IL PENSIERO MEDITERRANEO

Incontri di Culture sulle sponde del mediterraneo – Rivista Culturale online

Presentazione del libro di Luigi De Luca “La cultura non basta. Contro l’industria della cultura, per un’arte di comunità” a Martano presso Kalòn di Itaca Min Fars Us

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Locandina evento Luigi De Luca

Un incontro di notevole spessore intellettuale quello con il Dr. Luigi De Luca, direttore del Museo Castromediano di Lecce e Coordinatore dei Poli biblio museali della Regione Puglia, previsto per martedì 20 febbraio alle ore 18.00, presso il Centro Culturale tò Kalòn di Itaca Min Fars Hus in via Marconi 28 a Martano (Lecce).

De Luca è autore di un agile e intenso volume dal titolo “La cultura non basta. Contro l’industria della cultura, per un’arte di comunità”,, uscito per le Edizioni dell’asino di Goffredo Fofi nel settembre 2023 e subito diffuso in tutto il Salento attraverso numerosissime presentazioni e folti incontri pubblici di discussione.

Nella “nicchia” di tò Kalòn il libro giunge, dunque, con un onorevole e significativo background dialettico, ma anche con un’inesauribile carica comunicativa, giacché, a tò Kalòn (e a Itaca Min Fars Hus), i temi proposti dal libro non solo sono, per così dire, connaturati alla “ragion d’essere” e come tali sono stati affrontati di recente con due partecipatissimi incontri coordinati dal prof Vito D’Armento (” Il Sud e la Cultura” 26 gennaio e 8 febbraio 2024), ma sono stati”vissuti” per così dire, direttamente, come esperienza concreta, dal Gruppo Teatrale di Sperimentazione Min Fars Hus, fondato e diretto da Anna Stomeo, che in oltre vent’anni di attività artistica e creativa, (con oltre venti

spettacoli e innumerevoli performance all’attivo e riconoscimenti di pubblico e di critica per due generazioni di ottimi giovani attori), ha dovuto costantemente lottare, fino ad oggi, per il riconoscimento reale ed effettivo (in termini di visibilità e diffusione culturale e artistica e non solo di parziale retribuzione economica) da parte della burocrazia culturale teatrale ufficiale, incardinata nelle istituzioni pubbliche e poco inclusiva nei confronti nuove realtà artistiche creativamente autonome.

Un tema, questo dei rapporti degli artisti con il potere economico e culturale, che tocca da vicino molti artisti, teatrali (e non solo) salentini ( e non solo), nei confronti dei quali invece, il dr Luigi De Luca, in oltre trent’anni di attività intellettuale e istituzionale, ha sempre mostrato una grande sensibilità e una competente attenzione.

Molto o quasi tutto di quello che è successo nel Salento degli ultimi trent’anni e oltre (dall’ I.S. T. A., dell’ 87, all’archivio vivente dell’Odin Teatret, dalla valorizzazione e divulgazione dell’opera unica di Carmelo Bene, alla creazione di veri e propri circuiti culturali popolari e specialistici, dalle biblioteche alla rivoluzione del Museo Castromediano, che, con De Luca, ha potenziato le proprie caratteristiche di custodia del patrimonio culturale aprendosi all’universo artistico contemporaneo) è dovuto all’ideazione e all’azione

operativa del Dr Luigi De Luca, che ha saputo progettare, ma anche dialogare, proficuamente e sinergicamente, con i progetti dei politici pugliesi più attenti e sensibili, come Loredana Capone.
Tanti i progetti e le iniziative di cui è stato protagonista .
Un lavoro produttivo e proficuo per la cultura salentina, che De Luca ha svolto e svolge con una grande onestà intellettuale. Quella stessa onestà che oggi lo porta ad analizzare, con chiarezza di visione critica, le carenze del contesto socio-culturale nei suoi rapporti con l’industria culturale e il potere economico e mediatico.
Di qui l’impegno elaborativo di De Luca che intende prospettare, con altrettanta chiarezza e realismo, una nuova cultura che finalmente “basti a sé stessa” e alla pluralità delle comunità che la esprimono. L’espressione “la cultura non basta” è lodevolmente mutuata dall’ex Presidente dell’Uruguay José Pepe Mujica, grande Maestro di speranza per il XXI secolo, che la usava per mettere in evidenza la grande lotta iniziata dal suo popolo per liberarsi dal neocolonialismo e il necessario comportamento etico, improntato alla sobrietà, che deve sottostare alla realizzazione di una vera transizione nei rapporti umani.
“La cultura non basta” se non serve a fare vivere in pace l’umanità e a liberarla dall’autodistruzione in agguato. La cultura è tale se si accompagna ad un recupero etico e politico di quello spirito di comunità che la globalizzazione neo capitalista ha soffocato nell’egoismo neoliberista.

Laureatosi al D.A.M.S. di Bologna negli anni Ottanta, De Luca ha cominciato giovanissimo a lavorare nelle istituzioni culturali della Puglia, facendosi portatore di un metodo innovativo e di contenuti inediti che aveva appreso in fase di formazione e, che, all’epoca, sconvolsero non poco la pigrizia mentale dei benpensanti. Innovazioni legate ad una vera e propria visione del sistema culturale come sistema collettivo e partecipato, che, negli anni, hanno invece contribuito a cambiare la cultura pubblica salentina e la mentalità creativa delle giovani generazioni.
Sindaco di Cursi negli anni Novanta (comunità dove è nato e dove vive nel completo e diligente rispetto della natura e dell’ambiente) De Luca è sempre stato convinto che la scomparsa delle comunità locali “operose”, in seguito al dilagare della società industriale capitalista , abbia determinato, nel passato e a tutt’ oggi, la più grande trasformazione sociale che l’umanità ha vissuto e che può trasformarsi in una vera e propria calamità sociale, se abbandonata a sé stessa e trascurata, senza progetti alternativi di rinascita.
Questo senz’altro uno dei nodi chiave della sua analisi e della sua proposta politico -, culturale: ricostituire uno spirito di comunità non solo nei rapporti sociali, ma anche nell’arte come momento massimo di libertà e relazionalità perciò come “arte di comunità”, unica possibilità di costruire .nuovi mondi immaginativi e operativi.
Mondi che contribuiscono a valorizzare la complessità e la diversità, che rifiutano la chiusura identitaria, per “un’arte di comunità” e di condivisione, capace di ribaltare i rapporti di spoliazione e appropriazione fondata

sul predominio del mercato e del profitto.

A tò Kalòn Luigi De Luca è di casa, avendo in passato partecipato come relatore e come mentore, a molti eventi organizzati da
Anna Stomeo e Paolo Protopapa, e per l’empatia che ha sempre comunicato a tutti gli amici e frequentatori assidui di tò Kalòn, noti, ormai, positivamente, nei circuiti salentini, per la loro vigile e dialettica attenzione conoscitiva.
A tò Kalòn, insomma, si discute sempre con cognizione di causa e reciproco rispetto.
E sicuramente martedì 20 i presenti non vorranno perdere questa ulteriore occasione di conoscenza e di ‘esercizio critico della ragione’, come nelle migliori tradizioni culturali ‘di nicchia’ e di confronto.

Sicuramente gli amici di tò Kalòn giungono “preparati”, come sempre, anche a questo incontro e avranno non poche riflessioni da proporre e da condividere con il dr De Luca, in merito alle esperienze di ciascuno e al futuro della collettività.

Questo intenso , piccolo volume che De Luca propone, e ha proposto, in questi ultimi mesi, ad una platea sterminata di conterranei e non solo, facendoli partecipare e discutere, può essere definito, a nostro avviso felicemente e positivamente, un “pamphlet ” nel significato ‘alto’ che di questo termine ci ha trasmesso l’illuminismo, quando a scrivere “pamphlet”erano i grandi filosofi e gli intellettuali desiderosi di promuovere una loro causa educativa, etica e politica. Esattamente con lo stesso spirito, a nostro avviso, De Luca ci conduce, con questo volume, in un universo critico, ma costruttivo e carico di speranza.
Un piccolo capolavoro di analisi critica e di sintesi teorica su un tema che l’autore vive dall’interno e al quale dedica quotidianamente il suo intenso lavoro.
Il volume contiene infatti una critica inequivocabile e, a tratti, persino spietata dell’industria culturale dominante, nei suoi rapporti con la creatività autentica degli artisti, costretti spesso a contrattare e barattare i propri progetti o a sparire nell’oblio umiliante dei gestori ufficiali della memoria culturale.
De Luca, invece, difende la memoria storica del patrimonio artistico salentino anche grazie all’ innovativo concetto di archivio, e di museo, che ha proposto dal suo insediamento a direttore del Castromediano.

Da tecnico ed esperto delle istituzioni culturali, che ha diretto e dirige, con efficienza e competenza, De Luca, sostiene, senza mezzi termini, la necessità di una vera e propria rivoluzione culturale, capace di scardinare alle radici gli interessi economici dell’industria della cultura e dei suoi condizionamenti geopolitici e finanziari.
Se inequivocabile è l’analisi e la condanna, altrettanto inequivocabili sono le soluzioni pratiche e teoriche proposte, con spirito che ci piace definire quasi gramsciano, cioè attento al ruolo dell’intellettuale nell’evoluzione dei bisogni culturali della comunità.

Le domande che De Luca si pone sono domande ad hoc, scaturite direttamente dalla sua esperienza professionale e dalla sua passione civile, che lo ha portato a conoscere da vicino tutti gli aspetti positivi e negativi del mondo artistico e culturale pugliese negli ultimi trent’anni.
E tuttavia sono domande complesse, che scaturiscono anche dalla profonda preparazione culturale di De Luca e dalle colte e aggiornate letture rivelate dalle dotte citazioni, nel libro, di oltre cinquanta autori contemporanei, tra scrittori, artisti, filosofi, economisti, sociologi, antropologi, politici e poeti.
Un ampio spettro di visioni culturali, che si offre al lettore per sollecitarne, a seconda dei casi, la complicità o la curiosità conoscitiva.. Un programma di futuro e di innovazione radicale e fondamentale per la rinascita della comunità e delle sue espressioni artistiche più autentiche e necessarie.

Un incontro sicuramente da non perdere, che si preannuncia carico di novità, di stimoli e di proposte costruttive.
Ma anche, e forse soprattutto, un commovente atto d’amore per l’arte da parte di un intellettuale e di un professionista che all’ arte, alla cultura (e agli artisti) ha dedicato, senza riserve, l’intera propria vita. (A.S.)


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