IL PENSIERO MEDITERRANEO

Incontri di Culture sulle sponde del mediterraneo – Rivista Culturale online

I DATI DELL’EMIGRAZIONE DEGLI ITALIANI

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RADICI ASSOCIAZIONE

Dall’ultimo Rapporto 2016 “Italiani nel Mondo” (Fondazione Migrantes – Organismo Pastorale della CEI): “… la mobilità è una risorsa, ma diventa dannosa se è a senso unico, quando cioè è una emorragia di talento e competenza da un unico posto e non è corrisposta da una forza di attrazione che spinge al rientro…”.

L’Italia di oggi non riesce a trattenere, ma neanche ad attrarre talenti, la mancanza di un flusso bidirezionale ove la spinta a emigrare diventa un fattore di sviluppo sociale ed economico.

Una triste, ma reale premessa agli sconfortanti dati 2016 che evidenziano la forte ripresa del flusso migratorio degli italiani alla ricerca di aspettative lavorative o di vita.

Gli italiani iscritti all’AIRE (Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero), al 1 Gennaio 2016, sono 4.811.163, pari al 7,9% dei 60.665.551 residenti in Italia (dati Istat al giugno 2016). Il trend é in continuo aumento (+ 3,7% dal 2015).

Oltre la metà dei cittadini italiani all’estero (+2,5 milioni) risiede in Europa (53,8%) mentre oltre 1,9 milioni vive in America (40,6%) soprattutto in quella centro-meridionale (32,5%).

In particolare: le donne rappresentano il 48,1%; i minori un 15,1% e gli anziani (over 65enni) 20,2% sul totale degli iscritti all’AIRE.

Dal 2006 al 2016 la mobilità italiana è aumentata del 54,9% (da 3 a oltre 4,8 milioni).

Le comunità italiane più numerose si registrano in Argentina, Germania e Svizzera, con variazioni più significative degli ultimi 11 anni verso la Spagna (+155,2%) e il Brasile (+151,2%).

L’analisi per classi di età mostra come la fascia più rappresentativa sia quella dei 18-34 anni (36,7%) seguita dai 35-49 anni (25,8%) e comunque tutte le classi di età sono in aumento rispetto allo scorso anno, tranne gli over 65 anni.

Per quanto concerne il titolo di studio, il 25,7% ha un diploma di scuola superiore, con una leggera prevalenza degli uomini (il 26,1% contro il 25,1% delle donne).

Le regioni per le quali è più importante il flusso migratorio di cittadini italiani verso l’estero sono la Lombardia (19,9%), la Sicilia (10,2%), il Veneto (7.903, pari al 8,9%), il Lazio (7.851 pari al 8,8%) e il Piemonte (6.237 pari al 7,0%).

Siamo il Paese con più emigranti

Nel 2016 sono stati 114.512 gli italiani che si sono trasferiti all’estero: è record di italiani che se ne vanno, più di spagnoli e tedeschi, mai successo prima. In media chi parte ha tra i 25 e i 34 anni ma dal 2011 sono aumentati del 225% i giovanissimi, tra i 20- 24 anni.

Se volessimo essere ottimisti potremmo dire che in fondo è la globalizzazione. Che dalle regioni con più connessioni con l’economia mondiale i giovani vadano a lavorare all’estero è cosa buona e giusta, fisiologica, e non c’è da preoccuparsi, anzi.

L’Italia è oggi il sogno, per alcuni avveratosi, di molti immigrati provenienti dai paesi più poveri dell’Europa e del mondo. Ma in passato non è stato così. Gli Italiani infatti sono stati protagonisti dei più grandi flussi migratori della storia tra l’Ottocento ed il  Novecento.

Nell’Ottocento l’arretratezza agricola spinse migliaia di lavoratori, che vivevano in situazioni precarie, ad abbandonare la penisola alla ricerca di una vita e un futuro migliori.

All’inizio, negli anni precedenti l’Unità italiana, si trattava di migrazioni all’interno della stessa Europa, le cui mete preferite erano Paesi come Francia, Svizzera, Germania.

Ma l’emigrazione italiana iniziò in modo consistente dopo l’Unità quando, circa undici milioni di italiani, si avventurarono oltreoceano con vecchie navi lasciando l’Italia e dirigendosi verso i Paesi dell’ America Latina, Brasile e Argentina poiché proprio in quei territori vi era una maggiore richiesta di manodopera nelle industrie e perché in quei Paesi vi erano abbondanti territori incolti che sarebbero potuti essere trasformati in campi adatti all’agricoltura e all’allevamento.
A partire dal 1890 l’Italia fu investita da un secondo flusso migratorio, conosciuto come new migration.

Gli Stati Uniti, che in quegli anni stavano vivendo una crescita economica senza pari nella loro storia, furono la principale meta per circa quattro milioni di italiani, soprattutto uomini adulti, provenienti dal sud Italia che abbandonarono temporaneamente la loro Patria.

Temporaneamente perché il vero intento dei migranti era quello di fare fortuna all’estero e di usare i soldi guadagnati in patria per alleggerire la situazione di crisi che l’Italia si trovava a vivere in quegli anni.

Il denaro proveniente dall’estero, le cosiddette “rimesse”  infatti, aiutò molto l’Italia permetten-dole di acquistare le materie prime di cui aveva bisogno ed estinguere i debiti contratti con altri Paesi.

Proprio per questi motivi l’emigrazione fu appoggiata da numerose forze politiche che vedevano in essa un’ ottima occasione per  i contadini per uscire dalla miseria e risollevare l’economia dell’intera penisola, un altro vantaggio non di poco conto portato dall’emigrazione fu il desiderio di imparare a leggere e scrivere che aveva fatto nascere nelle persone.

I proprietari terrieri invece non condividevano affatto la tesi di politici e studiosi perché, a causa della carenza di manodopera, si videro costretti ad aumentare notevolmente i salari.

Questo flusso migratorio cessò con lo scoppio della Grande Guerra, poi riprese con la crisi che fece cadere l’intera Europa nel baratro e cessò definitivamente quando la voglia di mantenere il benessere raggiunto fino ad allora negli USA sfociò con la diffusione della xenofobia ossia della paura del diverso che spinse il governo statunitense ad attuare provvedimenti che limitassero l’entrata di italiani e degli altri europei nel territorio americano.

Con la fine della Seconda Guerra Mondiale, a partire dal 1945, l’ondata migratoria coinvolse l’Italia meridionale e insulare ma questa volta le mete ambite furono Paesi dell’ Europa: all’inizio gli italiani vennero attratti dagli alti salari che offriva il Belgio, successivamente si spostarono in Germania e in Svizzera dove vi era una richiesta di manodopera nelle industrie metal meccaniche.

Il flusso migratorio verso l’estero cominciò a diminuire intorno agli anni Sessanta quando in Italia ci fu il boom economico che fece nascere, nel nord Italia, piccole e medie industrie che, per funzionare, avevano bisogno di manodopera. Iniziò così una forte migrazione interna che “obbligò” i contadini e i braccianti del sud ad abbandonare il Meridione, povero, arretrato ed ad economia agricola e a trasferirsi al Nord in cerca di lavoro e di una vita più dignitosa contribuendo allo sviluppo non solo del Settentrione, ma a quello dell’intera Nazione.

In tal modo molte aree del Mezzogiorno si spopolarono mentre i Paesi industrializzati del Nord si sovraffollarono.

“Migliaia di persone decidono di lasciare il proprio Paese, rischiano tutto per migliorare o salvare la propria vita. Uomini, donne e bambini forti di una volontà e di un progetto che nessun muro o barriera può fermare,”

 Luca Cusani, Presidente del Naga

LE RAGIONI DEL PROGETTO

IL PROGETTO RADICI

Il Progetto “Radici” nasce per sottolineare il patrimonio storico, culturale ed umano legato al grande esodo migratorio dalle Regioni del Sud che coinvolse l’Italia a partire dalla fine del 1800 e che ha riguardato più di 27 milioni di persone.

Un itinerario ricco e suggestivo che mostra beni materiali ed immateriali a corredo di questa importante storia.

Il Progetto Radici diviene simbolo dell’Italianità emigrata che ritrova appunto le proprie radici in un  itinerario ricco e suggestivo nelle Regioni e nei Paesi di provenienza che mostra beni materiali ed immateriali a corredo di questa importante pagina di storia.

Attraverso il viaggio compiuto che ha per protagonista l’emigrante con tutti gli addii, l’incontro e lo scontro con il Paese straniero di emigrazione,la nostalgia, le gioie e i dolori quotidiani, l’integrazione nella nuova realtà, le sconfitte e le vittorie, il confronto e la riflessione sulla l’immigrazione di oggi si perviene alla necessità di assicurare ai nostri concittadini emigrati un ritorno ai Paesi d’origine del Sud per la riscoperta dei valori culturali che li legano ancora, anche dopo tanti anni trascorsi all’Estero alla loro Terra d’origine.

Davanti agli occhi del visitatore si trova un rinnovato percorso semantico, fatto di visite guidate ai beni artistici e monumentali del territorio,alle produzioni agroalimentari,alle aziende agrituristiche cresciute sul territorio negli ultimi anni,alle tradizioni culturali dei propri  genitori e nonni testimonianze e documentari che tracciano il viaggio identitario di questa pagina del nostro passato, il cui slogan può essere il seguente: Essere italiani è una storia!

Si tratta,quindi,di un Progetto di nuova concezione,mai avviato in passato,che favorisce l’incontro dei nostri Emigranti con il vero significato del ritorno nella Terra d’origine, specialmente per le classi più giovani che non conoscono e non hanno mai conosciutola bellezza dei luoghi, la qualità dei prodotti dell’agricoltura,l’ospitalità rurale della gente, la cortesia e l’amicizia che riunisce intorno al tavolo imbandito popolazioni diverse ma accomunate d un ideale comune”le proprie radici”.

Il Progetto Radici vuole,altresì,proporre anche un ritorno alla vita dei luoghi abbandonati lasciati per anni all’incuria del tempo e anche al degrado,con l’abbandono dei paesaggi rurali e delle attività agricole e pastorali,il taglio dei boschi o la cura gli argini dei fiumi e dei torrenti,spazi che possono recuperare la forma urbana dei borghi come esempio di vita,di scambio e di confronto per gli emigranti che possono essere coinvolti in questo lavoro di conservazione con la conseguente creazione di posti di lavoro ed aumento del  commercio dei prodotti della Terra valorizzando la cultura e le tradizioni popolari dei Paesi d’origine.

L’AGRICOLTURA MULTIFUNZIONALE

Il concetto di multifunzionalità è comparso nelle politiche internazionali, nel dibattito in seno al WTO e all’Unione Europea in relazione alla rimozione delle barriere protezionistiche e delle politiche di sostegno dei prezzi agricoli, verso la fine del secolo scorso.

La multifunzionalità dell’agricoltura può essere definita come la “capacità del settore primario di produrre beni e servizi secondari, di varia natura,congiuntamente e in certa misura inevitabilmente collegata alla produzione di prodotti destinati all’alimentazione umana e animale” (Istituto Nazionale Economia Agraria, 2004).

Secondo la definizione della Direzione Generale Agricoltura della Commissione Europea, la multifunzionalità riunisce i “ruoli complementari che l’agricoltura svolge all’interno della società, in aggiunta al suo ruolo di produttore di cibo”, tra cui “la fornitura di beni pubblici, quali la sicurezza alimentare, lo sviluppo sostenibile, la tutela dell’ambiente, la vitalità delle zone rurali e il mantenimento di un equilibrio generale all’interno della società tra i redditi degli agricoltori e i redditi delle persone in altre occupazioni”.

Oltre alla funzione principale (produttiva, all’interno della quale si colloca la produzione di energia, elettrica e termica, da fonti rinnovabili), l’agricoltura svolge almeno altre 5 importanti funzioni:

 occupazionale,

 sociale,

 ambientale,

 paesistica,

 produzione di servizi.

Soffermandosi sulla produzione di servizi, nel contesto attuale hanno un ruolo di primaria importanza  l’agriturismo e l’agri-didattica.

1. AGRITURISMO

L’integrazione tra l’attività zootecnica e quella turistica può realizzarsi secondo diverse modalità. La forma più diretta, che consente agli imprenditori agricoli di “chiudere” la filiera agro-zootecnica direttamente in azienda, è rappresentata dall’erogazione di servizi turistici: ristorazione, alloggio, ma anche organizzazione di attività culturali, sportive, didattiche e ricreative.

La possibilità da parte dell’azienda agricola di fornire questi servizi è prevista da normative sull’agriturismo di carattere sia nazionale (legge quadro statale L.20 febbraio 2006 n. 96) che regionale.  Gli obiettivi sociali e ambientali che si è prefissa la legislazione agrituristica statale e regionale e la successiva politica di promozione della diffusione delle attività agrituristiche possono essere individuati nei seguenti: 

• integrazione del reddito agricolo;

• valorizzazione e recupero delle tradizioni del mondo rurale;

• recupero del patrimonio di edilizia rurale;

• freno all’esodo agricolo e allo spopolamento delle aree rurali marginali.

Per esercitare l’attività agrituristica i titolari devono essere in possesso dei requisiti legali che definiscono la figura dell’imprenditore agricolo, dei suoi familiari e relativi dipendenti.

L’attuale normativa è basata sul principio della connessione dell’attività turistica rispetto alle tradizionali attività agricole produttive. 

La connessione è garantita dalla prevalenza delle giornate lavorative (calcolabili con l’ausilio di apposite tabelle) dedicate all’attività agricola principale rispetto a quella agrituristica, dall’utilizzo, anche attraverso opportuna ristrutturazione edilizia dei fabbricati già destinati all’attività agricola (non è ammessa l’edificazione di fabbricati nuovi da destinare all’attività agrituristica), dall’impiego nell’attività di ristorazione di una quota significativa di prodotti aziendali (in Lombardia il prodotto di origine aziendale utilizzato per la ristorazione agrituristica deve essere pari ad almeno il 30% del valore mentre lo stesso prodotto aziendale unitamente ai prodotti delle

aziende agricole locali deve raggiungere almeno il 70% del valore totale dei prodotti alimentari e delle bevande somministrate).

Le attività che possono essere svolte in agriturismo sono molteplici.

Tra le principali ricordiamo:

 somministrazione cibi e bevande;

 affitto di alloggi indipendenti ricavati nell’ambito dell’azienda agricola  o in

fabbricati di sua pertinenza;

 affitto di camere all’interno dell’azienda;

 agri-campeggio;

 attività ricreative, culturali, formative;

 attività naturalistiche; 

 attività formative, didattiche, pedagogiche;

 attività salutistiche (erboristiche, ginnastica, percorso vita, bagni di fieno);

 attività sportive (agriturismo ippico, agriturismo pescatorio, agriturismo

2. AGRI-DIDATTICA

Da qualche anno in campagna si può assistere a un fenomeno particolare:l’attività didattica

Alla consueta operosità contadina si aggiungono la vivacità e la curiosità di bambini e ragazzi, intenti ad esplorare un mondo a loro sconosciuto. 

Secondo un recente censimento, in Italia circa 900 aziende agricole (ma il numero sta rapidamente crescendo) hanno aperto le porte alle scuole e a chiunque si voglia avvicinare al mondo rurale, affiancando agli usuali processi produttivi la funzione di centri culturali e di formazione. 

Le aziende agricole propongono a insegnanti e studenti itinerari alla scoperta dell’agricoltura e delle tradizioni culturali, storiche, ambientali,gastronomiche, con un approccio originale e concreto all’alimentazione.

Nascono così le fattorie didattiche. Le fattorie didattiche consentono ai bambini residenti in città di entrare in contatto con il mondo agricolo

Le motivazioni che hanno spinto gli agricoltori ad intraprendere questo tipo di iniziative sono sia di carattere economico sia di carattere sociale: da un lato c’è la necessità di promuovere le produzioni aziendali e di trovare forme di reddito supplementari (alle classi è richiesto un contributo per la visita e per il servizio di guida), dall’altro si sente il bisogno di colmare la profonda frattura culturale ed emotiva che si è venuta a creare tra i cittadini e la realtà rurale. 

Le proposte educative sono molteplici: in azienda i ragazzi entrano in contatto con le diverse filiere produttive (il latte, la carne, i cereali), possono vedere gli animali domestici, imparano a riconoscere le piante ed i fiori, comprendono che nel terreno c’è vita, diventano testimoni di tradizioni che stanno ormai scomparendo. 

Negli spazi meglio organizzati è proposto un modello educativo attivo, legato all’arte del fare: sono gli studenti che trasformano il latte in formaggio, il mosto in vino, la farina in pane. 

Spesso la visita alla fattoria didattica rientra in un percorso pedagogico, proposto alle scuole da parte di Enti pubblici, associazioni o cooperative, che prevede incontri in classe preparatori all’uscita.

La didattica in agricoltura negli altri Paesi europei è variamente diffusa: si passa dalle 1400 fattorie didattiche in Francia, suddivise in 77 reti locali o nazionali, alle 300 in Spagna. Anche le forme con le quali essa viene proposta sono diverse: si va dalle city farm, riproduzioni di aziende agricole in area urbana dove gli aspetti legati alla fornitura di servizi (organizzazione di corsi, visite, laboratori, etc.) sono molto più importanti rispetto a quelli produttivi,alle fattorie di animazione, a quelle di scoperta, storiche, didattiche.

Nel 1990 le varie federazioni e gruppi nazionali si sono riuniti sotto una rete europea, la E.F.C.F. European Federation of City Farm. 

In Italia l’offerta delle fattorie didattiche tende a strutturarsi per reti locali (“Fattorie Aperte” in Emilia Romagna; Circuito delle fattorie Didattiche della Regione Lombardia) o per progetti nazionali (“Scuola in fattoria”;”Educazione alla campagna amica”).

ORGANIZZAZIONE NAZIONALE ED INTERNAZIONALE

A norma dello Statuto allegato all’Atto costitutivo , l’Organizzazione è costituita da

DIRIGENTI ED ORGANI CENTRALI

I Dirigenti e gli Organi Centrali dell’Associazione sono:

a) Il Presidente

b)Il Vice Presidente

c) Il Consiglio Direttivo

d) L’Assemblea

e) I Delegati delle Nazioni all’Estero

f)  I Revisori dei Conti

IL CONSIGLIO DIRETTIVO NOMINA

  • Il Presidente
  • Il Vice Presidente
  • Il Responsabile della Cultura
  • Il Responsabile dell’Organizzazione con Delega alle Attività Commerciali
  • Il Responsabile del Tesseramento e Tesoreria
  • Il Responsabile delle Attività Imprenditoriali
  • Il Responsabile dei rapporti con le Istituzioni
  • Il Responsabile delle Istituzioni Scolastiche Italiane all’Estero
  • Il Responsabile della Comunicazione e Stampa
  • Il Responsabile dei Rapporti con le altre Associazioni e Patronati
  • Il Responsabile delle Politiche giovanili
  • Il Responsabile del Dipartimento Donne

STRUTTURA ORGANIZZATIVA ALL’ESTERO

Gli Organismi  responsabili della struttura organizzativa dell’Associazione all’estero sono:

a)Il Consiglio Direttivo Estero  che è composto da otto Coordinatori Esteri ognuno responsabile dell’Area Estera assegnatagli di seguito specificate

Europa,Stati Uniti,Canada; America Latina; Asia; Oceania; Africa del Nord; Africa Centrale e Sud Africa

b) le Delegazioni Nazionali Estere che rappresentano ed organizzano tutta l’Associazione in ogni Paese.

DIRIGENTI ED ORGANI ALL’ESTERO

I principali Dirigenti Esteri sono:

a) Il Coordinatore Estero

I principali Organi Esteri sono:

La Delegazione Nazionale Estera è composta da:

a)il Delegato Presidente Nazionale

b) il Vice Delegato Presidente Nazionale (possono essere più di uno)

c) il Segretario

d) il Tesoriere o Responsabile Amministrativo Nazionale

Il Coordinamento Estero

L’insieme dei Coordinatori Esteri formano il Consiglio Direttivo Estero.

La Delegazione Nazionale Estera

Le Delegazioni Nazionali dipendono dal Coordinatore Estero.

Il Presidente Nazionale è nominato dal Coordinatore Estero.

Il Presidente Nazionale nomina il Vice Presidente ed ha il potere di assegnare “Deleghe specifiche a Dirigenti Locali e Nazionali”.

LA RIVISTA

“RADICI”

E’ l’organo d’informazione mensile dell’Associazione per la diffusione delle finalità e delle iniziative nel campo del turismo, della cultura e dell’enogastronomia.

La Rivista si avvarrà di uno staff di collaboratori e di un Comitato Scientifico e di un Comitato d’Onore di grande esperienza e professionalità in tutto il territorio nazionale ed estero specializzati nei settori innanzi indicati.

La Rivista si occuperà,inoltre,per conto dell’Associazione,dell’Ufficio stampa e delle Pubbliche Relazioni,delle Conferenze Stampa,dell’Organizzazione e preparazione di Workshop,della Organiz zazione di Convegni e Meeting,delle strategie di marketing turistico,culturale ed enogastronomico, della realizzazione, su richiesta, di servizi di comunicazione per Associazioni, Enti ed Imprese e di monografie per enti pubblici e aziende private.

“Tutto quello che siamo lo portiamo con noi nel Viaggio.
In verità,il Viaggio attraverso i Paesi del Mondo
è per l’uomo un Viaggio simbolico.
Ovunque vada,è la propria Anima che sta cercando.
Per questo l’uomo deve poter Viaggiare”.
Andrei Tarkovsky

IL PREMIO RADICI

Il Comitato Promotore dell’Associazione “Radici”,allo scopo di valorizzare l’impegno professionale dei nostri conterranei nei Paesi d’emigrazione, ha anche deciso di istituire il Premio “Radici” per coloro che si siano distinti nelle attività professionali,industriali e commerciali nei Paesi di Emigrazione contribuendo con il proprio lavoro ad avvalorare l’immagine Italia all’Estero.

“Lo straniero separato dai suoi concittadini e dalla sua famiglia dovrebbe ricevere un amore maggiore da parte degli uomini e degli Dei”

Platone

IL LOGO RADICI

Tutti i prodotti forniti dalle Aziende d’Eccellenza, partners dell’Associazione,saranno connotati dal Logo “RADICI”, allo scopo di meglio caratterizzare l’origine dell’ importante iniziativa che per i suoi contenuti ha un carattere innovativo di tutte le esperienze sino ad oggi avviate.

Cambiate le Vostre opinioni ma conservate i principi… i valori in cui credete
Ricambiate le foglie ma mantenete intatte le Vostre radici….

Victor Hugo

LA COMMERCIALE

La spedizione all’Estero dei prodotti delle Aziende convenzionate agli iscritti avverrà attraverso una apposita commerciale che avrà il compito di curare tutte le fasi della spedizione dei prodotti delle Aziende facenti parte del programma associativo, scelte tra Aziende di Eccellenza nel comparto agro-alimentare nella varie Regioni d’Italia e che siano rppresentative,inizialmente,delle

Produzioni vitivinicole ed olearie.

Tanto allo scopo di facilitare sia la spedizione delle merci che evitare la deperibilità dei prodotti inviati agli associati.

Il Gruppo GLS ha acquisito negli anni una notevole esperienza nel settore della logistica integrata e nella gestione dei magazzini stipulando partnership con gruppi leader,in prevalenza nel settore alimentare e G.D.O.

La gestione di tali clienti avviene con l’ausilio informatico di programmi di gestione e controllo della merce.

La Società considera la movimentazione delle merci non più come un insieme di funzioni separate ma come un’unica attività complessa da gestire con criteri manageriali allo scopo di abbattere i costi e migliorare l’efficienza aziendale.

Il Gruppo GLS è in grado di organizzare e gestire in breve tempo magazzini presso gli stabilimenti della clientela,impiegando, se necessario, anche risorse già presenti nelle aziende clienti.

Una soluzione apprezzata da molte medie e grandi aziende che terzializzando le operazioni di logistica sono riuscte a snellire la propria struttura ottimizzando costi e benefici,

Sede Legale ed amministrativa : Interporto Regionale Puglia BARI

LE AZIENDE DI ECCELLENZA

Le Aziende italiane del comparto agro-alimentare nei settori vitivinicolo ed oleario e delle conserve alimentari, chiamate a far parte del Progetto, sono le seguenti, salva migliore indicazione.

PUGLIA

BASLICATA

CAMPANIA

CALABRIA

SICILIA

LA RICERCA DELLE PROPRIE RADICI

I MUSEI DI PUGLIA

I musei della Puglia raccontano la storia di questa terra. Raccontano i segreti affidati alle tombe delle città dei morti,  dove si custodivano gli oggetti dei vivi per l’esistenza dell’aldilà. Raccontano di grandi civiltà, dei misteriosi messapi, dei combattenti Dauni fino alla Magna Grecia, splendore dell’antichità.

I musei delle tradizioni contadine raccontano il lavoro e la fatica dei campi, molti dei quali realizzati all’interno di meravigliosi frantoi e masserie, anch’essi testimonianza del passato.

Ne indichiamo alcuni.

Il museo archeologico Nazionale di Manfredonia, ospitato nel castello svevo, dove ammirare l’importante collezione delle tele daune, tavole rettangolari di pietra bianchissima con iscrizioni utilizzate come lapidi sulle tombe;

Il seicentesco palazzo Pomarici-Santomasi di Gravina in Puglia, con i suoi interni lasciati esattamente così com’erano, salotti, intonaci, marmi, arazzi di sala in sala con affreschi, pavimenti a mosaico e mobilio in oro zecchino.

Il Museo Nazionale di Taranto,  ricco di antichissimi reperti greco romani, ritrovati in gran parte nella vasta necropoli attorno alla città. Altri musei di grande importanza sono: il Museo Tancredi, dedicato alle arti e alle tradizioni popolari del Gargano, ed il Museo della Basilica di San Michele, entrambi a Monte Sant’Angelo; il Museo di Jatta di Ruvo di Puglia; il museo archeologico di Altamura, che ospita un’importante mostra sull’uomo di lamalunga o di Altamura, l’unico scheletro rinvenuto in Italia di un uomo vissuto, secondo gli esperti, alla fine del Pleistocene (tra i 400.000 e i 128.000 anni fa); il museo delle carrozze di Trani, il Museo provinciale di Brindisi, con testimonianze romane e messapiche, il Museo Archeologico di Egnazia; il Museo di civiltà preclassica della Murgia meridionale di Ostuni, ospita i resti di Delia, la donna di Ostuni ritrovata nel 1991 in una grotta carsica , e che le analisi hanno rivelato essere vissuta 25.000 anni fa. I suoi resti e quelli del figlio che portava in grembo sono stati analizzati attentamente e il risultato di questi studi è determinante per conoscere la prima famiglia d’Europa.

A Latiano è allestito il Museo del sottosuolo dove sono esposti reperti di natura biologica; il Museo Provinciale Castromediano di Lecce raccoglie un’ampia documentazione messapica, vasi apuli ed attici, statue romane, oltre ad un’interessante pinacoteca ed infine il museo civico di Gallipoli, con reperti archeologici, armi, costumi, ceramiche e monete.

IL TERRITORIO DELLA BASILICATA

Si chiamano Dolomiti Lucane: sono formazioni morfologiche di origine miocenica, modellate dalle acque e dai venti, nel corso dei millenni, in forme curiose e fantastiche. A tutelare le peculiarità è il Parco Naturale Regionale Gallipoli Cognato-Piccole Dolomiti Lucane, che protegge anche la magnifica foresta di Gallipoli, ricca di specie arboree rare, tra cui l’acero riccio. Castelmezzano, antico fortilizio longobardo, fu poi normanno e angioino: nella chiesa Matrice è custodita una madonna lignea del XII secolo. Pietrapertosa, che con i suoi 1088 metri sul livello del mare è il comune più alto della Basilicata, appare dominata cime denominate Incudine, Grande Madre e Aquila Reale. Accentura, antico centro bizantino, sul finire del X secolo divenne sede vescovile del rito greco e dal 1048, data dell’occupazione normanna, assunse la fisionomia di nucleo medioevale fortificato che tuttora la contraddistingue. Poco più ad occidente sono Abriola, che fu roccaforte araba, Calvello, con i resti di un dirupo castello, e Anzi, con la chiesa Madre, la chiesa Santa Lucia e la cappella di Santa Maria. Nel comune di Laurenzana, la Riserva Naturale dell’Abetina tutela di un prezioso residuo di foresta, che vanta esemplari di abete bianco la cui circonferenza raggiunge anche i quattro metri. A meridione è l’alta valle dell’Agri, i cui ambienti e paesaggi appaiono quanto mai diversificati: dalle dorsali appenniniche coperte di querceti e faggete, alle aree collinari, coi bei vigneti di Roccanova, gli uliveti di Montemurro, i castagneti di Tramutola, fino all’invaso, creato da una scenografica diga, del lago di Pietra del Pertusillo. Nell’intatto centro storico di Marsiconuovo, le chiese di San Michele e di San Gianuario vantano stupendi portali, mentre Marsicovetere, dall’alto dei suoi oltre mille metri di quota, domina un paesaggio aperto a 360°. Moliterno possiede un castello normanno e numerose chiese: la chiesa Madre, la chiesa del Rosario, la chiesa di Santa Croce, di San Pietro e quella di Santa Maria di Montevere. Viggiano, ricca di innumerevoli edifici sacri, dalla chiesa madre a quella di Sant’Antonio, al santuario del Sacro Monte, è celebre in quanto patria di musicisti e di liutai, per vocazione e tradizione. Alla confluenza del torrente Sciagura nel fiume Agri si trova l’importante sito archeologico Grumentum, uno dei più antichi insediamenti lucani, che fu teatro di tragiche battaglie durante le guerre puniche e venne distrutto dai Saraceni nel corso del X secolo. Alto sulla valle dell’Agri è l’abitato di Sant’Arcangelo, situato in un’area nota per la produzione ortofrutticola specializzata. Nel lembo meridionale della regione , il Parco Nazionale del Pollino, istituito nel 1990, tutela un’area di territorio appenninico ampia quasi 200.000 ettari, tra la Basilicata e la Calabria. Sul versante lucano del Parco, da Terranova di Pollino si accede alla serra di Crispo e al bosco Rubbio, mentre nell’abitato di Rotonda, che fu la Nerulum romana, si possono raggiungere il piano del Pollino, la serra del Prete e il Monte Pollino. Alla confluenza del Serrapotamo nel Sinni, arroccata su di un crinale montuoso è Sinise, nei cui dintorni una possente diga dà origine allo scenografico lago del monte Cotugno. San Paolo Albanese è il punto di riferimento delle antiche comunità albanesi che nel secolo XVI giunsero a stabilirsi nel cuore della terra lucana, mantenendo salda e integra nel tempo la propria identità culturale. Infine uno dei punti di maggior interesse del Parco è il mente Alpi, che domina l’abitato di Latronico, noto per il complesso termale “La Calda”, per le grotte neolitiche e per la produzione di un particolare tipo di alabastro, bianco venato di azzurro, detto “marmo di Latronico”.

IL MARE DELLA CALABRIA

La Calabria è un miracolo di natura e arte dove cielo e mare formano un binomio spettacolare per l’intensità di colori. Le coste calabresi sono la cornice dorata entro la quale il territorio si protende pervicacemente verso il mare. Cielo e mare sono due sconfinate pianure di azzurro e non sai dove finisce l’infinito dell’una e comincia l’infinito dell’altra. Lungo le coste del mare Nostrum c’è sempre una realtà poetica e mistica (basti pensare ai Fenici, ai Greci, Romani, Latini, normanni, bizantini, aragonesi, angioini, borboni, francesi che hanno imposto il loro dominio durante il passato), ma al tempo stesso viva e palpante per il pullulare di villaggi turistici, campeggi e luoghi di divertimento. Come dimenticare la spiaggia lunghissima e finissima di Montepaone Lido sullo Jonio, o visioni come Tropea, ed ancora la spiaggetta  di Caminia sullo Jonio, o ancora Praia a Mare con le sue architettoniche composizioni rocciose.  l’Isola di Dino , pronta per offrire sensazioni magiche e stupore, lungo la costa lo scoglio dell’ulivo sulle limpide acque è meta desiderata dai bagnanti e sembra che arte e natura si siano unite in un matrimonio per una festa mirabile ed interrotta. La mitica Scilla nelle vicinanze è semplicemente fantastica e di sapore classicheggiante per le notevoli presenze artistiche e storiche. Scilla moderna è situata ai due lati della famosa rocca (scilla e Cariddi) che ha indotto in tentazione i compagni di avventura di Ulisse. Intensamente suggestivo poi il colore violaceo che il tramonto regala alla atmosfera incantata del paesaggio. La Calabria, con le dorate spiagge marine, la presenza di antiche vestigia e la proverbiale ospitalità delle genti offre una risposta garbata all’insidioso stress della vita moderna ed una gustosa ubriacatura dello sguardo e della mente. La Calabria, tra le regioni d’Italia, dona non poche occasioni per provocare piacevoli scoperte. Le Castella, ad esempio, è un centro marinaro caratteristico  situato nel comune di Isola Capo Rizzato presso Crotone. Rinomata per la presenza di una formidabile riserva marina e per il suggestivo castello aragonese del XVI secolo, le Castella fa mostra di sé e delle sue impareggiabili bellezze. Il castello, infatti, è adagiato su acque limpide e trasparenti e comunica con la terra ferma attraverso uno stretto istmo che è tale solo in presenza di bassa marea, altrimenti dà l’impressione fiabesca di un maniero incantato scolpito da un abile artista. Il castello è meta continua di escursioni turistiche e desta notevole interesse e viva curiosità. Tutt’intorno un agglomerato di complessi turistici, campeggi e luoghi residenziali assicurano l’indispensabile ralax, il desiderio di svago e di evasione. Non solo è possibile godere una riposante permanenza, ma il clima mite per tutto l’anno garantisce un turismo gradevole ed un’accoglienza calda e familiare. Da modesto villaggio marinaro Le Castella si è via via trasformata in deliziosa cittadina turistica e vacanziera con abitazioni eleganti e confortevoli. Numerosi ed attrezzati, i centri commerciali permettono un approvvigionamento ricco, vario ed in linea con le diversificate esigenze dei residenti e dei turisti. E poi, impianti sportivi, attività balneari come pesca, windsurf, vela e sub, pizzerie, discoteche e programmi teatrali vengono allestiti per rendere più lieta la vacanza. Nelle immediate vicinanze si possono raggiungere luoghi altamente pittoreschi e suggestivi come la Sila, centri culturali fiorenti come Crotone, la città di Pitagora, e resti dell’antica civiltà magno-greca come la colonna dorica del Tempio di Hera Lacinia a Capo Colonna. Interessanti itinerari  turistico-culturali vengono promossi e resi operativi da efficienti servizi locali. Insomma chi ha il privilegio di venire in Calabria tutte le giornate sono dense di cultura, arte, gioia, allegria e spensieratezza.

ITINERARI della CAMPANIA                                           

Paestum

Fondata da coloni greci nel VII secolo a.C. con il nome di Poseidonia, attualmente è uno dei più importanti siti archeologici d’Italia. Dei tre templi dorici riportati alla luce, quello di Poseidone, del 450 a.C., è il più grande e meglio conservato.

Salerno

Il nucleo urbano d’epoca medievale sorge a ridosso di una collina ed è perfettamente conservato. Sotto i Normanni, nell’XI e XII secolo, Salerno visse infatti il suo periodo di maggior splendore contrassegnato dalla fondazione della celebre scuola medica e dalla costruzione del Duomo. Realizzato in stile arabonormanno, esso ospita numerose opere d’arte, fra cui due pulpiti del XII secolo ornati da ricchi mosaici.

Capri

Isola di roccia calcarea con pareti dolomitiche in molti punti a strapiombo sul mare. E’ divisa in 2 comuni, Capri e Anacapri. Il clima è mite con scarse piogge anche nei mesi invernali. Meta da sempre di un turismo particolarmente elitario Capri resta la massima espressione naturalistica e mondana del Golfo di Napoli.

Costiera Sorrentina ed Amalfitana

La costa sorrentina è caratterizzata da piccole infrastrutture rocciose raggiungibili sia via mare che via terra. La costiera amalfitana ha coste alte e frastagliate. Prevalentemente scogliosa ha poche spiagge di sabbia, per lo più a Maiori o Minori, Positano e Vietri. Abbracciati alla roccia i paesi della costiera si sviluppano, generalmente, in altezza e sono chiusi al traffico automobilistico per cui è possibile visitarli, praticamente solo a piedi.

Napoli

“Qui Napoli”, guida informativa mensile reperibile in tutti gli alberghi della città, è un facile strumento di consultazione e ottimo suggeritore per vivere la Città in tutti i suoi aspetti. Collegata alle isole minori con navi traghetto ed aliscafi direttamente dal porto centrale del Beverello o da Mergellina.

E’ possibile raggiungere  facilmente Pompei, Ercolano e Sorrento con la Circumvesuviana della stazione centrale.

Ischia

La più grande delle isole partenopee (46,33 kmq) e prima colonia greca, è situata di fronte al golfo di Napoli. Divisa in 6 comuni, Ischia, Casamicciola Terme, Lacco Ameno, Forio, Serrara Fontana e Barano, è prevalentemente collinare e d’origine vulcanica, caratteristica che assicura la presenza di sorgenti di acque termali e ipertermali. A ciò si aggiungono la bellezza dei paesaggi, le stupende spiagge, i vigneti, le pinete lussureggianti, gli agrumeti e il clima mite.

ITINERARI DELLA SICILIA

La Sicilia è la più grande tre le isole del Mediterraneo, è una regione prevalentemente collinare, con una notevole varietà di condizioni ambientali. Sul lato nord-orientale si presenta particolarmente accidentata e raggiunge la massima altitudine con l’Etna, un vulcano alto 3340m, sulle cui pendici è possibile sciare in inverno. L’isola gode di un clima di tipo mediterraneo, a eccezione dei rilievi maggiori, caratterizzato da scarsità di piogge e da temperature miti di inverno e torride in estate. Buona parte della popolazione vive concentrata nelle grandi città, come Palermo e Catania, spesso in condizioni disagiate. L’economia infatti, malgrado la ricchezza di risorse naturali, presenta ancora caratteri di sottosviluppo. Anche il turismo, nonostante le notevoli potenzialità, risulta poco sfruttato e per di più concentrato in poche località dotate, però, di modeste strutture ricettive (Taormina, Isole Eolie, Palermo).

Vorremmo darvi solo un quadro informativo che vi aiuti a girare la Sicilia con serenità segnalandovi tutti i servizi operanti sul territorio a cui fare riferimento in caso di bisogno.

SICILIA ORIENTALE

Chiamata anche magna Grecia per la quantità impressionante di testimonianze architettoniche lasciate sull’isola dai greci. Importante anche Taormina, dove lo sguardo si perde sull’incantato golfo di Giardini Naxos, sulla dominante mole dell’Etna, sulla Riviera dei Ciclopi che nel corso dei secoli ha ispirato poeti e scrittori, Siracusa tanto bella da spingere Plutone a sognare di ambientarsi il suo stato perfetto, popolato di cittadini innamorati della virtù.

SICILIA OCCIDENTALE

Come non parlarvi della riserva dello zingaro e del mare San Vito lo Capo o delle cangianti saline di Trapani e dintorni e non dirvi dell’isola di Mozia, da raggiungere a piedi se è bassa marea, oppure in barca dove ritroviamo un intero museo dedicato ai Fenici.

ISOLE EOLIE

Lipari, Vulcano, Salina, Panarea, Filicudi, Alicudi, Stromboli, circondate da innumerevoli scogli e isolotti, tutte di origine vulcanica e dove è ancora possibile assistere ai capricci dello Stromboli.

LAMPEDUSA

Isola assolutamente desertica dove solo poche palme sopravvivono al clima caldissimo e secco. La costa, a tratti bassa e frastagliata, ci regala  profonde insenature con splendide calette e meravigliose spiagge bianche.

PANTELLERIA

Anch’essa di origine vulcanica è detta la “Perla Nera” del Mediterraneo per il  colore nero della lava che predomina. Un clima piuttosto secco e ventoso, priva di spiagge di sabbia  dove la bellezza è da cercarsi nel luogo comune andando a scoprire luoghi  e persone.

Agrigento

A sud del centro urbano sorgono la zona archeologica e la Valle del Templi, uno dei principali complessi religiosi dell’antichità, comprendente il tempio di Zeus Olimpico, di Eracle e della Concordia (VIV secolo a. C.)

Catania

Attiva città portuale, più volte distrutta dalle eruzioni dell’Etna, è percorsa dalla Via Etnea, una strada rettilinea lunga 3 km, piena di negozi alla moda.

Erice

Posta sulla sommità di un monte che sovrasta Trapani, è un’amena località di villeggiatura. Famosa nell’antichità per il Tempio di Venere Ericina, conserva intatta la struttura medievale con la cinta muraria e il Castello di Venere (XII – XIII secolo).

Marsala

Città di origine cartaginese, situata all’estremità occidentale della Sicilia, Marsala ebbe la denominazione attuale dopo la conquista araba. Vi si produce l’omonimo vino liquoroso, di colore ambrato e profumato.

Messina

Fiorente porto marittimo, affacciato sullo stretto omonimo, Messina è il principale nodo di comunicazione fra Sicilia e l’Italia peninsulare.

Monreale

In posizione panoramica, alla periferia sud-occidentale di Palermo, Monreale gode di ampia fama per il suo Duomo, superbo esempio di architettura normanna. L’edificio, fatto costruire da Guglielmo II nel 1174 con annesso monastero benedettino, presenta una splendida facciata su cui spicca un portale ogivale con formelle bronzee di Bonanno Pisano. L’interno maestoso,  su pianta a tre navate, è decorato con magnifici mosaici di ispirazione bizantina.

Palermo

Capoluogo della regione Siciliana, con i suoi palazzi, le ville, le chiese, i chiostri e i giardini di palme è una splendida città di mare, ricca d’arte e di folclore. Numerose sono le testimonianze architettoniche del suo intenso passato, come il Palazzo dei Normanni, costruito dai  Saraceni durante l’ XI secolo, al cui interno si trova la Cappella Palatina (XII secolo), uno dei capolavori dell’arte arabo-normanna; o come anche la Cattedrale degli Eremiti, entrambe del XII secolo.

Siracusa

Questa città portuale era un tempo una delle più importanti città del mondo greco. Il suo splendore è attestato da importanti edifici antichi, fra i più grandi esistenti sull’isola, quali il Tempio di Apollo (VII-VI sec. a,C.). Nel centro storico, alle vestigia greco-romane si aggiungono inoltre testimonianze bizantine, arabe, normanne e, soprattutto barocche.

Cucina della Sicilia

Greci, romani, arabi, normanni, angioini, aragonesi hanno lasciato traccia nelle ricette della cucina siciliana, un vero e proprio caleidoscopio di sapori e colori.La cucina siciliana è forse la più antica d’Italia – Il Cuoco siciliano, il primo libro che si conosca composto da Miteco di Siracusa nel IV a.C. Dalla Grecia sono arrivati sulla tavola siciliana l’agnello alla brace, la ricotta salata, le olive e il miele; al periodo romano risalgono le seppie ripiene, le cipolle al forno, il “maccu”, una purea di fave insaporita con erbe aromatiche, che si condisce con olio crudo e si mangia con il pane e la pasta. Gli arabi vi hanno portato i gusti orientali del “cuscusu”, la zuppa di pesce tipica di Trapani, della cassata, della “cubbaita”, del torrone al miele con semi di sesamo e di mandorle, dello sciàrbàt, cioè il sorbetto fatto con neve dell’Etna ed essenze di agrumi e fiori. Il principale piatto, invece, della cucina siciliana è il “farsumagru” consistente in un arrotolato di vitello riccamente farcito. Tipicamente mediterranea, la cucina siciliana utilizza soprattutto la pasta, il pesce, gli ortaggi, l’olio per condire, le erbe aromatiche per insaporire, la frutta fresca e secca per concludere il pasto. Uno dei piatti più gustosi sono i maccheroni al sugo di sarde insaporito con finocchio selvatico, uva passa, pinoli e zafferano, serviti sotto uno strato di sarde intere. Altrettanto succulenta è la pasta con il pomodoro e il basilico, completata da melanzane tagliate in forma di stelle e fritte. Il pesce ricorre numerose portate: i messinesi sono maestri nel cucinare il pesce spada; i trapanasi eccellono nella preparazione del tonno, che usano fresco sott’olio o sotto sale. Palermo, Catania e Messina hanno, ciascuna, una propria versione delle “sarde a beccafico”, una ricetta in agrodolce. Fra gli ortaggi ci sono i peperoni gialli, rossi, verdi, le melanzane, i broccoli, le zucchine, i carciofi, le insalate. Ricchissima è la gamma di dolci, a cominciare dai gelati presenti in innumerevoli varianti: gli spumoni, gli spongati, le granite, i geli, i sorbetti in infiniti gusti che vanno dal fico d’India al gelsomino. A Catania si mangia la migliore zuppa di pesce dell’intera Italia, lo “Zimino, nella quale si ritrova una grande varietà di pesce, crostacei e salsa di pomodoro resa più corposa dell’estratto di pomodoro, più aromatica dal finocchio selvatico ed da altri odori mediterranei ed unica dal vino locale. Si accompagna con pane di casa a fette, passato ai carboni e insaporito dall’aglio e dall’origano. Naturalmente tutto cotto in pentole di coccio. Adatta per serate interminabili con gli amici.

Nelle Terre del Sud non c’è proprio spazio per la noia e per l’ozio ..

ma per l’accoglienza.

Mario Pavone

L‘interesse per l’emigrazione italiana si è riacceso negli ultimi anni in quanto l’Italia da un paese di emigranti è diventata un paese di immigrati.

Questo fenomeno non è interpretato nella stessa maniera da tutti gli italiani.

 Alcuni sostengono che l’emigrazione sia una risorsa essenziale per l’economia del Paese, altri vedono soprattutto un aumento della criminalità, una concorrenza rispetto ai lavoratori italiani o addirittura un inquinamento della loro identità.

E’ dunque fondamentale ricordare e riflettere su alcuni aspetti che hanno caratterizzato l’emigrazione italiana all’estero per poter cambiare pensiero e atteggiamento nei confronti dei nuovi emigrati in Italia.

Affondate le Vostre Radici nel presente finchè non sentirete in voi la forza di pensare al domani.
                                                                                              Avv Mario Pavone

                                                                                              Presidente

                                                           Associazione Internazionale Italiani     All’estero                                                  “Radici”


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