IL PENSIERO MEDITERRANEO

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La bellezza e la grazia del sorriso angelico di Beatrice

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Dante incontra Beatrice

Dante incontra Beatrice

Di Giovanni Teresi

Beatrice obbliga Dante a guardarla negli occhi: sconcertato da tanta bellezza, il poeta sviene, e quando torna in sé lo stanno già tirando fuori dalle acque purificatrici del Lete. Ormai purificato, a Dante viene concessa la grazia del sorriso di Beatrice, così bello da non poter essere descritto a parole. Nella terza Cantica, Beatrice sarà la guida di Dante e farà da intermediaria fra il poeta e i beati. La donna amata diventa il suo lume morale in opposizione alla corruzione e alla superbia umane.

XXX Canto del Purgatorio, Beatrice è da identificare come la guida del Paradiso, colei che scorta Dante dove Virgilio non può arrivare.Sulla interpretazione allegorica di questa figura sono state ideate e smontate molte teorie fino ad arrivare alla doppia concezione della donna: da una parte rappresenta l’ideale stilnovista della bellezza che muove il cuore del poeta, la donna agelicata, mentre nella Commedia è la rappresentazione della teologia cristiana.“Nove fiate già appresso lo mio nascimento era tornato lo cielo de la luce quasi a uno medesimo punto, quanto a la sua propria girazione, quando a li miei occhi apparve prima la gloriosa donna de la mia mente, la quale fu chiamata da molti Beatrice li quali non sapeano che si chiamare.

Ella era in questa vita già stata tanto, che ne lo suo tempo lo cielo stellato era mosso verso la parte d’oriente de le dodici parti l’una d’un grado, sì che quasi dal principio del suo anno nono apparve a me, ed io la vidi quasi da la fine del mio nono.

Apparve vestita di nobilissimo colore, umile e onesto, sanguigno, cinta e ornata a la guisa che a la sua giovanissima etade si convenia. …

Donne ch’avete intelletto d’amore,
i’ vo’ con voi de la mia donna dire,
non perch’io creda sua laude finire,
ma ragionar per isfogar la mente.
Io dico che pensando il suo valore,
Amor sì dolce mi si fa sentire,
che s’io allora non perdessi ardire,
farei parlando innamorar la gente.

vv 1-9, Donne ch’avete intelletto d’amore, Vita Nuova

“E poi piaccia a colui che è sire de la cortesia, che la mia anima se ne possa gire a vedere la gloria de la sua donna, cioè di quella benedetta Beatrice, la quale gloriosamente mira ne la faccia di colui qui est per omnia secula benedictus. (Vita Nova)Ma però che non subitamente nasce amore e fassi grande e viene perfetto, ma vuole tempo alcuno e nutrimento di pensieri, massimamente là dove sono pensieri contrari che lo ‘mpediscano, convenne, prima che questo nuovo amore fosse perfetto, molta battaglia intra lo pensiero del suo nutrimento e quello che li era contraro, lo quale per quella gloriosa Beatrice tenea ancora la rocca de la mia mente.” (Convivio)

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