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Il 21 gennaio di cento anni fa moriva Lenin

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Lenin

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Pompeo Maritati

Vladimir Lenin è stato una figura chiave nella storia del XX secolo, noto soprattutto come il leader della Rivoluzione d’Ottobre del 1917 in Russia, che portò alla creazione dello Stato socialista sovietico. Nato il 22 aprile 1870 in una famiglia borghese, Lenin, il cui vero nome era Vladimir Ilyich Ulyanov, divenne presto coinvolto nelle attività politiche e rivoluzionarie.

Lenin fu profondamente influenzato dalle idee di Karl Marx e Friedrich Engels, che promuovevano la teoria comunista. Nel corso degli anni, Lenin elaborò e adattò queste teorie alle condizioni specifiche della Russia dell’epoca. Il suo pensiero si cristallizzò nel concetto di “dittatura del proletariato”, che egli interpretò come la necessità di un governo guidato dal proletariato per raggiungere il socialismo.

Il 1917 fu un anno cruciale nella vita di Lenin e nella storia russa. Durante la Rivoluzione di Febbraio, il regime zarista crollò, e un governo provvisorio prese il potere. Tuttavia, Lenin riteneva che questo governo non portasse alle vere trasformazioni socialiste e propose la presa del potere da parte dei soviet, organi di rappresentanza dei lavoratori e dei soldati. Il 25 ottobre 1917 (calendario giuliano in vigore in Russia all’epoca), Lenin guidò il Partito Bolscevico nella Rivoluzione d’Ottobre, che portò al rovesciamento del governo provvisorio e all’instaurazione di un governo bolscevico.

Lenin divenne il capo del nuovo governo e cercò di attuare una serie di riforme sociali ed economiche. Il suo obiettivo era la costruzione di una società socialista attraverso la nazionalizzazione delle industrie, la distribuzione delle terre ai contadini e la promozione del controllo operaio. Tuttavia, il paese era coinvolto nella Guerra Civile Russa (1918-1922), in cui le forze bianche anti-bolsceviche combatterono contro l’Armata Rossa bolscevica. Lenin guidò il paese durante questo periodo difficile, prendendo decisioni drastiche, come l’istituzione della guerra comunista, che implicava la requisizione di cibo dalle zone controllate dai “bianchi”.

Lenin morì il 21 gennaio 1924 a causa di un ictus, lasciando un’eredità complessa. Il suo ruolo nella creazione dello Stato sovietico e nel consolidamento del potere bolscevico ha avuto un impatto duraturo sulla storia del comunismo e sul corso degli eventi mondiali del XX secolo. La sua figura è stata oggetto di diverse interpretazioni, critiche e dibattiti nel corso degli anni, e il suo nome è spesso associato al periodo della Rivoluzione russa e ai primi anni dell’Unione Sovietica.

Il soprannome “Lenin” non fu un soprannome o pseudonimo inventato da Vladimir Ilyich Ulyanov stesso, ma fu piuttosto adottato in seguito, come parte del suo coinvolgimento nella lotta politica clandestina.

Quando Lenin si stava immergendo nella politica rivoluzionaria, la necessità di proteggere la sua identità divenne cruciale data la crescente repressione del regime zarista. Per questo motivo, molti rivoluzionari dell’epoca adottarono pseudonimi o nomi di battaglia per proteggere la loro identità reale.

Il nome “Lenin” derivò dal fiume Lena, che scorre nella Siberia orientale. Lenin scelse questo nome mentre era ancora in esilio prima della Rivoluzione del 1917. L’uso di pseudonimi era comune tra gli attivisti politici in quegli anni, e questi nomi di battaglia spesso avevano un significato simbolico o geografico.

Quindi, Vladimir Ilyich Ulyanov divenne noto come Lenin, e questo nome lo avrebbe accompagnato per tutta la sua carriera politica e oltre, diventando uno dei nomi più noti nella storia mondiale.

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