IL PENSIERO MEDITERRANEO

Incontri di Culture sulle sponde del mediterraneo – Rivista Culturale online

Itinerario storico – artistico del Salento, sulle orme di Limburg – Castromediano

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titolo articolo di Francesco Sammati

di Francesco Sammati

Il turista che nel Salento è attratto da incantevoli scenari naturali, monumenti, palazzi e chiese uniche nel loro genere, dopo le consuete visite, potrebbe essere indirizzato verso percorsi tematici particolarmente rilevanti ed emozionanti.

Tra i personaggi di rilievo e le casate della nobiltà salentina che si prestano a itinerari turistici particolari, certamente troviamo i Limburg – Castromediano, le cui vicende si intrecciano con la storia e la cultura locale, italiana ed europea. Questo avvincente percorso coinvolge sette distinte località del territorio salentino : Lecce, Rudiae, S. Pietro in Lama, Castromediano, Cavallino, Cannole, Morciano di Leuca.

1. LECCE
Duomo , Cripta di Mons. Giov. Battista Castromediano – Piazza Sigismondo Castromediano  – Palazzo  Castromediano (Piazza Pellegrino) – Museo Castromediano

2. RUDIAE
Parco archeologico di Rudiae

3. S. PIETRO IN LAMA 
Chiesa “Madonna del Pozzino”

4. CASTROMEDIANO 
Piana di Tafagnano – Torre Colombaia – Parco Adele Savio di Berstiel

5. CAVALLINO 
Piazza – Monumento Sigismondo Castromediano  – Palazzo ducale  – Parco archeologico museo diffuso – Chiesa ex convento Padri Domenicani – Porta S. Giorgio – Pozzo S. Domenico –  Chiesa Maria SS. Assunta – Statua Francesco Castromediano – Ussano

6. CANNOLE
Cerceto – Borgo masseria Torcito e parco archeologico

7. MORCIANO DI LEUCA
Ducato  di  Marciano –    Castello  dei  Castromediano/Valentini

LECCE

Duomo – Cripta

Nella Cripta del Duomo troviamo il sarcofago di Giovanni Battista Castromediano,  che dal 1532 al 1552 fu vescovo della diocesi di Lecce. Egli, avendo ereditato la Curia vescovile gravata da pesanti debiti, la salvò dal dissesto economico grazie ad un generoso contributo da parte di suo padre, il barone Sigismondo. Nel 1545, fu delegato dalla Città di Lecce per presentare a Napoli l’atto di obbedienza all’Imperatore Carlo V.

Sarcofago di Mons. Giovanni Battista Castromediano, ultimo vescovo nativo di Lecce · 26 febbraio 1535 • 17 gennaio 1552

Piazza – monumento a Sigismondo Castromediano

La statua, opera del maestro scultore Antonio Bortone, fu commissionata nel 1898 dal sindaco di Lecce Giuseppe Pellegrino. La Piazza è ubicata nel centro storico della città, a pochi passi da Santa Croce.

Palazzo dei Castromediano

Edificio del XVI secolo, si trova In Piazza Pellegrino, già Piazza della Zecca.
Acquisito con atto redatto dal Notaio Giovanni Maria Quartararo di Lecce il 9 maggio 1525, dal barone Sigismondo I Castromediano. Successivamente ampliato dai suoi eredi.

Museo provinciale Sigismondo Castromediano

E’ il più antico museo archeologico della Puglia. Fonda to nel 1868 da Sigismondo Castromediano, patriota, archeologo – Marchese di Cavallino e duca di Marciano. Ricco di antichissimi reperti provenienti da tutto il Salento.

RUDIAE

Parco archeologico di Rudiae

Antica città della confederazione messapica (sec. V a.C.), poi municipio romano, nota per aver dato i natali allo scrittore e padre della letteratura latina Quinto Ennio
Sono due gli episodi che legano Rudiae ai Castromediano: il primo probabile e verosimile, il secondo ampiamente documentabile.

Accadde che nel 1155,  per manifesta disubbidienza al Re normanno,  Rudiae fu rasa al suolo dall’esercito di Guglielmo I detto Il malo; punizione  che subirono altre città della Puglia come Bari, Brindisi e Lecce, ma non con esiti cosi devastanti.

Tra le truppe normanne mercenarie vi erano quelle condotte da Kiliano di Limburg (capostipite dei Castromediano), dei liberi signori della Franconia nella Signoria di Limburg (edelfrei), che si distinsero per efficienza e determinazione. Vero è che nel novembre del 1156 , Registrato a Napoli nel primo foglio dei Privilegi 26, notaio Matteo, Kiliano riceve in dono, e quindi viene premiato per il suo impegno anche per la distruzione di Rudiae, dal Re Guglielmo I, il feudo di Castelmezzano (Castrum medianum) e Pietra Pertosa nelle Dolomiti lucane.

Nel secondo troviamo Sigismondo Castromediano, componente del Consiglio provinciale di Lecce e Presidente della Commissione conservatrice dei monumenti storici e di Belle arti, che nel 1868 avvia per la prima volta in modo sistematico e scientifico gli scavi di Rudiae, diretti sul campo da Luigi De Simone. L’archeologo Castromediano selezionò con accuratezza i reperti degli scavi di Rudiae, in particolare le ceramiche figurate di produzione attica e italiota e le epigrafi messapiche e romane,  che andarono a formare il nucleo principale della collezione del Museo.

SAN PIETRO IN LAMA

La cappella della Madonna del Pozzino

La cappella della Madonna del Pozzino, intitolata a Santa Maria delle Grazie, risale al XVI secolo e fu restaurata nel 1667. L’edificio fu costruito, con funzione di asilo ai pellegrini, dal vescovo di Lecce Giovanni Battista Castromediano. Presenta un semplice prospetto con timpano recante lo stemma della casata dei Castromediano.

CASTROMEDIANO

Da Piana di Tafagnano a Sigismondo Castromediano

Gran parte del Feudo di Tafagnano fu acquistato dal barone Sigismondo I Castromediano (da Giovanni Antonio Santa Croce, nel 1516) e, nel 1518, la parte restante di detto Feudo, da Giovanni Antonio di Severino.  
Nel 1969 il Consiglio Comunale di Cavallino intitolò l’intera località a Sigismondo Castromediano, duca di Morciano e marchese di Cavallino, scrittore, studioso, archeologo, deputato al 1° Parlamento Italiano. Sigismondo Castromediano (1811-1895), caso unico in Italia , è l’unico patriota del Risorgimento a cui è stato dedicato un Paese.

Torre colombaia

E’ una costruzione del XVI secolo, la più antica di Castromediano. Gioiello dell’architettura rurale del Salento e Memoria storica del territorio. Queste torri erano considerate segno tangibile del potere personale ed economico dei grandi proprietari terrieri e dell’alto ceto nobiliare. Costruita  dai Castromediano seguendo lo schema delle più conosciute torri di avvistamento costiere, di cui riprende caditoie, feritoie e merli di coronamento.

Parco Adele Savio di Birnstiel

Inaugurato nel 2015, il parco è stato dedicato alla nobildonna torinese Adele Savio di Birnstiel (1840 – 1901), figlia del barone Andrea (avvocato della Casa Reale, consigliere di Cavour) e Olimpia Rossi, poetessa e scrittrice.

Il nome del luogo è particolarmente legato al vissuto sentimentale, intimo e profondo di Sigismondo Castromediano che nel 1859, a Torino, incontra  Adele, giovane diciannovenne. Tra i due nasce una stupenda storia d’amore.  Un amore  romantico e appassionato,  narrato e descritto in due libri: nel 2007 Adele, di Giuseppe Giacovazzo, nel 2019 Cara Adele, caro Sigismondo Millerose fu cominciamento di un sogno, di Alessandra Marcellan.

CAVALLINO

Piazza – Monumento Sigismondo Castromediano

La statua del patriota del Risorgimento nella piazza omonima, realizzata nel 2005 in marmo bianco di Carrara, è opera dello scultore Marco Mariucci.

Palazzo ducale

Dimora storica dei Limburg – Castromediano dal 1427, allorquando Aloisio I°, sposando Donna Aloisia, unica erede, figlia di Goffredo di Noha Signore di Cavallino, per diritto maritale diventa il I° barone di Cavallino della dinastia. I Castromediano avranno il possesso del beneficio feudale ininterrottamente per sedici successioni ereditarie.
Il palazzo ha subìto una serie di ampliamenti strutturali e rifacimenti a partire dalla metà del XVI secolo, tra il 1565 e il 1578, e nel corso del XVII. In particolare : tra il 1565 e il 1578 da parte di Giovanni Antonio II, tra il 1590 e il 1620 su iniziativa di Sigismondo II e tra il 1630 e il 1637 ad opera di Francesco, I° Marchese di Cavallino.

Parco archeologico museo diffuso

Il Duca Sigismondo Castromediano, nella seconda metà del 1800,  fu il primo a dare una dettagliata descrizione dell’abitato messapico di Cavallino risalente tra il XVI ed il XV secolo a.C.. Avviò una accurata  ricerca archeologica e collocò il prezioso materiale trovato nel Museo provinciale. Nel 1890 il Duca affidò l’incarico di una rilevazione grafica del sito all’archeologo Michele Mariano Arigliani.
In seguito, dal 1964, iniziarono delle campagne di scavi condotte dall’Università degli Studi di Lecce e della Scuola normale di Pisa.
Aperto nel 2003, il parco è racchiuso all’interno di una fortificazione di circa 3 km e comprende un ‘area di 69 ettari.

Chiesa e convento dei Padri Domenicani

Chiesa e convento furono costruiti tra il 1626 e il 1635 per volere della nobildonna Beatrice Acquaviva d’Aragona, consorte del Marchese Francesco Castromediano. Allo scopo, il Marchese dotò il monastero  di 10.000 nummi d’oro. L’atto costitutivo del Sacro luogo di culto all’Ordine dei Predicatori dei Padri Domenicani fu sancito da un contratto con il Papa Urbano VIII, il 1 Novembre del 1635.
La chiesa, adiacente al convento, sorge sui resti di una cripta basiliana dell’XI secolo. Sulla facciata vi è un portale sormontato dallo stemma della famiglia Castromediano.
Nel 1808 i Domenicani lasciarono il complesso conventuale per ordine di Gioacchino Murat, Re di Napoli, che sciolse gli ordini religiosi.

Porta S. Giorgio

Nel 1790,  Gaetano  Castromediano, Marchese di Cavallino e duca di Morciano, fece abbattere la vecchia porta edificandone una nuova, con l’uscita su Largo Osanna (lu Sannà) in direzione di Caprarica e di Campogrande.
Questa porta fu chiamata Porta Nuova, ma essendoci nella vicinanza la cappella di S. Giorgio (ora inesistente), i Cavallinesi cominciarono e seguitarono a chiamarla Porta S. Giorgio. Sul frontale è ben visibile lo stemma gentilizio dei Castromediano.

Pozzo San Domenico

Costruito nel 1633 per volontà di Beatrice Acquaviva d’Aragona, sposa del Marchese Francesco Castromediano, che volle fare dono alla comunità cavallinese di un’opera di pubblica utilità. Fu completato nel 1636 con la posa della statua di San Domenico di Guzman. Ha svolto la sua funzione per circa 300 anni.

Statua di Francesco Castromediano

La statua bronzea di Francesco Castromediano, I° Marchese di Cavallino (1598-1663), è stata realizzata dallo scultore – professore Salvatore Spedicato, inaugurata nel novembre 2017. E’ collocata al Largo tra le vie Garibaldi e Dante. La gran parte del patrimonio artistico di Cavallino la si deve alla sua incessante opera e dedizione.

Chiesa di Maria SS. Assunta

La Chiesa Madre, dedicata a Maria SS. Assunta, venne edificata a partire dal 1630. Sorge sui resti di una costruzione precedente, molto più piccola di quella attuale, e i lavori si protrassero sino al 1703.
Nel suo interno troviamo l’edicola di S. Giovanni Elemosiniere, protettore dei Castromediano, molto venerato nel feudo di Morciano, eretta nel 1703 da Fortunato Castromediano marchese di Cavallino e duca di Morciano, che la dotò di una rendita per la celebrazione di cinque messe solenni annue.
Sul lato destro vi è la cappella funeraria dei Castromediano. In essa è presente il monumento sepolcrale dei feudatari di Cavallino, eretto nel 1637 dal Marchese Francesco Castromediano.

Ussano

Nel 1578, Sigismondo II Castromediano acquistò per 9.300 carlini d’argento il villaggio di Ussano, con la Giurisdizione Civile, Criminale e mista, come si legge nel contratto stipulato dal Notaio Cesare Pandolfo di Lecce il 1° di ottobre e nel Regio Assenso ottenuto il 3 ottobre dello stesso anno.
Dell’originario complesso masserizio è visibile dall’esterno l’alta cinta muraria che abbraccia l’imponente portale di accesso con arco a tutto sesto. Nelle immediate vicinanze, l’omonimo menhir e tracce di carraie. L’insediamento, roccioso e collinoso, in età preistorica deve essere stato un villaggio autonomo molto florido a giudicare dai resti di numerose tombe (tutte ormai profanate).

CANNOLE

Cerceto – Parco naturale archeologico di Torcito

E’ stato il feudo posseduto più a lungo dai Castromediano ed il primo nel Salento (1272 – 1770).
Nel 1269, Riccardo Castromediano, pronipote di Kiliano, fu privato del feudo di Castelmezzano e Pietra Pertosa da Carlo D’Angiò I, Re di Sicilia e Napoli, perché colpevole di essersi schierato con gli Svevi nella guerra contro gli Angioini.  Ma lo stesso Carlo D’Angiò  I , nel 1272, donò a Ruggero II Castromediano, figlio di Riccardo, il feudo di Cerceto nella provincia d’Otranto, come si riscontra nei Registri Angioini della Sede Monetaria di Napoli .

Morto Ruggero II, il 12 dicembre dell’anno 1293, il primogenito, Giovanni I Castromediano di Limburg, nel 1294 fu confermato dal Re Carlo d’Angiò II come Barone di terra d’Otranto nel feudo di Cerceto – Regia Sede Monetaria nel – registro di detto Re, registrato sotto l’anno 1294, lettera G, foglio 32.  

Nel corso dei secoli, i Castromediano hanno curato e in vari interventi ampliato con nuove strutture il feudo.
Importanti furono le opere effettuate nel 1636 per volere di Francesco, Marchese di Cavallino. Sono stati aggiunti fabbricati destinati alla lavorazione dei prodotti della terra, a magazzini, ai prodotti della pastorizia, ad usi abitativi, una chiesa e una torre colombaia.
Cerceto è posto sull’importante e antico asse viario che da Lecce portava ad Otranto – Via Calabra – Il nucleo storico è costituito dal complesso Masseria Torcito.

Nel 1770, il 6 ottobre, con regio assenso, Domenico I Castromediano, per necessità finanziarie e con vivo rammarico, vendette l’antico feudo di Cerceto.

MORCIANO  DI  LEUCA

Ducato di Morciano

Don Sigismondo I Castromediano, il 2 novembre 1523, comprò da Bernardo Capece la Terra di Morciano con la sua ampia Giurisdizione Civile, Criminale e mista, le Udienze delle seconde cause, il diritto di Piazza e la Baiulazione.
Il 4 ottobre 1629 il Marchese Francesco Castromediano comprò la rimanente parte da Porzia di Ottavio Capece, Signora di Lucugnano.
Il Re di Spagna Filippo IV, nel 1642, elevò la baronia di Morciano a Ducato. In questo modo Francesco Castromediano divenne Marchese di Cavallino e Duca di Morciano.
Il Ducato di Morciano fu concesso dal Re per le opere meritorie in battaglia dei predecessori di Francesco, e in particolare:
Giovanni Antonio Castromediano che combatté con l’Armata Spagnola nelle colonie americane, in Portogallo contro i musulmani e nelle Fiandre. Decorato con le insegne della Regia Flotta Mare Oceano, in difesa dei convogli marittimi contro la pirateria, nel 1602 fu nominato Cavaliere di Calatrava, prestigioso ordine, la massima onorificenza  concessa dall’Impero spagnolo.
Fabio e Ottavio  Castromediano, che  perirono eroicamente, combattendo con una propria nave nell’epica  battaglia di Lepanto, contro  la flotta musulmana, il 7 ottobre 1571.

Castello dei Castromediano – Valentini

L’imponente castello, del XIV secolo, fu voluto da Gualtiero VI di Brienne.
Con l’introduzione delle armi da fuoco, i Castromediano adeguarono  le fortificazioni tra il XVI ed il XVII secolo.
Fu il baluardo contro le incursioni dei pirati arabi di tutto il promontorio Japigio.
La famiglia Valentini acquistò nel 1848 il castello e successivamente Valentino Valentini sposò Adelaide Castromediano, sorella del duca Sigismondo, importante attore del Risorgimento Italiano.

Francesco Sammati, con la collaborazione di Salvatore Conte

Fonti:
Angelo  Fusco, Cronologia dei Castromediano di Lymburgh, 1660
Antonio Garrisi, Cavallino, i luoghi della memoria, Biblioteca Google

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