IL PENSIERO MEDITERRANEO

Incontri di Culture sulle sponde del mediterraneo – Rivista Culturale online

Liriche “La vita che ancora mi vive dentro”, di Vincenzo Fiaschitello

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(Fonte: Skuola.net)

 Cancella il tempo l’identità

Cancella il tempo l’identità

di ogni uomo.

Oh, memoria dilapidata di saperi,

sogni e promesse, fluenti acque

in corsa irrefrenabile verso

oscuri e ignoti cunicoli!

Quel poco sapere, foderato

di ansie e di rimorsi, livellato

a coscienza prossima al sonno,

mi porto dentro.

Bruciata, incenerita reminiscenza

di un io ormai aggrovigliato

in minuzie, incappucciato tra nebbie

piovigginose.

Ha vinto la parola il tempo?

La verità vanamente inseguita

come la gibigianna. Forse anche

nella memoria della specie

vacilla quel che resta di umano.

La Gina nazionale

                                    Vecchiezza saggia? Vecchiezza

farneticante? C’è forse un giudice

che possa emettere una serena sentenza?

Inappellabile sentenza, respinto ogni

ricorso: la Gina nazionale è stata

raggirata? Venute meno le facoltà

di discernimento?

Nessuna volontà genuina, dunque

zimbello di altrui volere.

Capitali, ville e gioielli dissolti

nel nulla sopraggiunto al rigore

di una vita d’artista fedele al bello

e all’amore. E ora che il suo ricordo

è sopraffatto dalla controversa vicenda,

nei suoi occhi bellissimi ciascuno

può leggere i segni di vulnerabilità,

inimmaginabile al tempo in cui il suo pane

si coniugava con amore e fantasia.

Un manipolo di parole legava

Un manipolo di parole legava

il mio sogno al tuo.

Che cosa esattamente avevano scoperto?

Quale tempo futuro la sorte ci riservava?

Tra scoscese rocce, dove le agavi stavano

come sentinelle, si annidava la speranza.

Questo bastò per non farci smarrire

lungo la dura marcia tra polvere e calura?

L’amichevole avvertimento ogni

ardimento estinse e al primo bivio

restò solo il ricordo: l’immagine

di una frangetta dorata su un viso

rosato come di pietra barocca accesa

al tramonto del sole.

Lascia questi frammenti di memoria,

già scorie che il tempo trascina come

torrente impetuoso, avvolgi il gomitolo

della tua vita e consegnalo cosi com’è,

scolorito, nodoso e sfilacciato.

Qualcuno, forse, saprà perdonarti!

Irreversibile tempo passato

                                    Irreversibile tempo passato

sei ormai inesplicabile

come il futuro. L’ora presente

questo mi dice: vivi il tuo Niente

come fosse il Tutto da sempre

cercato; punta sulla pietas,

senza orgoglio né inganno,

verrà meno la solitudine

e il tuo deserto, umido di lacrime,

crescerà fiori come pensieri

di una umanità che soffre,

gioisce e piange.

Squilla all’ora albale

Squilla all’ora albale

la mia sonora sveglia

inconsapevole del mattutino

sogno spezzato. A volte no,

ma altre volte quel suono

sembra liberatorio, guaritore

di un’anima invischiata

in un sogno di fede rimossa,

di non so quali sovvertimenti

o di quali perdute cose.

Le mie parole per anni fissate

sulla carta infine l’hanno svuotata.

E qui il saggio è pronto al conforto,

a lenire una pena ricorrente,

spendendo per me parole-farfalla

lievemente posate altrove

a dare anch’esse forma a quell’anima

del mondo, in cui bevono le anime

di tutti i viventi esseri.

Vincenzo Fiaschitello

Nato a Scicli nel1940. Laurea in Materie Letterarie presso l’Università di Roma (1966) e Abilitazione all’insegnamento di Filosofia e Storia nei licei classici e scientifici; pedagogia, filosofia e psicologia negli istituti magistrali (1966). Docente di ruolo di Filosofia e Storia nei licei statali e Incaricato alle esercitazioni presso la cattedra di Storia della Scuola alla Facoltà di Magistero Università di Roma dall’anno accademico 1965/66 al 1973/74. Direttore didattico dal 1974, preside e dirigente scolastico fino al 2006. Docente nei Corsi Biennali post-universitari. Membro di commissioni in concorsi indetti dal Ministero P.I.

E’ autore di vari saggi sulla scuola, di opere di poesia e di narrativa.

Attualmente è redattore della Rivista culturale telematica “Il Pensiero Mediterraneo” (Redazione di Roma).

Il Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, su proposta della Presidenza del Consiglio dei Ministri, lo ha insignito della onorificenza di Commendatore Ordine al merito della Repubblica Italiana (1997).

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