IL PENSIERO MEDITERRANEO

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La rondine, il pettirosso e il gattino. Una favola per i più piccini

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Gattino sull'albero

Gattino sull'albero

di Lucia Larinis

Ero seduta a leggere nel piccolo parco a ridosso di casa mia, quando scorgo sotto la panchina di fronte a me un gattino, un cuccioletto, probabilmente smarrito. Sulla panchina si posò un pettirosso, chi sa forse richiamato dal gattino? Sta di fatto che il gattino me lo sono portato a casa e gli ho trovato una famiglia che lo ha accolto con tanto amore. Nel vedere il pettirosso sulla panchina e il gattino sotto, è sorta nella mia mente una storiella che vi voglio raccontare e dedicare ai vostri piccoletti.

C’era una volta una rondine che viveva in un nido sotto il tetto di una casa. Era molto felice e amava volare nel cielo azzurro, cantando canzoni allegre. Un giorno, mentre stava tornando al suo nido, vide un pettirosso appollaiato su un ramo di un albero vicino. Era un bellissimo uccello, con il petto rosso e il becco giallo. La rondine si avvicinò e gli fece un saluto cordiale.


“Buongiorno, signor pettirosso. Come va oggi?” chiese la rondine.

“Buongiorno, signora rondine. Va tutto bene, grazie. E lei?” rispose il pettirosso.

“Benissimo, grazie. Mi chiamo Rina e sono una rondine. E lei?”

“Mi chiamo Roberto e sono un pettirosso. Piacere di conoscerla.”

“Piacere mio. Lei è molto bello, sa?”

“Lei è molto gentile, grazie. E anche molto graziosa.”

I due uccelli si misero a chiacchierare amabilmente, scoprendo di avere molte cose in comune. Si piacevano molto e presto divennero amici. Ogni giorno si incontravano sull’albero e si raccontavano le loro avventure.

Un giorno, mentre stavano parlando, sentirono un miagolio provenire da sotto l’albero. Era un gattino bianco e nero, con gli occhi verdi e le orecchie rosa. Era molto carino, ma anche molto affamato e infreddolito. Aveva perso la sua mamma e non sapeva dove andare.

“Che cos’è quel rumore?” chiese la rondine.

“È un gattino. Lo vedi laggiù?” disse il pettirosso.

“Poverino, sembra così triste e solo. Andiamo a vedere se sta bene.” propose la rondine.

“Ma è pericoloso! I gatti mangiano gli uccelli!” esclamò il pettirosso.

“Non tutti i gatti sono cattivi. Forse questo ha bisogno di aiuto.” insistette la rondine.

La rondine era molto coraggiosa e compassionevole. Volò verso il gattino e si posò vicino a lui.

“Ciao, piccolo amico. Come ti chiami?” gli chiese dolcemente.

“Io… io mi chiamo Gigi.” balbettò il gattino.

“Non aver paura, non ti voglio fare del male. Sono una rondine e mi chiamo Rina. E quello là è un pettirosso e si chiama Roberto.” lo rassicurò la rondine.

Il gattino alzò lo sguardo e vide i due uccelli che lo guardavano con curiosità e simpatia.

“Ciao, Rina. Ciao, Roberto.” disse timidamente.

“Che cosa fai qui da solo? Dove sono i tuoi genitori?” chiese la rondine.

“Io… io non lo so. Mi sono perso e non riesco a ritrovare la mia mamma.” spiegò il gattino.

“Che dispiacere! Ti sei fatto male?” chiese la rondine.

“No, ma ho tanto freddo e fame.” rispose il gattino.

“Vuoi venire con noi? Ti possiamo portare nel nostro nido, dove c’è caldo e cibo.” offrì la rondine.

“Davvero? Ma… ma come faccio a salire sull’albero?” chiese il gattino.

“Non ti preoccupare, ti insegnerò io a volare!” disse la rondine.
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lo coprono con le loro piume. Poi gli portano dei semi, dei frutti e dei vermi per nutrirlo. Il gattino si sente al sicuro e al caldo e inizia a mangiare con appetito. Presto si addormenta, sognando di avere una famiglia.

La rondine e il pettirosso sono felici di aver salvato il gattino e lo trattano come un figlio. Gli insegnano a cantare, a volare e a giocare con gli altri animali del bosco. Il gattino cresce sano e forte e diventa molto affezionato ai suoi genitori adottivi.

La favola finisce con un lieto fine: il gattino trova una famiglia umana che lo adotta e lo porta a vivere in una casa accogliente. La rondine e il pettirosso gli fanno visita ogni giorno e gli portano dei regali. Il gattino è grato per tutto l’amore che ha ricevuto e non dimentica mai i suoi amici del bosco.

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