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Santa Cecilia. Tra musica, arte e tradizione.

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Santa Cecilia. Tra musica, arte e tradizione.
Santa Cecilia. Tra musica, arte e tradizione.
Simon Vouet, Santa Cecilia, 1625, olio su tela, cm 134,1 × 98,2 cm, Blanton Museo d'Arte, Austin, Texas.
Simon Vouet, Santa Cecilia, 1625, olio su tela, cm 134,1 × 98,2 cm, Blanton Museo d’Arte, Austin, Texas.

Mentre gli studiosi, nel suo giorno, tra pittule (o pettole) e pioggia, discutono sulla veridicità dell’esistenza di Cecilia, la Santa sopravvive nel pantheon cristiano come, patrona della musica e dei suoi cultori.

Difatti, al momento della revisione del calendario dei santi titolari delle basiliche romane, solo la memoria di Santa Cecilia è rimasta alla data tradizionale, il 22 novembre, ritenuto dies natalis della Santa.

Introduzione

Nell’ambito della storiografia riguardante i numerosi martiri della chiesa cristiana delle origini, e in particolare della figura austera di Santa Cecilia, le fonti ecclesiastiche e storiche sono decisamente scarse, perché molto è legato all’oralità che viene enfatizzata e maneggiata a seconda dei tempi e delle epoche. L’unica fonte cui è possibile fare affidamento è la leggendaria storia della Passio Sancta Caeciliae, redatta intorno al V secolo.

In essa sono infatti narrate le origini familiari di Cecilia, l’educazione religiosa cristiana, il fidanzamento e il matrimonio con un giovane patrizio di nome Valeriano, di cultura pagana. Ed è proprio da questi ultimi racconti leggendari, che vanno a mistificare l’immagine della Santa, i quali ne sottolineano le qualità di fermezza e purezza cristiana, oltre che preannunciare il forte prestigio che avrà successivamente Cecilia, soprattutto grazie all’importante influenza iconografica e architettonica dedicatole.

Santa Cecilia: pagana o cristiana?

Santa Cecilia. Tra musica, arte e tradizione.
Chiesa di Santa Cecilia a Roma (Trastevere)

A testimoniare la presenza storica ceciliana, seppur sia difficile stabilire l’affidabilità, ci sono due fonti: il titulus basilicale, antichissimo e sicuramente anteriore all’età di Costantino (periodo in cui la santa era già celebrata nella sua basilica di Trastevere) e la già citata Passio Sancta Caeciliae, un testo più letterario che storico, il quale attribuisce a Cecilia numerose vicende drammatiche, poi terminate con la morte della santa dopo tre giorni di passione.

La devozione per la santa romana a Trastevere, ove sorge il luogo originario del suo culto, si intreccia con quella di un’antica divinità laziale, quella di Bona Dea Oclata, alla quale, in epoca imperiale era dedicato un santuario, proprio in prossimità della basilica attuale.

Questa divinità pagana era considerata guardiana della castità femminile, e veniva, inoltre, adorata come dea della fecondità e della guarigione, in particolare delle malattie legate alla vista.

Cecilia sinonimo di luce

Tali tratti pagani, secondo lo studioso Thomas Connolly, si ritroverebbero nella figura di Cecilia: difatti, secondo la liturgia antica, in Cecilia risiede l’immagine della sapiente, come intermediaria tra la conoscenza divina e il sapere umano: caratteristica suggerita anche dal nome stesso, caecilia, legata alla luce del sapere divino, in quanto sacerdotessa, Sibilla e vergine, quindi figura musicale privilegiata a godere dell’armonia divina.

I due temi fondamentali della vista e dell’udito si ritrovano nell’antico rito celebrativo di Cecilia: lo dimostra la frase “Audi, filia, et vide, e inclina aurem tuam” contenuta nel responsorio solenne che veniva recitato nel giorno della festa della santa.

Anche nella Passio Sanctae Caeciliae sono contenuti numerosi riferimenti alla visione, alla luce e alla sapienza divina (altro aspetto condiviso con Bona Dea Oclata), virtus che in Cecilia si manifesta quando, con la forza della propria eloquenza, converte numerosissime persone; caratteristica che, in ambito iconografico, porterà a raffigurare la santa seduta su un trono, a volte con una penna o un libro in mano.

Santa Cecilia: tra intrecci archeologici e religiosi

Secondo la leggenda, il rogo e la decapitazione avvengono nel calidarium della casa di Cecilia; difatti, resti di un bagno termale sono stati incorporati nella basilica di Trastevere, in un luogo che era, dapprima, probabilmente la cappella dell’oratorio di Cecilia. Quindi, la scelta di una sede così singolare per l’esecuzione rimanda essa pure, a sovrapposizioni e intersezioni con la figura di Bona Dea e i luoghi a lei dedicati.

E probabile che il bagno si estendesse, al di fuori della basilica, in direzione del sacello dedicato a Bona Dea; appare verosimile infatti, che la narrazione della Passio riprenda e ordini elementi di culti e leggende popolari fioriti attorno a questo luogo, in cui una divinità pagana e una santa cristiana si sono dapprima sovrapposte e succedute.

La leggenda

La leggenda di Santa Cecilia si sviluppa con notevole ritardo rispetto all’epoca in cui si sono consolidate e trascritte le cronache di altri santi martiri, riprese poi, dalla Legenda Aurea (1481) di Jacopo da Varagine.

Il testo si suddivide sostanzialmente in due parti: nella prima, sono raccontate le nozze della Santa, la conversione del marito e del cognato Tiburzio; nella seconda sezione, invece, vengono raccontati i processi, le condanne e le morti violente dei tre protagonisti.

Cecilia, nobildonna di fede cristiana, venne promessa in sposa al giovane Valeriano, di fede pagana. Celebrate le nozze e rimasta sola con il suo sposo, Cecilia, gli rivelò che un angelo vegliava su di lei e sulla sua verginità. Valeriano chiese pertanto dimostrazione, ma Cecilia spiegò che solo dopo esser stato purificato dal sacramento del battesimo avrebbe potuto vedere l’angelo. Valeriano, venne battezzato, e mentre osservava Cecilia in preghiera, vide un angelo con in mano due corone di fiori per i due sposi.

Notando l’intenso profumo di fiori e compresa l’origine divina, anche Tiburzio, fratello di Valeriano, si converte.

Santa Cecilia. Tra musica, arte e tradizione.
Stefano Maderno, Santa Cecilia, marmo, 1600, chiesta di Santa Cecilia in Trastevere, Roma.
Stefano Maderno, Santa Cecilia, marmo, 1600, chiesta di Santa Cecilia in Trastevere, Roma.

Scoperti, i tre vennero interrogati dal prefetto del tempo, il quale descrisse Tiburzio e Valeriano come diffamatori del paganesimo (e per questo decapitati) e Cecilia come una predicatrice, alla quale spettarono atroci torture.

Dapprima, fu sottoposta al soffocamento nel bagno termale di casa sua, ma sopravvissuta, le venne inflitta la decapitazione. Anche in questo caso, dopo diversi tentativi, Cecilia sopravvisse per altri tre giorni, in quanto il boia non riuscì, a staccarle del tutto la testa dal corpo.

Santa Cecilia patrona della musica

Ma da dove nasce il legame con la musica? La risposta più plausibile a questo quesito, pare essere, quella della errata traduzione e interpretazione, avvenuta nel Medioevo, del passo tratto dalla Passio Sancta Caeciliae che narra la celebrazione delle nozze.

Il brano è l’unico, in tutta la narrazione della vita di Santa Cecilia, a contenere una specifica menzione di attività musicali:

«Venit dies in quo thalamus collocatus est et cantantibus organis illa in corde suo soli Domino decantabat dicens: ”Fiat cor meum et corpus meum immaculatum ut non confundar».

In realtà, i codici più antichi non riportano il verbo cantantibus bensì candentibus organis, ossia “strumenti di tortura arroventati”. Gli “organi”, quindi, non sarebbero affatto strumenti musicali, ma strumenti di tortura, e l’antifona descriverebbe Cecilia che “tra gli strumenti di tortura incandescenti, cantava a Dio nel suo cuore“. L’antifona a questo punto, non si riferirebbe dunque al banchetto di nozze, ma al momento del martirio.

Si racconta infatti che Cecilia, mentre suonavano gli strumenti che accompagnavano i riti nuziali, cantasse a Dio in cuor suo, dando origine nell’immaginario collettivo e in particolare nei campi letterario e iconografico ad un fortunato legame con la musica, il quale si concretizzerà nel XVI secolo, quando verrà proclamata ufficialmente patrona dei musicisti, delle bande e dedicataria dell’omonima Accademia di Roma.

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