IL PENSIERO MEDITERRANEO

Incontri di Culture sulle sponde del mediterraneo – Rivista Culturale online

Correva l’Anno Domini 1684 e in città (Lecce) fu collocata sulla colonna la statua di Sant’Oronzo.

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La statua di Sant'Oronzo specchiata sulla vetrata del Sedile

La statua di Sant'Oronzo specchiata sulla vetrata del Sedile

di Giorgio Mantovano

La colonna di Sant'Oronzo riflessa sulla vetrata del Sedile
La colonna di Sant’Oronzo riflessa sulla vetrata del Sedile

Dalle memorie dell’ Ing. Giuseppe Cino apprendiamo come entrò in città e fu collocata sulla colonna la statua di Sant’Oronzo.

E’ una descrizione suggestiva che vale la pena rievocare, oggi che la statua riposa, a seguito di restauro, nell’ingresso di palazzo Carafa:

“A 9 luglio di domenica entrò in Lecce la statua di rame del nostro S. Oronzio venuta da Venezia per collocarsi sopra alla colonna della pubblica piazza quale statua si piglio’ professionalmente dalla Chiesa dei PP. Alcantarini fuori le mura associata da tutte le confraternità, Conventi e dal Reverendissimo Capitolo ed infinità grande di nobili, civili, ed artigiani colle torce accese e con tutta la soldatesca della Provincia a piede e a cavallo, quale statua si portava sopra una bara grande, e la sostenevano 24 persone benvestite e tutte guarnite di seta.

Andavano avanti di detta bara i musici cantando lodi al detto Santo.

Nell’entrare in piazza si fece una salva reale di mortaretti con lo sparo dell’artiglieria del Castello e anche delli soldati.

Per tirare poi la detta statua sopra la colonna si fecero due molinelli uno alla parte del Sedile e l’altro alla parte della Bagliva.

In questo tiravano il Sindico Sig. Domenico Stabile col nuovo Sindico dell’avvenire Sig. Giuseppe di Pompeo Paladini, il Governatore della Città Marchese di S. Caterina e nobili e civili, ed in quello verso il Sedile tiravano i Sacerdoti del Capitolo ed arrivata già sopra la detta colonna si colloco’ e si fece l’altra scarica di artiglieria e mortaretti e poi si intono’ il Te deum con il suono di tutte le campane della città a gloria.

L’architetto fu Mastro Giuseppe Zimbalo. Era Vescovo D. Michele Pignatelli e Preside D. Marcantonio De Riso. “

La narrazione è tratta da “Memorie ossia Notiziario di molte cose accadute a Lecce dall’anno 1656 sino all’anno 1719 del Signor Giuseppe Cino Ingegnere leccese”, in Cronache di Lecce, a cura di Alessandro Laporta, Edizioni del Grifo, 1991.

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