IL PENSIERO MEDITERRANEO

Incontri di Culture sulle sponde del mediterraneo – Rivista Culturale online

CHRISTMAS BLUES di Cipriano Gentilino

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CHRISTMAS BLUES

CHRISTMAS BLUES

Non ho voglia
di tuffarmi
in un gomitolo
di strade

Ho tanta
stanchezza
sulle spalle

Lasciatemi così
come una
cosa
posata
in un
angolo
e dimenticata

Qui
non si sente
altro
che il caldo buono

Sto
con le quattro
capriole
di fumo
del focolare.

    Natale di G. Ungaretti

I versi della poesia Natale di Giuseppe Ungaretti interpretano bene una emozione e uno stato d’animo che talora convive con l’atmosfera tipica delle festività che vanno da Natale a Capodanno.

Un ciclo di festività di fine anno nel quale confluiscono sia recenti origini religiose cristiane sia antichissimi riti pagani.

Tra questi ultimi i più importanti erano i Saturnalia in onore del Dio Saturno che si caratterizzavano per una atmosfera di comunione e reciprocità con scambio di doni accompagnato da sfarzo e opulenza e sia da un vero e proprio sovvertimento dell’ordine sociale, per cui gli schiavi godevano di un temporaneo stato di libertà, sia da una licenziosità sessuale che prevedeva anche orgie a scopo c.d. liberatorio.

A questa seguiva il Dies Natalis Solis Invicti, celebrata il 25 dicembre ritenuto il giorno del solstizio d’inverno, in cui il Sole sembra appunto rinascere, dedicata al Sol Invictus e che dalla città di Roma si estese poi a tutto l’impero.

Il ciclo dei festeggiamenti proseguiva quindi con le Calende di Gennaio, che coincidevano con l’elezione dei nuovi consoli romani il 1° gennaio e a cui seguivano almeno tre giorni di festeggiamenti.

Tutte queste feste insieme ad altre in altre culture hanno in comune il compleanno del Sole che rinasce dai rigori invernali, la convivialità con banchetti e doni, la decorazione delle case tra le quali, nei popoli più nordici, un ceppo di albero che veniva ornato e posto a bruciare nel camino con finalità magiche e auspici di benessere e che ritroviamo nel nostro albero di Natale.

Da tempi ancestrali quindi un periodo di feste che accomuna riti e simboli di rinascita e di vitalità cui si è poi associato oggi quello di natività cristiana con i profondi significati che ne caratterizzano l’aspetto religioso.

Aspetti originari sia laici che religiosi che permangono nonostante l’invasività consumistica che, ovviamente, li lascia nello sfondo di promozioni all’acquisto tralasciando i legami con l’affettività e con la spiritualità dei riti e della fede.

Gli spot commerciali anzi, con la loro componente narrativa ed emozionale, fanno leva su sentimenti di felicità, amorevolezza e serenità familiare contribuendo spesso a fare immaginare una atmosfera falsificata proprio in una fase dell’anno che è già di per sé un significativo amplificatore di emozioni personali e sociali siano esse positive che negative.

Sul piano sociale, per esempio, non possiamo non considerare alcuni attuali aspetti drammatici dalla guerra in Europa, ai migranti, alla fame in crescente aumento, alla povertà, alla crisi economica e della energia.

Fatti e condizioni che favoriscono l’impegno e la speranza ma non contribuiscono a trascorrere un Natale distratto ed eccessivamente sereno.

Sul piano personale invece mentre c’è chi lo considera un momento felice, divertente e in cui la famiglia si riunisce, ci sono persone che vivono il Natale con nostalgia, tristezza, frustrazione e quindi stress.

Al di là del modo in cui viviamo e percepiamo questa festività, è infatti il periodo dell’anno in cui si vivono con più sensibilità molte emozioni che sono direttamente correlate con le nostre esperienze vissute.

Per questo il Natale non è e non deve essere per forza un momento di felicità per tutti.

Ognuno proverà emozioni e sentimenti diversi in base agli eventi recenti e all’esperienze durante l’infanzia.

Da bambini, il Natale è generalmente associato a un periodo di festa, ai regali e alla magia di scoprire cosa ci hanno regalato.

Inoltre, ci sono le riunioni di famiglia, le cene, i giochi con i coetanei; pertanto, è più facile che vi sia una prevalenza di emozioni positive.

Ciò nonostante, tutto dipende da come gli adulti più vicini al bambino percepiscono e affrontano questo periodo dell’anno.

Tra Natale e Capodanno l’ansia è, tra le emozioni negative, quella che si può provare con più frequenza ed è generalmente legata ai bilanci di fine anno, ai propositi e alle difficoltà per il futuro nonché allo stress per partecipazione a riunioni, pranzi e cene o altri impegni simili in un costante dovere essere presenti e in festa.

Per questi motivi è possibile percepire le festività natalizie come estremamente impegnative specialmente se da quella atmosfera di festività siamo emotivamente lontani per motivazioni strettamente personali.

Viene, in questi casi, richiesto un grande impegno di energia stressogeno con effetti patogeni in termini di sofferenza psicologica.

In particolare, si può soffrire del c.d. Christmas Blues o depressione natalizia che è direttamente collegata al periodo festivo vissuto come un vero e proprio “tour de force” di convenzioni sociali e festeggiamenti familiari e che può portare con sé ansia, insonnia, crisi di pianto, pensieri negativi ed anedonia. 

Certamente i festeggiamenti obbligati comportano un notevole stress dalle riunioni familiari ai regali da individuare ed acquistare.

Ma alcuni altri aspetti possono influire negativamente.

Si pensi alle possibili riacutizzazioni di crisi familiari nascoste, di solito, nella frenesia e nelle distanze lavorative o alla c.d. sedia vuota per mancanza di una persona cara deceduta, e, nel complesso, a tutte quelle situazioni che, di necessità, comportano una alterazione delle dinamiche interpersonali e dei ruoli solitamente ricoperti.

Non meno importante può essere la mancanza della socializzazione lavorativa e relativi sentimenti di solitudine o ancora lo stress di vivere in atmosfera di festa con una condizione di salute preoccupante.

I concomitanti cambiamenti stagionali, quali la diminuzione delle ore di luce e della produzione di mediatori neuronali a funzione antidepressiva, possono ulteriormente incidere sullo stato di tristezza della Christmas blues influenzando: umore, ritmo sonno-veglia, sessualità, memoria e altri ambiti associati al nostro benessere.

Come affrontare, dunque, la malinconia del Christmas blues e quali sono i consigli per il ben-essere?

Intanto, come sempre è stato consigliato, rivolgendosi rapidamente ad un professionista in tutti i casi nei quali lo si ritenga utile o comunque in situazioni ingravescenti o fortemente limitanti.

Può essere d’aiuto attivare qualche strategia tranquillizzante come mettere a tacere, almeno un pò, il dovere fare in favore di un allentamento della pressione data dalle aspettative e dalle convenzioni sociali tipiche della festività.

Organizzare il proprio tempo partecipando solo agli eventi sociali preferiti e che non siano già priori fonte di stress, malessere e insoddisfazione.

Accogliere le proprie emozioni senza auto-criticarsi o definirsi “sbagliati” e ascoltare la nostra tristezza cercando di dare voce a emozioni che, una volta emerse, possono essere per noi preziose.

Socializzare confidando a persone fidate il proprio stato d’animo permette inoltre di sperimentare la condivisione riducendo il senso di solitudine in una nuova resilienza.

Ma principalmente, come in tutte le condizioni che comportano un ritorno ossessivo a vissuti di estraneità, rimanere agganciati al “qui ed ora”: intorno a cose, emozioni e persone nel semplice rapporto quotidiano che abbiamo solitamente con loro.

Godere delle ore di luce: una passeggiata di almeno un’ora all’aria aperta ha effetti positivi sul nostro benessere psicofisico e aiuta a contrastare gli effetti del Christmas blues al contrario delle già citate pubblicità televisive o sui social che con le loro visione falsificante una eccessiva festosità possono facilitare o accrescere la malinconia e la depressione natalizia.

Mantenere un contatto con la propria quotidianità: può essere d’aiuto per non lasciarsi travolgere dai ritmi e dagli impegni fagocitanti connessi al periodo, che creano una distanza notevole dalla vita di tutti i giorni (ruoli, attività, impegni lavorativi) e possono acuire il senso di solitudine e di estraneazione tipico del Christmas blues.

Prendersi cura di sé anche facendosi un piccolo regalo e permettendosi di focalizzare tutte le attenzioni sulla propria persona con la quale possiamo creare un buon momento di rapporto empatico.

Nutrire la propria flessibilità, ridimensionando l’importanza del periodo.

Ed infine ri-centralizzarsi sul sé sociale riprendendosi un proprio tempo e una propria dimensione in uno spazio mentale il più possibile condiviso.

Cipriano Gentilino

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