il migliore perla pratica spirituale. Secondo Tenzin Khentse è la dimostrazione del col-lasso di un sistema che ha privilegiato l’opposto della natura umana, la quale ricerca l’equilibrio dentro e fuori di sé, riappropriandosi dei valori etici fondamentali di pace, amore, com-passione, empatia, generosità e altruismo. Ha proseguito parlando di due insegnamenti universali e molto pratici del Buddha. Il primo è che tutti vogliono vivere in pace e felicemente e nessuno vuole difficoltà e sofferenza; il secondo è l’interdipendenza, perla quale tutti dipendiamo gli uni dagli altri, concetto mediato dall’osserva-zione dell’esistenza e della natura del-le cose.“Di conseguenza danneggiare gli altri o l’ambiente significa nuocere a sé stessi. Una saggezza che l’uomo ha negato, nella ricerca di far prevalere la propria visione politica, religiosa e i propri interessi, conquistando altri popoli, sfruttandoli e schiavizzandoli”. Secondo il relatore viviamo in un mondo dove non esiste condivisione, ma l’inaccettabile differenza fra la ricchezza di pochissimi e la fame di molti

Questa situazione “è un’offesa per l ’umanità, conseguenza di una logica e un’economia che porta al suicidio della convivenza civile”. Concludendo ha ricordato che “le nostre azioni ,il nostro modo di pensare, le nostre aspira-zioni, le preghiere, la pace nei nostri cuori, sono un efficace contrappeso a questa deriva. Unendoci con altri che sentono l’umanità come una famiglia e il pianeta come una madre generosa, possiamo concretamente fare qualcosa di buono”. Per Don Cottini“ sono la spiritualità e l’etica a definire il grado di maturità di una persona, di una comunità, di un popolo edi una religione”. Riferendosi al Primo Testamento ha citato il Libro dei Pro-verbi, dedicato alla formazione della persona, dove si intrecciano inestricabilmente etica e spiritualità.“ La crescita personale è basata sulla composizione armonica tra questi due valori- ha spie-gato -dove la prima è espressa dall’equità, dalla giustizia e dalla rettitudine; la seconda dal timore del Signore, all’interno del quale l’etica trova il suo giusto posto”.Mi-rando alla crescita dei ragazzi e esortandoli a diventare saggi, i Proverbi propongono un’etica dall’esterno per modellare, con la partecipazione dei soggetti, ciò che è già insito nel cuore umano e che necessita solo di essere sgrezzato. Sempre il discorso paterno sapienziale, rivolgendosi ai giovani, mette in guardia dai comportamenti morali disdicevoli. Regole che troviamo anche nel decalogo etico – sintesi della Torah, letteralmente “Istruzione” – che hanno lo scopo di favorire la crescita armoniosa della personae di sviluppare la convivenza civile. Negli Atti degli Apostoli, ha spiegato, si proclama che Dio“ non fa preferenze di persone, ma accoglie chi lo teme e praticala giustizia, a qualunque nazione appartenga”. Don Cottini ha poi osservato che “nella spiritualità ebraico cristiana l’autolimitazione per una realizza-zione matura della coscienza deriva dalla percezione creaturale. L’uomo non è Dio, ma sua creatura, chiamata a realizzarsi nella consapevolezza della dipendenza dal Crea-tore”. Ha poi analizzato il significa-to di perfezione cristiana, che “non è assenza di difetti, assoluto dominio di sé e assenza di pulsioni, ma la disponibilità a farsi discepoli di Cristo. È libertà da ogni vincolo schiavizzante, da ogni idolo, come quello della ricchezza per seguire l’uomo delle beatitudini, le quali descrivono le caratteristiche per raggiungere la felicità, una libertà meravigliosa, serena e totale, fino al punto di amare i nemici”. Ha citato San Paolo che nelle Lettere fissa i termini di cosa significhi essere cristiani e le conseguenze etiche della scelta libera di “essere in Cristo”. In conclusione, ha affermato,“ per la crescita personale che è determinata dalla spiritualità e dall’etica basta e avanza la regola d’oro di fare agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te, presente in tutte le grandi religioni”.“ Desidero iniziare il mio intervento citando un versetto del Salmo 8:‘OSignore, Signore nostro, quanto è grande il Tuo nome su tutta la terra! Voglio innalzare sopra i cieli la tua magnificenza…”.Dopo questa lettura, Padre Frant, riferendosi alle parole del salmo si è chiesto: “ Perchè Dio è grande? Per-ché è il nostro Creatore che ci ha creato a Sua immagine e somiglianza. Ciha fatti liberi, perché Dio è amore che un atto libero e gratuito. Amore è la parola chiave che ancora oggi può parlare al mondo”. Ha proseguito ricordando che in origine l’uomo vive-va in armonia con Dio e la creazione, ma dopo la caduta è stato allontanato dal Paradiso terrestre. Da quel momento è iniziato il suo cammino alla ricerca di Dio, e quello del Creato-re per riabbracciare la Sua creatura, come nella parabola del Padre misericordioso. Citando sant’ Agostino e san Paolo ha messo in evidenza la condizione dell’uomo, tormentato, in cerca del senso della sua esistenza e bisognoso d’aiuto nella sua ricerca di Dio. Ha ricordato il consiglio di Don Dossetti, suo padre spirituale:“ Se vuoi salire verso Dio devi scendere come il piccolo Zaccheo del Vangelo, che per vedere Gesù era salito su un albero a Gerico. Il Signore gli disse: Scendi perché voglio entrare a casa tua. Se vuoi salire scendi nell’umiltà e accogli Dio che vuole entrare in te per festeggiare e testimoniare la Sua gloria e il Suo amore”. Per padre Frant quindi siamo chiama-ti a testimoniare l’amore di Dio con la nostra vita e a santificare il Suo nome.“ Noi chiamiamo Dio Padre, perchè ci ama incondizionatamente e ci vuole salva-re. In Lui, non c’è vendetta, ma amore misericordioso, che perdona”. Ha citato San Giovanni che nella sua Lettera scrive:“ Non siamo stati noi ad amare Dio, ma è Lui che ha amato noi e ha mandato Suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati”. Da qui inizia il nostro percorso spirituale – ha spiegato il monaco-“lasciandoci amare da Dio che è nostro Padre. Se hai sperimentato l’amore paterno

di Dio puoi riconoscerlo come il padre di tutti e ogni uomo diventa tuo fratello. Il suo comandamento è che chi lo ama, ami anche il fratello”. Ha chiarito cosa significa concretamente “santificare il nome di Dio”, la richiesta contenuta nel Padre Nostro. Vuol dire portare il suo Regno sulla terra mettendo in pratica la Preghiera Semplice di San Francesco e vivendo secondo lo spirito delle beatitudini – il manuale dell’etica cristiana – che porta alla perfetta letizia. Ha terminato leggendo l’Inno alla Cari-tà di San Paolo, e citando la frase di Sant’ Agostino:“ La misura dell’amore è amare senza misura”. Con queste riflessioni, l’incontro ha toccato profondamente i temi dell’etica e della spiritualità. L’incontro si è concluso con una lunga sessione di domande e risposte con la quale i partecipanti hanno potuto approfondire ulteriormente i temi dell’incontro.

FONTE:

IMAP NEWS

Associazione Internazionale Media per la Pace

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