IL PENSIERO MEDITERRANEO

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È uscito il libro di Gabriele Centorame: “IL NIENTE” – II Parte (Riflessioni filosofico-scientifiche sull’origine del mondo) con prefazione di Enzo Concardi

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Centorame Gabriele 2024 Il Niente.

Centorame Gabriele 2024 Il Niente.

Pubblicato il libro “IL NIENTE” – II Parte (Riflessioni filosofico-scientifiche sull’origine del mondo) di Gabriele Centorame, con premessa di Enzo Concardi, Guido Miano Editore, Milano 2024.

L’autore precisa che quest’opera, Il Niente – II Parte,segue altri due testi: Prolegomeni al Niente (tuttora inedito) e Il Niente – I Parte (pubblicato nel 2016). E così riferisce: «Il tutto in forma di saggio e di cronaca. Prolegomeni abbraccia il periodo dal 4 gennaio 1991 al 15 agosto 1991, Il Niente – I Parte dal 6 gennaio 1992 al 29 gennaio 1998 e Il Niente – II Parte dal 4 febbraio 1998 al 26 aprile 2021. Vengono trattati avvenimenti storici, politici e principalmente filosofici, seguendo un percorso mentale che tende all’affermazione del “Niente” come principio eterno e assoluto, verità completa, fondata e incontestabile».

Non v’è dubbio che si tratti di uno scritto alquanto originale, sia dal punto di vista formale che da quello contenutistico. La struttura letteraria scelta è quella di un diario nel quale, tuttavia, vi sono pochissime narrazioni autobiografiche, mentre sono preponderanti le dissertazioni filosofiche e scientifiche sulle origini del mondo, soprattutto dovute al superamento della fisica classica da parte della fisica quantistica.

Per rendere la prosa relativa ad argomenti così concettuosi, scorrevole e divulgativa, i suoi ragionamenti sono concisi e sufficientemente leggibili dai molti, e quindi quasi didattica. Infatti egli si avvale anche spesso di una scrittura tautologica, in modo che il lettore possa interiorizzare e memorizzare i tanti principi teorici contenuti nel libro. In altre parole egli accompagna l’interlocutore alla scoperta dell’affascinate mondo delle ipotesi e teorie elaborate da filosofi, pensatori e scienziati circa i misteri della vita e dell’universo. Tutto ciò assomiglierebbe quasi al metodo espositivo galileiano se avesse utilizzato anche forme dialogiche.

 Un altro punto positivo di tale scrittura riguarda la suddivisione in brevi capitoletti, che sono quasi tutti leggibili in modo autonomo, poiché si tratta di dissertazioni concluse in sé: anche aprendo le pagine a caso è possibile trovare materia per riflessioni profonde sulla condizione umana, senza dover scorrere avanti o indietro per cercare nessi logici. Frammiste all’assidua ricerca per la dimostrazione del Niente – un niente per l’autore assoluto, filosofico, cosmico, fatto di materia e antimateria e che non ha nulla a che vedere con il nihilismo niciano e che non implica una negazione di Dio – vi sono pagine che parlano dell’assurdità delle guerre, della nostalgia di paesi esotici dei paradisi caraibici; che contengono osservazioni naturalistiche, previsioni sul futuro dell’umanità, pillole di saggezza per il vivere bene, commenti sulla situazione politica ed economica italiana e mondiale; che trattano fenomeni come le migrazioni, le disuguaglianze sociali, la corruzione e il declino della società italiana, capitalismo e comunismo, il terrorismo distruttore… Penso che si possa quindi anche considerare tale tipo di letteratura una sorta di Zibaldone sul modello leopardiano, visto anche che Centorame colloca il Leopardi tra i sui autori preferiti.

Nonostante l’affermazione dogmatica iniziale, ad una attenta lettura del libro, si può affermare che l’impostazione ideologica di Centorame non sia da considerarsi solo razionalistica, ma anche umanistica: si riscontra una tensione ad unire ragione e valori umani, scienza e coscienza, sapere e bellezza, spiritualità e laicità. Infatti accanto agli scienziati e al loro pensiero (Pierre e Marie Curie, Charles Darwin, Paul Dirac, Albert Einstein, Benjamin Franklin, Isaac Newton, Max Planck, Carlo Rubbia, Emilio Segrè, Antonino Zichichi… tanto per citarne solo alcuni tra i più noti al grande pubblico) egli cita spesso poeti, scrittori, teologi cristiani, santi, pensatori antichi, verso i quali nutre stima, considerazione e spesso condivisione di idee: ci parla delle illusioni leopardiane come uniche realtà del mondo; della grandezza di Dante e dell’Infinito finito; della rivoluzione cristiana dell’amore, volàno per il miglioramento dell’uomo; del pregio della regola benedettina ora et labora; dello spessore di Sant’Agostino; di “Eros e Thanatos” in Freud; dell’influenza di Santa Caterina da Siena nella sua epoca; dei sempre indispensabili Socrate, Aristotele, Platone, Eraclito, Pitagora, … E, in un passaggio del capitoletto Super Stringhe, argomenta: «… Nel prologo del Vangelo secondo Giovanni è scritto all’inizio: “Nel principio era la parola, la parola era con Dio, e la parola era Dio”… L’origine è un suono, una vibrazione nel mare del Niente. La vibrazione primordiale creatrice è presente nelle culture antiche e nelle religioni, ed oggi affiora in modo meraviglioso nella scienza moderna, con la teoria delle stringhe, vibranti all’origine della materia». Sembra quindi non esserci nessuna contraddizione tra Nuovo Testamento e scoperte scientifiche attuali.

L’autore trae poi le sue conclusioni derivanti dalla rivoluzione scientifica moderna, che sottopongo all’attenzione del lettore nell’intento di invogliarlo a leggere Il Niente, che, per paradosso, contiene il Tutto: «Porre al centro d’interesse filosofico le relazioni anziché le individualità implica un cambiamento anche in campo etico. Al posto dell’individualità accesa e dell’auto referenzialità poniamo le relazioni umane e l’armonia tra le parti. Gli obiettivi da perseguire sotto tale nuovo aspetto sono: 1) uguaglianza economica tra i cittadini; 2) eliminare le guerre, magari costituendo un unico esercito su tutto il globo terrestre; 3) nei limiti del possibile cambiamenti positivi in campo ecologico e per finire 4) eliminare le centrali nucleari del pianeta.

Nel momento in cui perseguiamo con convinzione ed onestà tali obiettivi, finalmente siamo degni di rispondere in modo credibile alle fatidiche tre domande tradizionali della filosofia. A) Chi siamo? Un insieme di relazioni. B) Che dobbiamo fare? Agire per il bene comune, che è pure il nostro bene; e in riferimento alla domanda finale… C) Cosa ci dobbiamo aspettare per il futuro? Un mondo migliore, il contrario di quello che sta accadendo dal 24 febbraio 2022 con la guerra in Ucraina”.

Enzo Concardi


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