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Durch den kamin. Il ‘’mai più’’ artistico di Uccio Biondi in mostra al Castello Dentice di Frasso di Carovigno

È stata inaugurata il 17 luglio, presso il Castello Dentice di Frasso di Carovigno, Durch den kamin. L’arte per ”mai più” l’installazione intermediale dell’artista cegliese Uccio Biondi.

La mostra, promossa dall’Aps Le Colonne, in collaborazione con il Comune di Carovigno, il Laboratorio TASC (Territorio, Arti Visive e Storia dell’Arte Contemporanea) del Dipartimento di Beni Culturali dell’Università del Salento e il Centro Ebraico di Cultura “Torah veZion” di Brindisi, sarà aperta al pubblico sino al 17 marzo 2023.

Durch den kamin. L’arte per ”mai più” la locandina dell’installazione intermediale dell’artista cegliese Uccio Biondi

Un’opera per l’umanità

Al giorno d’oggi si parla tanto di Libertà e di Pace, concetti che inserendoli in un contesto prettamente contemporaneo, teatro di orrori come quelli che abbiamo vissuto dall’alba del ‘900 e ancor prima di esso, risulta difficile dare loro una definizione netta, non tanto per la vastità di declinazioni che esse racchiudono, quanto per tutti quei principi cardini dell’umanità che albergano nell’estensione di significati che rappresentano.
Basti pensare infatti a tutte quelle flessioni, di vitale importanza, che arricchiscono la rosa culturale e sociale dell’uomo e che rispondono a questi due sostantivi.

E proprio in tal senso si inserisce l’opera di Uccio Biondi.

Come scrive, appunto, il curatore della mostra, il professore di arte contemporanea dell’Università del Salento, Massimo Guastella:

«Durch den Kamin è un’installazione che ricalca le modalità applicabili a un luogo scelto per erigere il Memoriale alle vittime di tutte le violenze e per la pace pur non essendolo nella sua esposizione temporanea».

Le innumerevoli pagine della storia contemporanea e non, offrono infatti, spunti sanguinosi, violazioni di principi che per la maggioranza di noi, sono o dovrebbero essere naturali e intaccabili dinanzi ad altre volontà.

Il primo principio che citerò è quello di Eguaglianza. Nel quale si riflettono altri significati facilmente fraintendibili e vulnerabili agli occhi altrui, come ci insegna il passato. Tra questi quelli di individualità e discriminazione.
La Giornata della Memoria, ne è un vivido esempio.
Pensateci bene: Hitler priva i suoi, i nostri simili, della Libertà. Ha reso uomini, donne e bambini
scheletri viventi e polvere. Senza identità alcuna, un numero asettico, freddo al posto di un nome
e un cognome.
L’anonimia designata come uno dei temi fondamentali della corrente filosofica dell’Esistenzialismo, che la descrive come esistenza inautentica, per cui l’uomo, gettato nel mondo tra le cose e gli altri, perderebbe ogni carattere originale ed eccezionale, persino il suo essere umano stesso.
Hitler rende milioni di persone praticamente nessuno. Le annulla.

E Durch den Kamin vuole essere proprio una riflessione concreta, realizzata per mezzo di video e di sculture, affinché dalla tragedia del passato possano essere tratti riferimenti attuali, gettando luce su quegli aspetti privi di rispetto per l’umanità, lontani da regole minime di civiltà e da convivenze socialmente condivise, in cui i popoli soccombono nella sofferenza e nell’indifferenza di tutti.

A tal proposito, risuonano chiare le parole della Presidente dell’Aps Le Colonne, la dottoressa Anna Cinti:

«Nella forte convinzione che l’arte sia significativa espressione della vita e che per sua natura sia fondamentale per riaccendere la memoria collettiva su argomenti dolorosi questo progetto riprende un’importante riflessione della senatrice a vita Liliana Segre: tutti i giorni sono i giorni della memoria».


Non è una rarità infatti, essere spettatori o protagonisti di opere artistiche dedite a denunciare qualsiasi tipologia di luoghi comuni e congetture mentali-culturali che conducono alla discriminazione dell’altro e di conseguenza, ancora una volta, alla privazione della libertà, espressiva, culturale, sessuale, religiosa o politica che sia.
Testimonianze mitigate, ingannevolmente per noi, dal soccorso della Storia, come un’antica strada maestra troppo spesso dimenticata, con i suoi insegnamenti.
Oltre alla triste pagina dell’Olocausto sopra citata, ricordiamo le politiche di segregazione razziale, l’11 settembre del 2001, le guerre del Medio Oriente e tanto altro ancora che viene sottolineato magistralmente dall’opera di Uccio Biondi attraverso le simbologie da lui utilizzate qui, nel vagone della fragile memoria umana.

Chi è Uccio Biondi?

L’artista Uccio Biondi.

Domenico Uccio Biondi nasce a Ceglie Messapica, nella provincia brindisina, nel 1946.

Dal 1973 ad oggi, rappresenta una tra le più eccellenti maestranze artistiche pugliesi.

La sua produzione artistica, ha perseguito e persegue numerose tecniche artistiche: dalle teorie espressionistiche al repertorio visivo aniconico d’ispirazione informale non senza suggestioni materico- gestuali.

Con le mostre di Matera (1999) e di Milano (2000), Biondi segna un nuovo percorso pittorico incentrato sulla introduzione di inserti vili, carte, stoffe, pigmenti, l’uso del carbone e sull’apporto di composizioni scritturali: le Reincartazioni.

Un lavoro, quello di Biondi, che si arricchisce e muta nel tempo.

Dal 2002 le sue Installazioni sotto forma di sculture, diventano simulacri della contemporaneità, una sorta di soluzioni plastiche, messe in scena neopop-concettuali.

Col trascorrere degli anni sperimenta anche Installazioni intermediali, ossia una raffinata combinazione tra video e soluzioni plastiche, corpo e oggetti: Durch den Kamin per il Treno della memoria (2006-07) in cui un video roteante interagisce con tre sculture all’interno di un vagone merci; la Rivoluzione sono io.2 con la performance  Cabaret Paradisiaco dove l’artista dialoga con l’opera di Pino Pascali, per Obiettivo Mediterraneo presso il Castello Carlo v di Lecce (2011).

Ma la poetica artistica di Biondi non si ferma qui.
Infatti l’artista si interessa anche di ricerca teatrale, tanto da fondare e dirigere il collettivo del Teatro della Calce con cui realizza azioni performative di intensa suggestione e mette in scena opere di Witkacy, Attar, Maeterlinck, Groppali, e scritture proprie Calce Viva (1983), Unadiecicentomille nero Vite (2006) e Afa (2007).

Per info e prenotazioni

castellodicarovigno@gmail.com

3791092451

Riferimenti Social

FB: Castello Dentice di Frasso di Carovigno – Musbi

IG: musbicarovigno

Antonella Buttazzo

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