IL PENSIERO MEDITERRANEO

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La figura del gatto e il personaggio de “Il Gatto con gli stivali“: storia, analisi e simbologia di un animale leggendario

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Il gatto con gli stivali

di Fabrizio Manco

“Il Gatto con gli stivali non è mai stato toccato da una lama…..” (1)

Introduzione

Siamo a Dicembre 2022: dopo un anno bellissimo, per il periodo natalizio ci vuole proprio un bel film, per concludere l’anno in bellezza. È un bel film è arrivato puntuale: e ha per protagonista il gatto più amato di sempre: Il Gatto  con gli stivali.  Il film in questione si intitola infatti Il Gatto con gli stivali 2 : l’ultimo desiderio ( 7 Dicembre 2022, DreamWorks Pictures, regia di John Crowford ) . La visione di questo bel film mi ha spronato per scrivere un saggio sulla figura del gatto come animale domestico, che racconta e spiega la sua storia, le sue origini evolutive e il suo impatto nelle fiabe, nelle leggende e nel folclore.

Parte prima:

Storia e origini del Gatto con gli stivali: da Giovanbattista Basile,
Charles Perroult fino alla DreamWorks

“Vuoi vedere una cosa mui fuorte?! “….. (2)

Il personaggio del Gatto con gli stivali della DreamWorks Pictures nasce nella storia del film Shrek. Nel secondo film dedicato all’orco verde, Shrek 2, il Gatto con gli stivali è corrotto dal Re Harold per eliminare Shrek, considerato dal Re non adatto a sua figlia e un ostacolo per il regno. Ma quando il Gatto con gli stivali incontra il simpatico orco verde, dopo una fase di attacco iniziale, lentamente passa dalla parte di quest’ultimo: inizia così l’amicizia tra Shrek e il Gatto con gli stivali, il quale si unisce alla simpatica  banda di amici di Shrek, capeggiata dall’ irresistibile asinello Ciuchino. 

Conosciuto con molti soprannomi, come semplicemente Gatto, Stivali, oppure El  Micho Macho, El Seduttor, El Felino Spadaccino, El Degustator de leche,  è però universalmente noto come Il Gatto con gli stivali.

La sua prima apparizione è in un racconto attribuito a Giovanni Francesco Straparola (1480 – 1550), un novelliere e cantastorie Italiano, il quale scrisse una raccolta di 75 racconti e 75 indovinelli, con il titolo Le piacevoli notti (1550- 1553). Il titolo della fiaba dove compare per la prima volta in forma scritta la storia del Gatto con gli stivali è Costantino Fortunato. La fiaba narra di un giovane contadino povero che diventa ricco grazie alle astuzie e alle furbizie di un gatto magico capace di parlare il linguaggio umano. Non sappiamo con esattezza però, se la storia del Gatto con gli stivali sia stata inventata da Straparola oppure è una rielaborazione di un racconto orale risalente al Medioevo.

Nel racconto popolare di Giovanni Battista Basile (1566 – 1632), contenuto nella raccolta Lo cunto de li cunti (1634/ 1636, Napoli), intitolato Cagliuso , appare per la seconda la figura di un gatto. In questo racconto però si tratta di una gatta, ma il nucleo narrativo rimane lo stesso. Lo cunto de li cunti è una raccolta di racconti popolari di origini molto antiche, probabilmente del Medioevo, che furono trascritti per la prima volta da Giovanni Battista Basile (1566 – 1632) nel suo fantastico Pentamerone, conosciuto al grande pubblico con il titolo in dialetto Napoletano Lo cunto de li cunti (1634/ 1636, Napoli ) .  Si tratta di un grande affresco narrativo composto da cinquanta racconti, il quale costituisce il primo nucleo di alcune delle più belle e conosciute fiabe e favole del mondo. La terza apparizione del Gatto con gli stivali è nella celebre fiaba di Charles Perroult (1628- 1703). La scatola magica di Charles Perroult, composta da undici fiabe, la quale porta il titolo di I racconti di mamma oca, comprende le favole più belle e conosciute del mondo: Pollicino , La bella addormentata nel bosco, Cenerentola, Il gatto con gli stivali, Cappuccetto rosso, Barbablù, i Tre desideri, Pelle d’asino, le due fate….   

nonna che legge la favola ai bambini

Classici intramontabili che attraverso la successiva filtrazione dei fratelli Grimm che le inclusero nella loro raccolta, divennero immortali. La maggior parte delle fiabe e delle favole originali di Perroult e dei fratelli Grimm , sono macabre e piene di oscurità, sono quindi Dionisiache. È stato Walt Disney ha togliere il lato oscuro e macabro e a farle diventare sublimi e Apollinee. Le fiabe, le favole e i racconti popolari, sono state per millenni tramandate in forma orale, e solo successivamente furono scritte. Basile e Perroult furono molto probabilmente i primi autori a riportare sulla carta racconti conosciuti da secoli da generazioni di cantastorie. Il sottotitolo della raccolta di Basile è Lo cunto de li cunti: ovvero lo trattenimiento de peccerille. Ma la raccolta di Basile è conosciuta anche con il titolo di Pentamerone, che sottolinea il fatto che le 50 fiabe sono raccontate da 10 narratori in 5 giornate. La raccolta di Perroult è invece conosciuta anche con il titolo I racconti di mamma oca. Entrambi i titoli sottolineano la destinazione principale di questi racconti: i bambini.  Tuttavia le fiabe e le favole raccontano temi universali e maturi, come la morte e la malvagità che ai bambini possono essere temi leggermente difficili da comprendere.

Il Gatto con gli stivali come metafora dell’abbondanza e della fortuna….

Il personaggio del il Gatto con gli stivali, fa dunque la sua apparizione nei racconti Costantino fortunato contenuto nelle Piacevoli notti di Straparola, e in Cagliuso, contenuto nel Pentamerone di Giambattista Basile. Ma per il vero Gatto con gli stivali dobbiamo aspettare la raccolta di Charles Perroult, nella quale appare per la prima volta con gli stivali indossati. Sia il gatto del racconto Costantino fortunato, sia la gatta del racconto Cagliuso di Basile è il Gatto con gli stivali protagonista della celebre favola di Perroult, sono animali magici apportatori di abbondanza e prosperità materiali.  Nel racconto di Basile, Cagliuso, la gatta porta al protagonista una grande abbondanza di vacche, giumente e campi da coltivare; mentre in Perroult, Il Gatto con gli stivali aiuta il figlio di un povero mugnaio a diventare ricco, benestante e ad aiutarlo nella sua scalata nella società. Il Gatto con gli stivali di Perroult, viene regalato alla morte del mugnaio al figlio come unico lascito: all’inizio il figlio del mugnaio pensava che fosse un regalo inutile. Che cosa te ne puoi fare di un semplice gatto? …. Tuttavia, il gatto si dimostra magico, in grado di parlare e di capire il linguaggio umano. Non solo: ma grazie al gatto, il figlio del mugnaio diventa ricco, sposa una bellissima principessa e ottiene un grandissimo castello. Lo stesso è nel racconto di Straparola. 

Charles Perrault
Scrittore

Il Gatto con gli stivali e’ quindi un animale magico e portatore di abbondanza e prosperità, ricchezza e fortuna a tutte quelle persone che lo hanno in custodia. Tale figura magica e apportatrice di ricchezza e prosperità, si inserisce perfettamente in quel contesto di figure di animali magici e geni magici molto diffusi nella mitologia Celtica e Nordica, ma anche in tutte le culture del mondo. Il Gatto con gli stivali è quindi come un Genio della Lampada, che dona fortuna e ricchezza al suo Aladino. Possiamo affermare a questo punto che Il Gatto con gli stivali è una rappresentazione metaforica dell’universo e delle sue leggi, le quali donano ad ognuno di noi prosperità e abbondanza se solo sappiamo cogliere il giusto collegamento con esse. Il Gatto con gli stivali è quindi un animale totemico, un Ermes che è capace di portare attraverso l’astuzia, la furbizia e l’inganno, benessere materiale e prosperità nel mondo. Molto probabilmente dietro la figura del Gatto con gli stivali, si nasconde un retaggio della venerazione delle specie animali che i popoli preistorici, come già i Neandhertalensis e i Sapiens Sapiens, facevano con diverse specie animali, come l’orso, il lupo, la volpe e il corvo. Da sempre le popolazioni preistoriche, antiche e moderne, hanno comunicato e espresso le metafore e gli insegnamenti della vita attraverso le figure degli animali, come ci insegnano le favole di Esopo (620 – 564 A. C. ) , Fedro ( 20 / 15  A. C. – 50 D. C. )  e Jean De La Fontaine (1621- 1695). A tal proposito voglio accennare ad una raccolta di favole in prosa e in versi Indiana con protagonisti gli animali, dove compare la figura di un gatto saggio e dalle grandi capacità, il quale riesce a inserirsi nel palazzo del Principe: la Pancatantra (Il libro dell’istruzione in cinque parti), forse realizzata tra il Secondo e il Sesto secolo D. C. La figura del Gatto con gli stivali è molto simile a quella di Cenerentola, la quale fiabe compare in diverse versioni di nazionalità ed epoche diverse. La fiaba Cenerentola si trova infatti nell’ antica Cina e nell ‘ antico Egitto.

Il carattere del Gatto con gli stivali è decisamente eroico e coraggioso: inoltre si dimostra molto furbo e astuto. Quando si trova davanti ad in Orco magico, capace di trasformarsi in qualunque cosa, il gatto lo incita a trasformarsi in un topolino: non appena l’Orco magico si trasforma in un topolino, subito il Gatto con gli stivali lo afferra con gli artigli e se lo mangia in un boccone…..

Il Gatto con gli stivali nelle illustrazioni di Gustave Dorè  

Il gatto con gli stivali

Il pittore e incisore Francese Paul Gustave Louis Gustave Cristophe Dorè ( 1832- 1883), ha realizzato incisioni e illustrazioni per le più grandi opere letteraria della storia: dalla Divina Commedia ( 1321)  di Dante Alighieri al Don Chisciotte Della Mancia  ( 1605- 1615)  dal Paradiso Perduto ( 1667 ) di Milton fino alle Fiabe ( 1697 )  di Charles Perroult. Le illustrazioni di Dorè hanno lasciato un segno indelebile nell’ immaginazione del Medioevo, che proprio nelle illustrazioni di Gustave Dorè fa la comparsa per la prima volta un Medioevo magico, caratterizzato da foreste incantate, boschi tenebrosi, creature magiche e incantesimi . È quindi l’immaginario di un universo fantastico Medioevale ,  che tana strada farà nell’ immaginario collettivo del genere Fantasy. 

Proprio nelle illustrazioni delle Fiabe di Charles Perroult, Il Gatto con gli stivali viene raffigurato da Dorè come un moschettiere, o un principe/ spadaccino: stivali, un mantello principesco,  cinturone  per la spada e cappello da moschettiere con una piuma di coda di gallo, collare e due topi predati attaccati al cinturone.  Queste caratteristiche rimangono impresse nell’immaginazione collettiva fino alla rappresentazione della DreamWorks.  Infatti Il Gatto con gli stivali, viene rappresentato dagli autori della DreamWorks molto simile alle illustrazioni del grande incisore e illustratore Francese. Infatti come accennato in precedenza, il personaggio del Gatto con gli stivali, compare con queste caratteristiche nel film della DreamWorks Shrek 2, uscito nel 2004. Inoltre il carattere del Gatto con gli stivali, è un unione molto probabilmente di due personalità: quella di Zorro, personaggio leggendario, e quello di Robin Hood, un personaggio molto probabilmente esistito nel Medioevo.

Tuttavia, le prime illustrazioni in assoluto del Gatto con gli stivali non sono di Dorè, ma molto probabilmente di un autore ignoto o forse dello stesso Perroult, le quali apparvero nelle prime edizioni della raccolta I racconti di mamma oca nel 1695. Si tratta di una scena della fiaba dove il Gatto è intento a minacciare i contadini urlando la frase:

“ Buone genti, quello che falciate appartiene al signor Marchese di Carabas, e voi sarete tutti tritati come carne da macello!” …  

In questa illustrazione di autore ignoto, il gatto è raffigurato con una altezza umana, come se si volesse mettere in risalto il lato e le caratteristiche umane del gatto. Non è la prima volta che un felino viene umanizzato: nella religione degli antichi Egizi come vedremo i gatti erano animali sacri. L’illustrazione di questo autore ignoto fu stampata in tutte le successive edizioni della raccolta di fiabe di Perroult, che tra l’altro si apre proprio con la fiaba del Gatto con gli stivali.  Il fascino di questo animale è immortalato anche dal gande favolista Tedesco di epoca Romantica Ludwig Tieck (1773- 1853), il quale trascrisse le fiabe di Perroult in forma leggermente più ironica, come per nascondere il loro lato oscuro e macabro. 

Personaggi che possono avere influenzato il “Gatto con gli stivali” della DreamWorks

Il personaggio immaginario di Zorro nasce nel 1919, dalla fantasia dello scrittore Nordamericano Johnstone McCulley (1883- 1958), un ufficiale della polizia che scrisse vari racconti con protagonista Zorro, un misterioso cavaliere a cavallo dotato di spada, mantello nero e maschera nera che gli copre metà del viso. Le avventure di Zorro, si svolgono nella California Spagnola (1769- 1821), dove il misterioso cavaliere difende gli abitanti locali dagli attacchi dei governatori e dei capi delle province. Il cavaliere misterioso mascherato chiamato Zorro, ha ispirato molti registi, fumettisti e scrittori, come dimostra per esempio la versione della scrittrice Cilena Isabelle Allende, la quale nel suo romanzo Zorro: l’inizio della leggenda, uscito nel 2005, racconta le misteriose origini del leggendario cavaliere mascherato, unendo magia, storia e leggenda.

Il personaggio di Robin Hood invece, affonda le sue origini nel lontano Pantheon delle divinità Celtiche, gli dei guardiani e protettori dei boschi. Robin Hood, significa Roberto dei boschi, poiché la parola Hood, è in realtà il termine Wood, che sta appunto ad indicare in Inglese il bosco.

La personalità del Gatto con gli stivali della DreamWorks è quindi un insieme di personaggi diversi come Zorro e Robin Hood. Non a caso spesso nei film DreamWorks, il Gatto con gli stivali dopo una grande impresa, lascia il suo marchio con la sua spada. Un gesto simile a quello di Zorro. Il lasciare il segno dopo la riuscita di una grande impresa, è la metafora del lasciare impressa l’immagine di sè. Il Gatto con gli stivali a questo punto può essere anche la rappresentazione simbolica e zoomorfica della propria anima individuale che lascia il segno nel mondo e che scrive la propria storia. È un chiaro esempio del processo di individuazione.

Parte seconda:

Le avventure del  Gatto con gli stivali dopo la favola di Charles Perroult

Dopo le avventure del Catello del Re e dopo aver fatto diventare ricco il suo padrone, il Marchese di Carabas, il Gatto con gli stivali va a spasso per il mondo realizzando molte imprese. Ha molte avventure amorose e sconfigge numerosi avversari. Poi un giorno è addirittura invitato al matrimonio di Aurora, la Bella Addormentata nel bosco, nel quale si fa notare dagli altri personaggi delle fiabe di Perroult, anche loro invitati, per le sue stravaganze e per le sue grandi doti eccentriche.

Nel Paese di molto molto lontano, l’Orco verde Shrek si sposa con la sua Fiona, anche lei un’orchessa. Dopo il matrimonio Fiona vuole fare conoscere Shrek a suo padre e a sua madre, i reggenti di Molto molto lontano, il re Harold e la regina Lilian i quali però non sembrano  gradire molto Shrek. Insieme alla perfida Fata Madrina, il Re Harold decide di eliminare Shrek pagando il Gatto con gli stivali, il quale si ritrova ogni sera insieme a tutti gli altri cattivi delle fiabe e delle favole,  nella locanda La mela avvelenata. Ma quando il Gatto incontra nel bosco Shrek e Ciuchino, dopo una piccola lotta, diventa amico del simpatico orco verde e decide di allearsi con lui.

Insieme a Shrek e Ciuchino, il Gatto con gli stivali si dirige nel laboratorio segreto della perfida Fata Madrina, dove si trovano tutte le pozioni magiche. Shrek infatti vuole rubare una pozione magica per riuscire a fare felice Fiona, convinto che a causa sua, la principessa sia infelice. Nel laboratorio di Fata Madrina, nella stanza dove vengono custodite le pozioni magiche, il Gatto con gli stivali aiuta Shrek e Ciuchino ha prendere il barattolo con la scritta “ Per sempre felici e contenti “. Tuttavia risulta difficile uscire dalla stanza, e dopo avere distrutto tutte le pozioni magiche finalmente i tre amici sono liberi.

La pozione magica che Shrek e Ciuchino bevono contiene anche l’ elisir della bellezza eterna oltre che della felicità. Riparandosi dentro una stalla di una fattoria, Shrek si trasforma in un uomo di bell’aspetto e Ciuchino in un cavallo bianco. Il Gatto con gli stivali resta invece se stesso. Sta qui a mio avviso il principale messaggio del film Shrek 2. Nella stalla i tre amici vengono svegliati da alcune contadinelle che corteggiano Shrek ormai diventato un uomo.

Con queste sembianze Gatto con gli stivali accompagna i suoi amici alla locanda La mela avvelenata, nella quale lui si ritrova spesso. Mentre bevono qualcosa, entrano il Re Harold e la perfida Fata Madrina, la cattiva del film, come ormai si è capito. I tre amici scoprono che il Re Harold è stato da sempre sotto le minacce di Fata Madrina. Inoltre Fata Madrina sta complottando con il Re Harold per fare avere una fiala magica la quale una volta bevuta, farà innamorare Fiona di suo figlio. Il piano di Fata Madrina è proprio quello di fare sposare Fiona con suo figlio. E per fare questo deve eliminare Shrek. Infatti prima Fata Madrina ha fatto credere a Fiona che suo figlio fosse Shrek diventato un uomo grazie alla pozione magica.

Quando il Gatto con gli stivali, Shrek e Ciuchino cercano di fare sabotare il piano di Fata Madrina e del Re Harold, ma sono scoperti e messi in prigione. Aiutati da Pinocchio e dal Lupo di Cappuccetto Rosso, i tre amici riescono a scappare e Shrek escogita un  piano per introdursi nel Castello del Re e della regina, dove Fiona sta per sposare il figlio della perfida Fata Madrina. Facendo realizzare all’ Uomo Focaccina un gigantesco omino di Pan di Zenzero di nome Mongo, Shrek entra nel castello , e con l’aiuto del Gatto con gli stivali che intenerisce la guardie imperiali con i suoi occhioni dolci, i tre riescono ad entrare nel castello e a sabotare la cerimonia. Shrek , ancora con l’aspetto di un essere umano, corre da Fiona per informarla dell’ inganno di Fata Madrina, ma la perfida Fata cerca di fermarlo: il suo obiettivo è di scagliare sulla coppia di Shrek e Fiona un magia potentissima in grado di disintegrarli. Ma mentre il colpo sta andando a segno, il Re Harold lo para trasformandosi in un rospo. Questo era la vera forma de re Harold, il quale fu trasformato in essere umano dalla Fata Madrina per fare sposare suo figlio Azzurro con la principessa Fiona, la quale nacque sia umana che orchessa perché dentro di lei c’è il lato animale e il lato umano. Shrek dice a Fiona che se vuole può farlo rimanere con l’  aspetto umano. Ma lei rifiuta perché vuole che Shrek rimanga ciò che è e non ciò che qualcun altro vuole. Passando la Mezzanotte, Shrek torna di nuovo orco e bacia Fiona, anche lei diventata un orchessa.

Il messaggio e il significato di questa storia è chiaro: non dobbiamo travestirci o trasformarci di altri personaggi, perché noi stessi siamo già completi cosi come siamo. Dobbiamo affrontare la vita essendo noi stessi e seguendo la nostra stella e le nostre caratteristiche. In un mondo e in una società che tende sempre a pubblicizzare personaggi finti che si travestono da ciò che non sono,  la fiaba di Shrek ci insegna che è nel rimanere ciò che siamo che si nasconde la vittoria. Il Gatto con gli stivali infatti è sempre stato se stesso in ogni occasione.

Nella terza favola con protagonista Shrek, Shrek terzo, uscito nel 2007, il Gatto con gli riparte per una nuova avventura nella quale rimane coinvolto per cercare un nuovo re per il regno di Molto molto lontano,  perché Shrek non ha voglia di fare il re. Durante le rocambolesche avventure, il Gatto con gli stivali , in un combattimento di magia , per sbaglio entra nel corpo di Ciuchino, che a sua volta entra nel corpo del Gatto con gli stival. Soltanto con l’intervento di Mago Merlino il Gatto con gli stivali si riappropria del suo vero corpo.

Nella quarta fiaba di Shrek, Shrek : e vissero tutti felici e contenti, film uscito nel 2010, troviamo il Gatto con gli stivali  che vive con Ciuchino, Pinocchio e gli altri protagonisti della favole a casa dell’ Orco verde, che nel frattempo ha avuto degli orchetti con Fiona. Tuttavia Shrek è stanco di quella vita e durante una discussione con Fiona scappa di casa. Mentre è nel bosco da solo,  incontra un nano malefico che gli propone di stringere un patto: il nano è Tremotino,  il quale, avendo ascoltato il litigio di Shrek e Fiona,  gli propone di scambiare un giorno della sua vita da re con quello della sua vita prima di diventare re, quando era un semplice orco. Shrek accetta, ma viene catapultato in un mondo che non riconosce, dove nemmeno i suoi amici sanno chi sia. Quando scova il Gatto con gli stivali, in quella linea temporale diventato obeso, il Gatto si propone di aiutarlo a uscire fuori da questo incubo.

Il Gattocon gli stivali si rivela immune , insieme a Ciuchino, dal potere ipnotico del Pifferaio magico, il quale nel film fa effetto soltanto sugli orchi. Shrek alla fine di questa avventura,  comprende  il valore della vita e impara ad avere gratitudine per ciò che ha. A mio avviso è questo il messaggio del film.

Nel primo dove il Gatto con gli stivali è il protagonista assoluto, si può osservare un Gatto con gli stivali molto simile a Zorro e a Robin Hood negli atteggiamenti. Come ho accennato prima.

Il film del 2011 w diretto da Chris Miller, ricrea la storia del Gatto con gli stivali, staccandosi da quella di Charles Perroult.  La storia del film è ambientata molti anni prima che il Gatto incontrasse Shrek. Il Gatto con gli stivali e’ ritratto  molto simile a Robin Hood, perché rubava per vivere ma era onesto, generoso e molto abile nei combattimenti. Durante la festa notturna di San Ricardo, un fittizio paese spagnolo,  il Gatto si nasconde in una locanda nella quale viene a sapere che due delinquenti vogliono rubare i fagioli magici e raggiungere l’ oca dalle uova d’oro. Tuttavia, mentre cerca di ostacolare i loro piani, il Gatto con gli stivali viene bloccato da Kitty Zampe di velluto, la quale viene affrontata da Gatto attraverso una gara di spada e danze. Kitty zampe di velluto,  è una gatta nera anche lei fuori legge e avventuriera amica di Testa di Uovo, Humpty Dumpty. Attraverso la figura di Humpty Dumpty , viene così riscritta l’ origine e la storia del Gatto con gli stivali .

Infatti Testa di Uovo e Gatto un tempo erano amici. Quando il Gatto con gli stivali era un cucciolo, un forte vento lo fece volare via nel pase di San Ricardo, dove raccolto in un orfanotrofio incontra  Testa di Uovo, con il quale divenne amico. Per vivere rubano alla gente, ma quando Gatto salva dalla furia di un toro della Corrida la madre di un poliziotto, il Gatto diventa improvvisamente popolare e famoso. La padrona adottiva regala al Gatto come premio un paio di stivali: ha inizio così secondo la DreamWorks la leggenda del gatto con gli stivali.  Gli stivali donati sono degli oggetti importanti che fanno parte delle donazioni che ricevono gli eroi. Tutti gli eroi delle fiabe, delle favole e della grande epica come il Fantasy, ricevono sempre come dono degli oggetti che li accompagneranno per tutta la vita. Può essere una spada, un anello magico, una cotta di maglia, un cinturone o un paio di stivali. Il Gatto diventerà eroe solamente con la donazione degli stivali. La donazione degli oggetti all’ eroe rappresenta il rituale di passaggio o il rituale iniziatico grazie al quale l’eroe intraprende la sua strada.  

Humpty Dumpty

Dopo aver ricevuto il dono degli stivali dalla sua padrona Imelda, il Gatto rinasce a nuova vita e smette di fare il ladro, dedicandosi al bene. Ma Humpty Dumpty invece viene continuamente imprigionato per furti e non riceve nessuno aiuto da parte del Gatto con gli stivali. Così fra i due amici si è creato del rancore.

Tuttavia il Gatto con gli stivali decide lo stesso di unirsi a Kitty Zampe di velluto e a Testa di Uovo per prendere i fagioli, ma viene tradito da entrambi i quali lo fanno arrestare. Tutti e tre infatti riescono a prendere i fagioli magici e ad arrivare fino alla casa dell’orco dove si trova l’ oca che depone le uova d’oro, ma tuttavia Humpty Dumpty spiega che il vero pericolo non è l’orco, ormai morto, ma un demone “ Il grande terrore “, la quale in realtà è proprio l’ oca gigante che depone le uova d’oro. La grande oca gigante ha una figlia, la quale anche lei depone le uova d’oro e fu rubata precedentemente per questo motivo. Il Gatto con gli stivali è quando è in prigione che scopre la terribile verità: la grande oca sta per arrivare nel paese di San Ricardo a riprendersi sua figlia. Il Gatto con gli stivali deve fare qualcosa, perché il suo paese è in pericolo. Il Gatto cerca di scappare dalla prigione grazie all’aiuto di Kitty Zampe di velluto. Il Gatto ha in mente di attirare la Grande oca attraverso il ponte in modo da farle avere la figlia.  Ma sarà soltanto con l’aiuto di Humpty Dumpty se la grande oca non distrugge il paese di San Ricardo.  Humpty Dumpty si lascia cadere frantumandosi: si sacrifica per il bene di tutti. Dal guscio esce un uovo d’oro che sale in cielo. Questo passaggio è il simbolo e la metafora della morte e della rinascita.

Il film si conclude con il Gatto con gli stivali ormai diventato un eroe nazionale, anche se considerato ancora un ribelle dalla giustizia.

Il Gatto con gli stivali 2: l’ultimo desiderio (DreamWorks, 2022, regia di Joel  Crowford)  

locandina de Il gatto con gli stivali L'ultimo desiderio

Sono passati circa 11 anni dal primo film sul Gatto con gli stivali. Il secondo film, uscito nel Dicembre 2022, ha il sottotitolo di L’ultimo desiderio.

Abbiamo visto come il Gatto con gli stivali è stato interpretato dai registi e dagli sceneggiatori come un animale guida, un animale magico e protettore, quasi un Daimon antropomorfo nelle espressioni facciali, che incarna perfettamente il lato zoomorfo- sciamanico della vita.

Il film del 2022 inizia con una voce narrante, la quale è proprio quella del Gatto con gli stivali, che racconta di una stella magica capace di fare avverare qualsiasi desiderio. Le prime immagini mostrano una stella cadente, una cometa scintillante che si abbatte sulla terra distruggendosi. Ma mentre si disintegra in mille pezzi, fa nascere un prato fiorito pieno di fiori colorati. A me questa immagine ha molto colpito perché è la rappresentazione sia della Nigredo alchemica che della Morte e Rinascita della materia e della vita. Un accenno si è visto alla fine del primo film quando il guscio di Testa di Uovo si frantuma ed esce un uovo d’oro che lievita verso il cielo. Non deve sorprendere se in questi film di animazione sono nascosti vari elementi alchemici, filosofici ed esoterici. La maggior parte dei film di animazione di oggi, non sono altro che delle favole e delle fiabe contemporanee, e come le fiabe e le favole, contengono tali elementi e significati nascosti al loro interno.

Il Gatto con gli stivali sta festeggiando con successo in una osteria la riuscita di una sua impresa, presso la città di El Mar, un nome fittizio di una città Spagnola inventata. I rumori dei festeggiamenti però, svegliano un gigante che dormiva sa moltissimo tempo. Il Gatto attraverso acrobatiche mosse, lo affronta e lo sconfigge. Mentre sta festeggiando l’ennesima vittoria, viene schiacciato dalla campana del campanile della chiesa della città. Muore per l’ottava volta. Come sappiamo la leggenda narra che un gatto possiede nove vite.

Risvegliatosi nello studio del medico, egli svela al Gatto che è già morto otto volte e gli resta soltanto una vita. Il dottore consiglia al gatto di andare in una pensione per gatti e rilassarsi una volta per tutte. Il Gatto con gli stivali era già morto in otto circostanze diverse: come lui stesso ricorda dal medico, la prima volta era stato quando durante una Corrida si distrae un attimo con una bella ragazza e rimane travolto da un toro,  la seconda mentre si ingozza di crostacei piccanti, la terza mentre ubriaco di latte cade da un campanile,  la quarta mentre solleva dei pesi in una palestra dai quali rimane schiacciato,  la quinta quando si lanciare da un cannone come una palla proiettile, la sesta quando giocava a Poker con dei cani feroci i quali lo sbranarono perché aveva perso, la  settima mentre gareggiava contro un lottatore di sumo e rimase schiacciato da quest’ultimo e quando insieme al biscottino Pan di Zenzero apre il forno e viene investito da una violenta fiammata, e l’ottava subito dopo avere sconfitto il gigante.

Convinto ormai che la sua ultima vita non ha più senso, si rifugia sconfortato presso la villa di una signora che si prendeva cura di cani e gatti orfani o senza casa. In questo luogo fa conoscenza con un cagnolino abbandonato di nome Perrito, il quale si affeziona al Gatto ormai caduto in depressione. Nel frattempo, la Pastorella Riccioli d’oro e i suoi tre orsi, stanno cercando il Gatto con gli stivali la mappa della stella del  desiderio.Trovata la casa dove si trova il Gatto con gli stivali, il nostro eroe felino viene a sapere che esiste una stella del desiderio con la mappa, e ripresosi dalla depressione, si lancia in una nuova avventura, ciò quella di recuperare la mappa del desiderio.

Nel frattempo due donne di malaffare, le sorelle Serpente , aiutanti del perfido Big Jack Horner, un personaggio di una vecchia filastrocca Inglese, portano la mappa al suo cospetto, nel suo castello. Il personaggio di Big Jack Horner, nella versione della DreamWorks, è ossessionato dalla magia, infatti colleziona tutti gli elementi e gli oggetti magici di ogni favola, dalla Fenice, passando per l’Ombrello magico di Mary Poppins fino alle Merendine magiche di Alice nel Paese delle Meraviglie. 

Ma improvvisamente, appena in tempo arriva il Gatto con gli stivali che prende possesso del baule contenente la mappa, ma rimane sorpreso quando scopre una sua vecchia conoscenza: la gatta Kitty Zampe di velluto, la quale anche lei è alla ricerca della mappa del desiderio.  Dopo una serie di avventure e di combattimenti con la spada, inseguiti da Riccioli d’oro e i tre orsi e da Big Jack Horner, aprono la mappa, la quale indica che per raggiungere il desiderio bisogna attraversare la foresta oscura. La foresta oscura all’inizio appare Apollinea, come una foresta piena di fiori meravigliosi, colorati e profumati. Ma non appena lo sguardo del Gatto con gli stivali e di Kitty Zampe di velluto si poggia sulla mappa del desiderio, ecco che il bosco incantato si trasforma in una valle infernale. La mappa del desiderio sembra infatti proiettare e rappresentare le paure e gli stati d’animo di coloro che entrano in possesso della mappa. Nella mappa c’è infatti scritto: “Se segui la mappa dei del desiderio, conosci il sentiero e conosci il tuo cuore”.  Qando il Gatto con gli stivali poggia lo sguardo sulla mappa, subito appaiono lande infuocate e distese infernali. Compare il lato Dionisiaco della vita. Il sentiero del Gatto con gli stivali è caratterizzato dal colore rosso arancio delle fiamme, dalla Valle dell’incenerazione, dal ponte distrutto e dal covo delle anime perdute. Il sentiero di Kitty Zampe di velluto è caratterizzato dal colore verde, dalla lava dei dolori infiniti, dalla montagna della paura e dagli abissi dell’eterna solitudine. Con il sentiero del cagnolino abbandonato Perrito abbiamo un contrasto, un lato opposto, e torniamo al lato Apollineo. Il sentiero di Perrito è caratterizzato dai colori e dai profumi dalla Serenità, dal parco delle rose, dai fiumi del rilassamento e dalla facile soluzione per arrivare alla Stella del desiderio. Questa parte del film contiene la dicotomia dell’Apollineo e del Dionisiaco. Non so se il regista e gli sceneggiatori conoscono in maniera cosciente questa dicotomia, ma è sicuro che a livello inconscio hanno immagazzinato tale dinamica dicotomica della realtà.

Il messaggio che il film sembra comunicare è che per raggiungere la meta di un qualunque desiderio, si deve avere cuore, mente e spirito sereni e pieni di fiducia. Il cagnolino Chiwawa Perrito era tranquillo e dall’animo sereno, per questo il suo percorso era facile.  Al contrario il Gatto con gli stivali ha un animo pesante e pieno di paure. Soprattutto paura della morte. Questo film infatti introduce la figura del demone della Morte, anticipata da una cantilena fischiata come un film Western, che appare al gatto con gli stivali con le sembianze di lupo grigio con gli occhi rossi, un mantello con il cappuccio e con due scimitarre taglienti.  La prima volta che la Morte appare al gatto è nella locanda dove il Gatto con gli stivali si reca ogni sera. La Morte gli dice che è da tempo che lo sta cercando, e il Gatto, pensando che fosse un Cacciatore di taglie, lo affronta in un duello, ma il Gatto con gli stivali rimane spiazzato e ferito alla testa. In un momento le sue vite passate come il dono degli stivali da parte di Imelda e le avventure con Shrek e Ciuchino, gli scorrono davanti agli occhi. Il Gatto con gli stivali scappa via spaventato. La seconda volta che la Morte appare al gatto e quando quest’ultimo scappa via dalla reggia di Big Jack Horner, mentre regala un baule di monete agli abitanti della città. (Ricordo che il Gatto con gli stivali rappresenta l’abbondanza e la prosperità). La Morte inoltre si mette due monete negli occhi. L’inserimento delle monete negli occhi è un richiamo al pagamento in monete che secondo alcune credenze sull’ aldilà, i defunti dovevano pagare al traghettatore per essere portati nel regno delle anime. La terza volta che la Morte appare al Gatto è durante un combattimento, e subito il Gatto scappa via. La quarta volta che la Morte appare al gatto con gli stivali è quando il Gatto con gli stivali si trova intrappolato in una grande caverna di cristalli nella quale appaiono tutte le sue otto vite precedenti e dialogano con lui. Allora a quel punto il Gatto comprende che non ha a che fare con un criminale, ma con la Morte stessa. Impaurito scappa ancora una volta ma nel combattimento finale contro Riccioli d’oro e Big Jack Horner, la Morte si ripresenta per la quinta volta. Accompagnata da un cerchio di fuoco, intrappola il Gatto con gli stivali che tiene in mano la mappa del desiderio per riprendersi le sue otto vite precedenti. Ma ripensando alle sue vite passate, cambia idea e decide finalmente di combattere contro di essa. In un combattimento pieno di azione e tensione, Il Gatto sconfigge momentaneamente la Morte, affermando che non può sconfiggerla del tutto ma non smetterà mai di combattere per la sua unica e preziosa vita. Questa volta la Morte è stata spiazzata. Così,  trovato il coraggio e la fiducia in se stesso, sconfigge insieme a Kitty Zampe di velluto il perfido Big Jack Horner, capendo che tutti i desideri li possiede già senza bisogno alcuno della magia. Il secondo film dedicato al Gatto con gli stivali della DreamWorks si rivela uno dei più bei film del 2022, oltre che uno dei più bei film di questa casa di produzione. Inoltre il personaggio della Morte è il cattivo più inquietante sia dell’intero mondo di Shrek che di tutti i film della DreamWorks. In Shrek si trova Lord Farquad e Tremontino, e nel quarto Shrek l’orco verde rischia di morire, nella bellissima saga di Kung Fu Panda, troviamo Tai Lung, Kai e Lord Shen, ma la Morte del film Il Gatto con gli stivali 2: l’ultimo desiderio,  è un qualcosa di tenebroso, dal fascino Dionisiaco ed inquietante.

Tra l’altro le fiabe e le favole originali, al quale tutto il mondo di Shrek si ispira, prima di essere state edulcorate dalla Disney, sono contrassegnate dalla morte e dal lato Dionisiaco è tenebroso della vita.

Dove compare la Morte, ogni storia e ogni trama diventa matura e seria, perché la Morte è il cattivo più invicibile in assoluto. Essa è all’origine di tutte le paure dell’essere umano, e come origine di ogni paura, genera terrore. Anche in un gatto che ha nove vite e che ride in faccia alla morte.  Per esempio nella storia di Dragon Ball, la storia matura con l’uccisione di Crilinn e l’arrivo del Grande Mago Piccolo. Ma questa è un’altra storia. Ma importante è anche il fatto che la morte è rappresentata in un film considerato per bambini: in quanto argomento tabù e di difficile argomentazione, è nel mondo dell’infanzia che trova spazio, un mondo che a differenza di quello degli adulti, non ha il terrore della morte.

Parte terza :

Simbologia e psicologia del gatto

il gatto e il serpente simbologia

Il gatto ( Felis Catus / Felis Sylvestris catus, Linnaeus, 1758), è un mammifero placentare felino. Presso gli antichi Egizi era venerato come un dio e considerato un essere divino. Come sappiamo , l’antico Egitto ha sacralizzato e antropomorfizzato le specie animali più di chiunque altro popolo antico, moderno e contemporaneo. Il falco, l’ aquila,  l’Ibis, lo Sciacallo, la mucca, il gatto  il babbuino,  il coccodrillo e il serpente. I gatti quindi erano degli animali sacri e divini.  Addirittura per i gatti gli Egizi avevano varato delle leggi speciali che prevedevano addirittura l’uccisione di tutti coloro che uccidevano un gatto. Il gatto nell’antico Egitto era praticamente una manifestazione divina, un dio zoomorfo. Tutti gli animali sacri dell’ antico Egitto venivano considerati non solo sacri, ma soprattutto guardiani della soglia, dei defunti e custodi delle anime. Gli Egizi hanno raggiunto, probabilmente fra gli unici popoli, la massima animalizzazione della specie umana. E come se gli Egizi sapevano inconsciamente che l’essere umano è un animale a livello biologico. Ma gli esseri umani facevano da custodi alle specie animali. E come detto prima, c’erano leggi rigide per tutti coloro che uccidevano un animale ritenuto sacro. Le specie animali sacri erano circa 34. Già Cicerone aveva scritto che Egizi erano disposti a farsi uccidere pur di non toccare un animale sacro come l’ Ibis, il falco e il gatto. Lo stesso Erodoto ( 484 – 425 A. C. ) ,  il padre della Storia, scrisse nelle sue Storie, che gli Egizi punivano con la morte chiunque uccide un gatto anche solo accidentalmente. E Diodoro Siculo ( 90 – 27 A. C. ), riporta nella sua Biblioteca storica un caso di un funzionario Romano che fu aggredito e ucciso da una folla inferocita, soltanto perché aveva ucciso accidentalmente un gatto. Le truppe Egiziane, dopo che tornavano da una spedizione militare, si portavano con loro i gatti e i falchi come dei prigionieri riscattati e condotti alla libertà. I gatti venivano lavati accuratamente con acqua profumata da unguenti raffinati e venivano vestiti e addobbati con gioielli d’oro e con monili preziosi come le collane e o bracciali d’oro. Non sono poche infatti le statue Egizie che raffigurano gatti agghindati. Per gli Egizi gli animali erano la rappresentazione dell’universo e della vita. Sapevano che gli animali sono collegati con la psiche umana. Non solo quindi venivano rispettati, ma addirittura considerati sacri. Fin dalla preistoria, le popolazioni preistoriche sapevano che l’essere umano è collegato a livello animico agli animali. Le caverne preistoriche di tutta Europa infatti, contengono raffigurazioni di animali e di sciamani vestiti da animali. Millenni prima dell’ antico Egitto. Il Gatto con gli stivali è allora l’ ennesima rappresentazione universale di un animale magico che compie gesta divine.

La dea Bastet era una dea gatto. Il suo culto si trova attestato gia durante la seconda Dinastia Faraonica ( 2. 890 A. C. ). Nei Testi delle Piramidi della Quinta e Sesta Dinastia,  la dea Bastet era considerata sia una dea amorevole che una entità terribile crudele. Le prime versioni della dea Bastet, erano le rappresentazioni di una leonessa. Ma con il passare del tempo, la dea Bastet fu unita al culto dei gatti e della luna. Per i Greci infatti Bastet era la dea Artemide, una dea lunare. La dea Bastet era la dea della bellezza, dell’ eleganza e della famiglia. I gatti infatti per gli antichi Egizi rappresentavano l’eleganza , la famiglia e i valori domestici. Il centro principale di questo culto è la città di Bubasti, sulle sponde del Delta del Nilo, dove fu scoperta una intera area archeologica dedicata ai gatti mummificati.  

Il gatto nell'antico Egitto

Il gatto per gli antichi Egizi era anche uno spirito guida che accompagnava le anime dei defunti a destinazione. Inoltre il gatto era uno spirito che proteggeva dal male e dai nemici . La conferma proviene da un testo sacro degli Egizi: Il libro dei morti. In questo testo religioso Egizio, il gatto è la personificazione del dio Ra, ed è il protettore del sole e dell’ albero della vita dal malefico serpente Apopi. Il Gatto di Eliopoli, e’ la pittura situata nella tomba di Inkherkhau , a Deir El Medina, che raffigura il  gatto protettore che taglia la testa al serpente.  Il Gatto di Eliopoli e’ un gatto guerriero, un archetipo del gatto combattente e difensore dal quale, attraverso numerose varianti, potrebbe essere disceso il Gatto con gli stivali.  Nel ventisettesimo capitolo del Libro dei morti, c’è una preghiera del defunto che inizia con queste parole:

“ Io sono il grande Gatto che si trovava al lago dell’ albero Ishead in Eliopolis “….

Nel  racconto Coraline e la porta magica di Niel Gaiman, del quale ho scritto un’ analisi abbastanza dettagliata, il gatto è un animale dotato di proprietà magiche e spirituali. Innanzitutto non porta i bottoni sugli occhi come tutti gli altri personaggi dell’ Altro Mondo creato dall’ Altra Madre. Inoltre parla il linguaggio umano, e infatti Coraline all’inizio ne rimane stupita. Il suo carattere è altezzoso,  molto sicuro di se, leggermente beffardo e sarcastico. Nella sua prima apparizione nella versione cinematografica di Henry Selick, il gatto appare e scompare dal tronco di un albero. Ha quindi il dono dell’ invisibilita’. Sarà il gatto ad aiutare Coraline a sconfiggere l’Altra Madre. Ho il sospetto che il gatto del racconto e del film, sia stato concepito dagli autori come una specie di guida spirituale per Coraline. Inoltre, il gatto nel mondo umano non parla, mentre nell’ Altro Mondo si: è probabile che questo gatto sia anche una guida per le anime che trapassano nell’ Altro Mondo. Poiché l’ Altra Madre rapisce soltanto bambini non amati o insoddisfatti, il gatto è la forma animale più vicina a loro e che può aiutarli nel loro cammino. Un’altra tessera a favore dell’ interpretazione del Gatto come guida per le anime, viene dalla presenza dei cani nell’ Altro Mondo.  Quando Coraline va nel teatro dell’ Altro Mondo ad assistere ad uno  spettacolo , il pubblico è composto soltanto da cani. Il cane tra le sue rappresentazioni, viene spesso inserito in ambienti tenebrosi e infernali come il mondo degli Inferi, che è in realtà il mondo creato dall’ Altra Madre. Coraline in realtà è discesa negli inferi, e il Gatto, come protettore della sua anima, le fa da guida spirituale per affrontare quel mondo tenebroso. Lo si può capire che in realtà l’ Altro Mondo è il mondo degli Inferi, quando i cani si trasformano in Pipistrelli. E non è a caso che proprio il gatto sia stato scelto come guida per Coraline: questo felino è da sempre associato al soprannaturale, al mondo magico alla magia e alla stregoneria, oltre che alla spiritualità e all’ anima. Inoltre, il Gatto rivela a Coraline che l’ Altra Madre odia i gatti, e quando Coraline si presenta al suo cospetto con il gatto tra le braccia, l’ Altra Madre apostrofa il gatto con il termine “ parassita “. L’altra Madre, in quanto regina degli Inferi, odia una guida spirituale elevata come il gatto.

Molto probabilmente anche il personaggio Nipponico di Doraemon, il famoso gatto robot arrivato dal futuro,  è stato concepito dagli autori come uno spirito guida per il giovane Nobita.  

Un’altra testimonianza archeologica che conferma che i gatti per gli Egizi erano considerati degli spiriti guida delle anime, proviene dal sarcofago del principe Thutmose 5 ( 1360 A. C. ? ), nel quale si trova scolpito un gatto con un fiocco destinato a trasformarsi in Osiride.

Per gli Egizi il gatto rappresenta anche il lato oscuro del femminile, per questo la dea Bastet all’inizio era una dea terribile. La psicologia femminile infatti, e’spesso rappresentata dal gatto, un animale che come la psicologia femminile, è sia Apollineo ma anche Dionisiaco. Il femminile non è Apollineo in modo totale, c’è una parte Dionisiaca, e per usare la terminologia Alchemica, il femminile è  sia un Albedo che una  Nigredo.  

copertina del libro la gatta di Marie Luise Von Franze

La psicoanalista Junghiana Marie Louise Von Franz ( 1915- 1998 ), ha scritto un libro dedicato alla favola La gatta, una favola ripresa dal folclore Rumeno. In origine una conferenza, divenne successivamente un libro dal titolo La gatta: una fiaba sulla redenzione femminile. La storia della fiaba narra di un imperatore triste e depresso perché non riusciva ad avere figli. Quindi fa costruire una nave in modo da permettere alla moglie di uscire dal regno. Ma avverte la moglie che soltanto se resterà in cinta potrà tornare nel suo regno. La moglie del re si reca in una terra dove trova un albero che genera delle mele d’oro. Mangiando una mela d’oro, la moglie del re rimane in cinta. Ma una strega guardiana dell’albero, arrabbiata con la donna perché ne mangio’ un frutto, scaglia una maledizione sulla donna, sulla corte e sulla sua discendenza: l’incantesimo consiste nella trasformazione in gatto della figlia al compimento dei 17 anni. Soltanto il figlio di un imperatore potrebbe riuscire a spezzare l’incantesimo, attraverso il taglio della coda e della testa. Quando in seguito il terzo figlio di un imperatore si innamora della principessa gatto, la quale chiese al figlio dell’ imperatore di tagliare la coda e la testa in modo da trasformarsi in una bellissima principessa. La storia di questa fiaba ha una leggera analogia con la fiaba della Bella Addormentata nel bosco, nella quale la strega malefica lancia un incantesimo di morte sulla piccola figlia del re e della regina. Soltanto l’intervento di una delle fate buone trasforma la maledizione in un sonno di cento anni.  

il gatto di Dragon Ball

Un’altra figura dove il gatto è rappresentato come guida spirituale è nel manga Dragon Ball,  di Akyro Toryama,  con il personaggio del Gatto di Karin. Conosciuto anche come Colui che possiede l’acqua sacra, il gatto di Karin, è un gatto che conosce tutti i segreti delle arti marziali oltre a possedere l’ Acqua Sacra. Questo gatto antropomorfo entra in scena per la prima volta durante la Saga del Fiocco Rosso ( Red Ribbon), quando Goku deve affrontare lo spietato killer Taobaibai. Rimasto sconfitto una prima volta, si dirige nell’ obelisco di Karin, nel quale incontro il Gatto. Il Gatto di Karin si presenta con un bastone, simbolo di saggezza, regalità e forza interiore. In realtà Goku viene allenato dal Gatto di Karin a sviluppare di più la velocità dei movimenti. L’acqua sacra è in realtà una scusa per fare impegnare Goku negli allenamenti. Subito dopo che Goku prende il vaso dell’ Acqua Sacra, si accorge che ha sviluppato una forza superiore a quella di prima. Così affronta nuovamente Così affronta nuovamente Taobaibai,  questa volta sconfiggendolo facilmente. 

Ma il Gatto di Karin torna ad aiutare nuovamente Goku durante la saga del Grande Mago Piccolo. Dopo avere sconfitto il demone Tamburello, Goku affronta per la prima volta il Mago Piccolo.  Ma la forza di Piccolo è superiore. Goku rischia la vita e si dirige di nuovo dal Gatto di Karin. Questa volta il Gatto fa bere veramente l’ Acqua Sacra a Goku, ma lo avverte che la reazione sarà molto potente e dolorosa. Goku supera la prova e adesso può sconfiggere definitivamente Piccolo. Cosa che fara’. Il Gatto di Karin è quindi un custode di un sapere e di una forza straordinaria. Il gatto è infatti associato anche al mistero e ai segreti. E come il Gatto di Coraline, il Gatto di Karin è uno spirito guida che aiuta l’ eroe nei momenti di difficoltà. È un spirito di Ermes o Psicopompo, il quale traghetta un’ anima da una condizione di mancanza ad una di abbondanza e completezza.  

gatto selvatico

Parte quarta :  

Origine ed evoluzione dei felini e del gatto

I gatti  ( Felis Sylvestris catus, Linnaeus, 1758), sono dei mammiferi placentari carnivori, e appartengono alla famiglia dei felidi ( Felidae,  1817, Fischer von Walsheim ). I primi felidi comparvero circa 30 milioni di anni fa,  durante il periodo dell’ Oligocene. Le prime forme di felidi comparvero nei territori dell’ attuale Europa, Asia e Nordamerica. Questi esemplari erano le specie Palaeoprionodon lamandini ( Filohol, 1880), il quale viveva nei sottoboschi europei durante l’ Oligocene, circa 33 milioni di anni fa, e lo Stenoplectis cayluxi ( Peigne’& De Bonis , 1999), vissutoall’ incirca nello stesso periodo, cioè nell’ Oligocene, che si ipotizza che potrebbe essere uno dei primissimi antenati dei Felidae. Le forme di felidi preistoriche più importanti sono il Dinofelis barlowi, un grande felino feroce dalle dimensioni di un moderno leopardo,  vissuto tra il Miocene, Pliocene e Pleistocene, che abitava le zone dell’ Africa centrale e Asiatiche, il quale secondo molti studi paleontologici di crani di Austrolopithecus afarensis ( Dart , 1924 ), cacciava e aggrediva questi antichissimi antenati di Homo Sapiens Sapiens, e lo Smilodon. Dello  Smilodon sono tre le specie più importanti: lo Smilodon pupulator ( Lund, 1842 ) , lo Smilodon fatalis ( Leidy, 1869 ) e lo Smilodon gracilis ( Cope, 1880 ). Lo Smilodon e’ la famosa Tigre dai denti a sciabola, un terribile felino che visse nel Nordamerica durante il Pleistocene.  Più precisamente, gli Smilodon fatalis e gracilis , vissero nei territori del Nordamerica durante il Pleistocene, tra 2,500. 000 / 10.000 anni fa. Lo Smilodon pupulator invece visse nei territori del Sud America tra 1.000.000 / 10.000 anni fa.

La separazione dei felidi, la famiglia che comprende le attuali tigri ( Panthera tigris, Linnaeus , 1758 ) , la lince ( Lynx, 1792 ), il ghepardo ( Acionyx Jubator , Schreber, 1775 ) e il giaguaro ( Panthera onca,  Linnaeus, 1758 ), dalla famiglia dei panterini ( Pantherinae, Pocock, 1917), è avvenuta circa 10 milioni di anni fa. La famiglia dei Panterini non è altro che una sottofamiglia dei felini, comprende la tigre, il leone ( Panthera leo, Linnaeus, 1758 ), il leopardo, il leopardo delle nevi e il giaguaro.  Il genere Felis ( Linnaeus, 1758), oggi comprende gli unici mammiferi placentari carnivori che ne fanno parte : il gatto domestico ( Felis Sylvestris catus, Linnaeus 1758), il gatto selvatico ( Schreber, 1777 ), il puma ( Puma concolor, Linnaeus, 1771) , che vive tra il Nordamerica e il Sud America, e il Caracal caracal ( Schreber, 1776 ), un felino che vive in Africa e in Asia.  

teschio del gatto

 Il più antico antenato del gatto è il  Leptofelis  vallesiensis ( Salesa  , Anton, Morales, 2017 ), il quale visse durante il Miocene superiore nei territori della Spagna circa 9 milioni anni fa. Il suo discendente è il Pristifelis attica ( Salesa, Anton, Morales, 2012), vissuto nel Miocene sempre in Spagna ma anche in Francia,  tra 10 e 6 milioni di anni fa, il quale doveva somigliare ad una lince. Questi gatti preistorici avevano già sicuramente evoluto una grande agilità del corpo e degli arti, caratteristiche dei gatti moderni. In ogni caso, è probabile che l’aspetto dei gatti domestici e selvatici fu acquisito intorno a un milione di anni fa. Una delle caratteristiche dei gatti è che non ruggiscono ma fanno le fusa. Questo perché nel corso della loro evoluzione, i loro antenati svilupparono l’osso Ioide, il quale non permette il ruggito. Gli altri felini invece , come il leone e la tigre, nel corso dell’ evoluzione lo persero, favorendo il ruggito.

I gatti cominciarono ad avvicinarsi al mondo umano durante il Neolitico, circa 7. 000 / 7. 500.000 anni fa.  La testimonianza proviene da uno studio effettuato nell’ isola di Cipro, in alcuni ritrovamenti archeologici che confermano che il gatto già a quell’epoca era presente nei territori agricoli. Molto probabilmente si è avvicinato al mondo umano per la presenza dei topi e delle arvicole attratti dalle coltivazioni. Le popolazioni del Neolitico osservando che i gatti cacciavano i roditori, li tenevano nei loro territori come aiuto contro i roditori. È altre conferme a questo proposito arrivano proprio dalla Mesopotamia della Mezzaluna Fertile, nella quale i gatti erano già presenti in questi territori anche prima di 7. 000 anni fa, nel quale territorio ha avuto origine proprio il gatto domestico ( Felis Catus, Linnaeus, 1758). Sembra strano, ma in Grecia il gatto domestico fu importato dai Fenici che a loro volta lo importarono dagli Egizi.  In Grecia successivamente,  gradualmente il gatto sostituì il furetto per quanto riguarda la caccia dei topi.  

evoluzione del gatto

Oggi i gatti vivono in mezzo a noi, e sono sia domestici che randagi. I gatti randagi si aggirano per le strade della città soprattutto nelle ore notturne, e non fanno fatica a salire sopra i tetti delle case ( proprio mentre scrivo questo saggio sopra i tetti della mia casa si aggira un gatto arancione), molto spesso intrufolandosi nelle soffitte. E le moltissime verità di gatti, come il gatto Persiano, il gatto Siamese, il gatto Siberiano, il gatto dei deserti,  il gatto bianco e il gatto rosso a strisce arancio ( la razza del Gatto con gli stivali),  e la loro presenza in innumerevoli canzoni , film di animazione, racconti e filastrocche , sta a comunicare che la magia e il mistero di questi animali molto particolari sono sempre accanto a noi. Sta a noi umani comprendere il loro messaggio.

Nota Biografica:

Fabrizio Manco nasce a Marsala ( TP), l’ antica Lilybeo, dove vive e lavora come Operatore Culturale. Come attività si occupa principalmente di Turismo, accompagnando scuole e turisti alla scoperta dei tesori nascosti dei luoghi turistici. Crede nell’importanza della Conoscenza senza l’intervento di Ideologie, credenze e insegnamenti preconfezionati. Ogni anno partecipa alla realizzazione dell’evento culturale “ Le vie dei tesori “ e collabora con alcune associazioni culturali.  Scrive per alcune riviste come “ Il Pensiero Mediterraneo “, argomenti che spaziano dalla filosofia alla letteratura, dalla Storia dell’ Arte alla Psicologia.

Note bibliografiche:

Il gatto con gli stivali : DreamWorks, 2011, regia di Chris Miller. 

  1. Il Gatto  gli Stivali 2 : l’ultimo desiderio, DreamWorks, 2022, regia di Joel Crowford, DreamWorks
  2. Ibidem

Testi consultati :

Giambattista Basile : Lo cunto de li cunti, Edizioni Adelphi. 

Charles Perroult : Fiabe: Edizioni Bur Deluxe.

Il cacciatore celeste: Roberto Calasso, Edizioni Adelphi.

La gatta: una fiaba sulla redenzione femminile: Marie Louise Von Franz, Edizioni Magi. 

Le storie: Erodoto, Edizioni Mondadori. 

De Rachelwitz: Il libro dei morti degli antichi Egizi, Edizioni Mediterranee. Fabrizio Manco: La magia e il Fantasy parte 3 : storia e simbologia di due Archetipi collettivi: Coraline e la porta magica: analisi e simbologia : Ars Docendi, 12 Settembre 2022.

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