IL PENSIERO MEDITERRANEO

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“I Lymburg Castromediano nel gioco della storia” un libro di Francesco Sammati e Maurizio Nocera, prefazione di Sandro Savina

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Un libro di F Sammati e M Nocera

Un libro di F Sammati e M Nocera

L’emblematico titolo di questo saggio descrive compiutamente la straordinaria vicenda dei Lymburg Castromediano, una casata nobiliare che attraversando i secoli ha ricevuto e ha donato un profilo identitario rispetto ai territori in cui ha operato.
Gli autori hanno sapientemente rappresentato le origini di questa dinastia, con il suo evolversi nel corso di quasi un millennio, secondo un percorso sviluppato cronologicamente ma che non si pone come una mera stratificazione storiografica; essi, infatti, hanno saputo coniugare il susseguirsi delle generazioni dei Lymburg Castromediano con il più ampio quadro della macrostoria, il tutto poi inserito nei contesti geografici di riferimento ed arricchito con rappresentazioni fotografiche che rendono la lettura ancor più interessante proprio per un continuo riscontro diretto tra quanto scritto e quanto testimoniato dalle fonti e dalle architetture fino a noi giunte.
Gli autori Francesco Sammati e Maurizio Nocera vantano una lunga esperienza di insegnamento grazie alla quale, in questa pubblicazione, sono riusciti ad esporre con chiarezza processi evolutivi complessi che compongono una “cascata” di notizie storiche. Il loro impegno divulgativo risponde solo al desiderio di condividere il sapere acquisito districando un vero e proprio groviglio di informazioni e dando finalmente luce ad un passato dimenticato ma che ha infiniti risvolti nel presente.
Questa ricerca storica trae la sua origine dalla sete di conoscenza di Sammati, residente in Castromediano, popolosa frazione di Cavallino, alle porte di Lecce; egli, animato dal desiderio di comprendere per quale motivo quell’agglomerato

urbano sia identificato con il nome di una famiglia nobiliare, caso unico a quanto pare, ha intrapreso un percorso di ricerca che lo ha portato ad indagare financo presso la Biblioteca Nazionale di Napoli, dove è riuscito a reperire l’antico e prezioso testo di Antonio Fusco (XVII sec) che a sua volta aveva acquisito informazioni storiche da fonti ancora più antiche ma oggi non più esistenti. Quest’ultima opera, stilata utilizzando un colto latino e riprodotta in questa pubblicazione con traduzione a fronte, rappresenta una biografia familiare dei Castromediano e fornisce una dettagliata descrizione dei documenti consultati dal Fusco che avvalorano l’attendibilità della sua ricostruzione storica e delle sue ricerche compiute su incarico del Duca Domenico Ascanio.
Dall’attento esame di questo testo, Sammati è riuscito a rimuovere quell’impenetrabile velo che oscurava il contesto storico del luogo in cui vive; egli, pur non essendo uno storico di professione, ha iniziato un percorso di approfondimento compiendo una vera operazione di public history mirata a promuovere una cittadinanza più consapevole negli abitanti di Castromediano, facendo maturare in loro un sentimento di appartenenza ad una comunità erede di un prestigioso passato.
Le pratiche di public history offrono occasioni e strumenti per la comprensione critica dei contesti storici di riferimento e proprio in questa prospettiva si pone l’attività di studio e divulgazione degli autori. I risultati del loro studio costante sono stati già esposti in pubbliche conferenze ed ora vengono sintetizzati in questa pubblicazione che non costituisce un mero esercizio di ricerca storica, bensì il recupero di una memoria perduta; essi sono riusciti a ricollocare un tassello mancante della micro e della macro storia che permette di comprendere appieno il presente.
Implicitamente, poi, il libro assume anche la funzione di guida pedagogica per il lettore che, acquisendo le notizie di carattere storico, viene anche a conoscenza

delle metodologie con le quali le ricerche sono state condotte. Si tratta di sintetiche, discrete e precise informazioni che hanno la funzione di presentare in maniera scientifica il lavoro svolto ma da esse trapela chiaramente quel desiderio di conoscenza che spinge ad una ricerca continua del sapere; questa passione che ha animato e che anima gli autori si propaga nei lettori come stimolo alla conoscenza.
Dunque il concetto di saggio storico, tradizionalmente inteso come una successione di date, nomi e nozioni, in questo testo viene completamente obliterato proprio grazie all’abilità degli autori che trasmettono in primis la loro sana curiosità di conoscere meglio il contesto storico-sociale in cui vivono per poi andare a ricercare le sue origini, ad indagare i tanti risvolti della storia generale ma anche le sfumature della storia “particolare”, le vite dei singoli come quelle delle genti, per poi giungere anche a capire i caratteri dei territori.

Il testo prende avvio riportando una mirabile avventura cavalleresca il cui protagonista è Kiliano di Lymburg e da questo incipit si dipana la ricostruzione delle vicende che hanno riguardato la casata dei Lymburg Castromediano nel tempo e nello spazio; e mai come in questo caso i riferimenti spazio-temporali assumono primaria importanza.
Il connotato di straordinarietà che può attribuirsi a questa vicenda è strettamente connesso con i luoghi. Al nordico Kiliano, capostipite della casata, venne riconosciuto il possedimento di Castelmezzano e da esso acquisì il nome latino da affiancare a quello proprio di origine; a distanza di mille anni poi, ad un altro luogo relativamente distante è stata attribuita la denominazione dell’ultimo discendente della stessa famiglia nobiliare, Sigismondo Castromediano, cittadino illustre di Cavallino, uomo di cultura e patriota.

Dunque un’entità geografica ha conferito l’appellativo nobiliare ad una casata, contribuendo a definirne l’identità, e quella stessa casata ha restituito il nome assunto ad un altro luogo!
Scambio questo che può essere definito “un gioco della storia”, appunto come recita il titolo del libro, esso però ha l’aspetto in tutto e per tutto di una magia, anche perché non è stato voluto dai protagonisti Kiliano e Sigismondo, né dagli amministratori locali che hanno conferito la denominazione alla crescente frazione di Cavallino, in quanto erano sicuramente all’oscuro degli intricati collegamenti genealogici della famiglia Castromediano.
Potremmo anche spingerci a ritenere questo “gioco della storia” come un incantesimo correttamente inserito in una saga cavalleresca, avulso dalla volontà dei singoli e rimesso invece alla provvidenza, al fato o alla fortuna. Una vicenda d’altri tempi, carica di un pathos profondo, tale da lasciare esterrefatti.
A Francesco Sammati va riconosciuto il merito di questa inedita ricostruzione, cioè di aver intuito la singolare simmetria inversa di natura toponomastica che attribuisce all’intera vicenda un pro filo di unicità. Questa generale visione prospettica ha permesso un’analisi completa di quello che è stato il rapporto uomo/territorio, casata/possedimenti feudali, microstoria/macrostoria.

Se tale aspetto è il punto focale della presente pubblicazione, no n vanno trascurati alcuni elementi, emersi dalle ricerche, che svelano il ruolo di primaria importanza rivestito dai Castromediano nel corso dei secoli, soprattutto in relazione ad eventi storici di carattere internazionale come la battaglia di Lepanto, alla quale parteciparono morendo i fratelli Fabio ed Ottavio Castromediano, o le guerre spagnole del XVI sec alle quali prese parte Giovanni Antonio Castromediano che, per il valore dimostrato, fu nominato Cavaliere dell’Ordine di Calatrava. Risvolti, questi, che meriterebbero ulteriore approfondimento perché testimoniano il

coinvolgimento del territorio salentino in eventi di elevata caratura finora erroneamente ritenuti distanti nel tempo e nello spazio.
Un lavoro di ricerca ramificato e fiorito, dunque, dal quale altre gemme possono sbocciare e fiorire nel vasto campo della cultura.
L’importanza di questa pubblicazione non risiede solo nell’utilità di una divulgazione storica di carattere locale; essa ha un respiro di gran lunga superiore e può ambire a suscitare un interesse diffuso, non limitato ad una cerchia di studiosi né alle comunità di Cavallino e di Castromediano. Le vicende trattate hanno un profondo legame con le genti della Lucania, di Castelmezzano in particolare, da cui ha tratto origine l’appe llativo dei Castromediano e da dove questa casata ha iniziato a svilupparsi.

Ma non solo … le prime e vere origini del capostipite Kiliano sono riconducibili nell’attuale Germania e dunque vengono inevitabilmente interessati anche quei territori. Scopo del testo è quello di far conoscere un tassello della storia ormai dimenticato ma anche dare alle comunità coinvolte una consapevolezza identitaria che potrebbe anche assumere ulteriori sviluppi di natura sociale, culturale ed economica.
In sintesi, questo libro ha in sé i profili di “un’avventura del sapere”; esso, infatti, trae la sua prima origine da una semplice curiosità che si è poi sviluppata in ricerche via via più approfondite, alimentate dalla passione per la scoperta e dalla sete di conoscenza; il sapere acquisto è stato successivamente condiviso in incontri e convegni ed ora viene divulgato per tramandare la straordinaria vicenda di un appellativo condiviso da persone e da territori in un mutevole scambio di riconoscenza, frutto forse di un incantesimo di cui anche queste righe fanno parte ed i cui sviluppi potrebbero sorprendere ancora.

Sandro Savina

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