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La Crisi dei Missili: Quando gli Americani Impedirono ai Russi di Mettere una Base a Cuba

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Crisi Cuba

Rodopi di Menfi


La Guerra Fredda, un periodo di tensioni politiche ed ideologiche tra Stati Uniti e Unione Sovietica, ha visto uno dei momenti più critici e pericolosi nella storia delle relazioni internazionali: la Crisi dei Missili Cubani del 1962. Questo evento segnò un punto culminante nella rivalità tra le due superpotenze, quando gli Stati Uniti impedirono ai russi di stabilire una base missilistica a Cuba, portando il mondo sull’orlo di una guerra nucleare.

Contesto storico:
La Crisi dei Missili Cubani ebbe origine quando gli Stati Uniti scoprirono l’installazione di missili nucleari sovietici a Cuba nel 1962. Il presidente americano John F. Kennedy, informato dell’esistenza di queste installazioni, reagì con fermezza, ritenendo che la presenza di armi nucleari così vicino al continente americano rappresentasse una minaccia diretta alla sicurezza nazionale.

La minaccia nucleare a portata di mano:
Le immagini aeree scattate dagli aerei spia americani confermarono le preoccupazioni degli Stati Uniti: missili balistici sovietici a medio e lungo raggio erano schierati a Cuba, con la capacità di colpire gran parte degli Stati Uniti continentali in pochi minuti. Questa scoperta sollevò il timore di un attacco nucleare improvviso e senza preavviso.

La risposta di Kennedy:
Il presidente Kennedy, dopo consultazioni con i suoi consiglieri più stretti, decise di adottare una linea dura nei confronti dell’Unione Sovietica. In un discorso televisivo del 22 ottobre 1962, annunciò il blocco navale di Cuba per impedire l’arrivo di ulteriori missili e chiese il ritiro immediato di quelli già schierati sull’isola. Kennedy avvertì che qualsiasi attacco da parte dell’Unione Sovietica sarebbe considerato un atto di guerra, portando il mondo sull’orlo di una possibile catastrofe nucleare.

La tensione internazionale:
Le due superpotenze si trovarono in una situazione estremamente delicata e pericolosa. Le navi sovietiche, cariche di rifornimenti per Cuba, si scontrarono con il blocco navale americano. Il mondo trattenne il respiro, temendo che la situazione potesse degenerare in un conflitto nucleare su vasta scala.

La risoluzione pacifica:
Fortunatamente, una soluzione pacifica fu raggiunta attraverso intense negoziazioni diplomatiche tra gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica. Il leader sovietico Nikita Khrushchev accettò di ritirare i missili da Cuba in cambio della promessa degli Stati Uniti di non invadere l’isola e di smantellare alcune basi missilistiche statunitensi in Turchia. Questo accordo segnò la fine della Crisi dei Missili Cubani e attenuò la minaccia imminente di una guerra nucleare.

Conclusione:
La Crisi dei Missili Cubani rappresenta un capitolo critico nella storia delle relazioni tra Stati Uniti e Unione Sovietica durante la Guerra Fredda. La decisione di Kennedy di resistere fermamente alla presenza di missili nucleari a Cuba e la successiva risoluzione pacifica attraverso il dialogo diplomatico sottolineano l’importanza della gestione delle crisi internazionali per evitare le conseguenze devastanti di un conflitto nucleare.

Questo però ci porta ad una riflessione: se allora agli USA dette fastidio la presenza della Russia a pochi chilometri da casa sua, penso che altrettanto fastidio dovrebbe dare a Putin la presenza della NATO in Ucraina. Sbaglio?


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