IL PENSIERO MEDITERRANEO

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“Il Trovatore” di Livermore modernizza (forse troppo) l’Opera verdiana

Una settimana con Il Trovatore, ben cinque rappresentazioni (18, 20, 21, 23, 25 febbraio) dell’opera verdiana nel Teatro Nouveau di Bologna, ciascuna delle quali ha fatto registrare una presenza di pubblico al limite del sold out.

di Gabriele Zompì

Grande successo dunque per questa co-produzione tra il Teatro Comunale di Bologna e il Teatro Regio di Parma.


Sul podio Renato Palumbo, al suo secondo Trovatore con la fondazione lirico-sinfonica felsinea, che è stato alla guida di un cast che ha visto protagonisti Roberto Aronica nei panni di Manrico, Marta Torbidoni nelle vesti di Leonora, Lucas Meachem come Conte di Luna e Chiara Mogini come Azucena, che si sono alternati – solo per la recita del 21 febbraio – con Zi-Zhao Guo, Federica Vitali, Angelo Veccia e Cristina Melis.


Hanno completato il cast Gianluca Buratto (Ferrando), Benedetta Mazzetto (Ines) e Cristiano Olivieri (Ruiz). L’Orchestra e il Coro – preparato da Gea Garatti Ansini – sono stati quelli del Teatro Comunale di Bologna.


L’allestimento scenico voluto dal regista ha sicuramente introdotto degli elementi su cui discutere. Di sicuro il forte impatto scenico l’ha creato un maxi schermo led che ha proiettato immagini, quasi tutte di rovine, cavalcavia e ponti di cemento, offuscati spesso da una fitta coltre di fumo con colore cangiante, quasi a voler far entrare lo spettatore nel clima “rovente” della tragedia consumata intorno al rogo di quella “pira” e del suo “orrendo foco”.

E poi scene ambientate in un’atmosfera circense, dove la “zingarella” è circondata da acrobati e danzatori. Non sono poi mancati riadattamenti in chiave moderna, anzi modernissima, come una fumata di sigaretta o l’uso del cellulare, oggetti introdotti sulla scena dal Conte di Luna.


Il regista Livermore – che dal 2018 al 2021 ha firmato gli allestimenti per quattro inaugurazioni consecutive del Teatro alla Scala – ha ripreso con questo nuovo allestimento a collaborare col Comunale bolognese, dopo l’Idomeneo del 2010 e Il turco in Italia del 2017.

Nel team creativo accanto a lui Carlo Sciaccaluga, Giò Forma che ha curato le scene, D-Wok i video, Anna Verde i costumi e Antonio Castro le luci. Insomma una squadra di altissimo livello e di grande esperienza, che ha garantito la buona, anzi ottima, riuscita dello spettacolo. Il Teatro Nouveau segna così un altro importante traguardo nella scalata verso il successo dell’intera stagione 2023/24.

*Le foto dell’articolo sono di Andrea Ranzi

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