IL PENSIERO MEDITERRANEO

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Miscellanea attorno al mondo della lirica. Capitolo 2: FERDINANDO DANI

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Ferdinando Dani che dirige. Foto presa dal sito della banda di Cornaredo

di Emilio Spedicato

In questa sezione consideriamo una varietà di persone interessate al mondo della lirica anche se non in funzione del canto o della direzione, salvo due soprani, Akiko Sawayama ed Egle Valbonesi, che non sono apparsi nella sezione precedente STELLE DELLA LIRICA in quanto la prima è molto giovane ed ai primi inizi di carriera, la seconda ha dovuto rinunciare per i casi della vita ad una possibile importante carriera, ritornando tuttavia a cantare ad un’età quando molte avevano già smesso.
Per leggere il capitolo 1: https://www.ilpensieromediterraneo.it/miscellanea-attorno-al-mondo-della-lirica-capitolo-1-arcuno-pietropaolo-anita/

Quanti segreti conoscerai a Casa Verdi?

Ho conosciuto Ferdinando Dani in una cena a casa del soprano Franca Fabbri.
Ferdinando è un musicista che lavora alla Casa Verdi di Milano, la bella struttura con le tombe di Giuseppe Verdi e della moglie Giuseppina Strepponi, che ospita un centinaio di musicisti anziani (alcuni di età prossima ai cento anni). Sono anche ospitati in un’ala speciale giovani stranieri che studiano a Milano (fra i quali trovai la brasiliana che tradusse in portoghese i miei articoli su Toscanini e la Olivero, ora disponibili in 25 lingue). E’ ben noto che Verdi, che aveva perso i due figli avuti dalla prima moglie Barezzi e non ne ebbe dalla Strepponi, era molto generoso e pensò di costruire una casa per musicisti anziani e bisognosi. Il criterio del bisogno economico non è ora importante, ma l’ esistenza di una struttura dove persone che hanno avuto un grande ruolo nel campo musicale (come cantanti, solisti, orchestrali, direttori….) possano passare l’ultima parte della vita con persone di simili interessi artistici, è un illuminato mecenatismo di Giuseppe Verdi, non solo grande compositore e musicista, ma uomo di alta maturità e moralità.

La Casa Verdi si trova vicino alla vecchia Fiera di Milano (ora spostata dove era la vecchia raffineria di Pero, vicino a Rho); questa zona era ancora periferica quando fu costruita un centinaio di anni fa. E’ un edificio in stile d’epoca, recentemente rinnovato. Gli ospiti hanno stanze singole bene arredate, a volte anche delle suites. Possono avere i pasti in un’ elegante saletta. Hanno una biblioteca e locali con strumenti musicali, in particolare pianoforti. Qui gli ospiti che vogliano possono insegnare. Ricordo le lezioni del soprano Vasta, artista in possesso ad oltre ottanta anni di una bellissima voce. Ammirai la sua voce dal timbro stupendo durante una messa in ricordo di Giuseppe di Stefano, organizzata dalla giornalista Valeria Pedemonte nella chiesa di Montù Beccaria. Occasionalmente si organizzano importanti concerti, fra i quali ho ascoltato il saggio degli studenti dell’ Accademia della Scala. Studenti da molti paesi, Italia, Corea, Giappone, Cina, Russia o Ucraina, Germania…. e ricordo la meravigliosa voce di un basso italiano, Marco Spotti, allievo di Carlo Bergonzi.

Ferdinando Dani svolge un ruolo importante alla Casa Verdi, ed è inoltre direttore di bande musicali nella zona milanese.  Originario di Salò, ha studiato ai conservatori di Brescia e di Vicenza. E’ un pianista di notevole livello. Ha seguito per vari anni i corsi a Monaco di Baviera di Sergiu Celibidache, il geniale direttore d’orchestra rumeno dalla vastissima cultura musicale. E’ noto che una grande carriera nel campo musicale è destino per pochi, che uniscano alle necessarie alte qualità musicali  l’occasione di incontri fortunati. Dopo un lavoro di scarso interesse, Ferdinando è stato assunto alla Casa Verdi. Qui è una guida informatissima ed avvincente dei gruppi di visitatori e svolge musicoterapia nei confronti degli ospiti anziani e bisognosi. 

Ferdinando, che ha passato da non molto la cinquantina, è nato in una famiglia dove la musica era praticata a livello amatoriale. Il nonno materno suonava il clarinetto, uno zio il basso tuba, la mamma aveva studiato violino, il nonno materno pianoforte.  Entra in conservatorio a undici anni, si diploma a fine degli anni ottanta, specializzandosi in fagotto e pianoforte. Non ha un buon giudizio dei suoi insegnanti, cosa che ho riscontrato con altri, causa i criteri per l’ assunzione dei docenti dei conservatori che non privilegiano sempre la qualità.  

Pur non avendo studiato direzione, a 22 anni inizia a dirigere la banda di Vobarno, paese fra Brescia e Salò. Insegna poi educazione musicale alle scuole medie, e studia musicoterapia a Milano ottenendo un diploma riconosciuto dalle ASL.  Lavora quindi undici anni come musico terapeuta in un centro riabilitativo per bambini psicotici e autistici. E’ una attività complessa, con aspetti interdisciplinari, ma il centro, gestito male dal responsabile, fallisce, e lui si trova senza lavoro.  Passa un anno disoccupato, salvo saltuarie lezioni di pianoforte, infine ha l’idea di sfruttare la sua competenza in musicoterapia nelle case di riposo, applicandola a pazienti affetti da Alzheimer, e così gli si aprono le porte della Casa Verdi. 

Osserva che la musicoterapia opera differentemente a seconda delle tipologie dei pazienti, e che generalmente produce effetti positivi. Gli autistici tendono a comporre musica basata sui loro ritmi interni. La memoria di coloro che sono affetti da Alzheimer può essere in parte risvegliata dalla musica ascoltata, ad esempio alcuni ascoltando motivi al pianoforte dei quali non ricordano le parole sono in grado di cantarli con le parole corrette.

Ricorda il fenomenale Celibidache, direttore della Filarmonica di Monaco,  le cui lezioni avevano una forte componente filosofica, basata su uno sviluppo delle idee di Usserl, nell’ ambito di una teoria sul suono e gli epifenomeni. Celibidache era filosofo, matematico, parlava dieci lingue, era stato assistente di Furtwängler.  Seguì le sue lezioni fra il 1987 e il 1995.  E’ ora alla casa Verdi da tre anni. E da lui so della presenza nella Casa di Veronica Kleiber, la figlia del grande Erich e sorella di Carlos, che, seguendo il padre, mai rilascia interviste, e quindi dice inizialmente di no ad una mia richiesta. Ma poi trovo il modo di farle cambiare idea, e apparirà quindi spero in un mio prossimo libro.

Ha continuato in questi anni a dirigere bande paesane, in particolare quelle di Cornaredo, Vignate, Trezzano sul Naviglio. Sono bande esistenti anche da oltre un secolo, con un’importante ruolo per la diffusione della musica sinfonica e lirica fra la popolazione generale, impossibilitata per motivi economici o culturali ad accedere ai grandi teatri. Vi suonano persone di ogni età, molti i giovani, a Vignate circa la metà, a Cornaredo di età fra i 14 e i 25 anni…. L’organico delle orchestre varia fra i 25 e i 50 membri, l’impegno per la preparazione dei concerti è significativo, con due prove alla settimana. Gli orchestrali, e lui come direttore, operano a titolo assolutamente volontario.

E’ stato con una banda in tournée in Romania, con concerti sia a Bucarest che a Craiova, trasmessi dalla radio, dopo la caduta di Ceausescu. Le bande hanno un vasto repertorio, oltre a quello classico, suonando autori moderni (Rota, Piovani, Morricone), brani folkloristici ed anche composizioni originali per fiati.

Ferdinando nota un grande interesse da parte del pubblico, forse dipendente dalla migliorata qualità interpretativa della sua orchestra.  Ho avuto occasione di ascoltarlo con la banda di Cornaredo alla Casa Verdi e devo dire che raramente ho sentito un’orchestra così ricca di colore ed espressività. Una esperienza affascinante ben al di là delle aspettative.

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