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“NELLA TANA DEL RICCIO. Nulla terrorizza più dell’ignoto” un libro di Sandra Guddo, recensione di Alessandra Barone

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Nella Tana del riccio un libro di Sandra Guddo

Nella Tana del riccio un libro di Sandra Guddo

Dopo gli ultimi due libri “CICIRI “e “GRAMIGNA” che esprimono l’amore per la sua isola e la voglia di raccontare la controstoria della Sicilia, Sandra Guddo riprende il genere del giallo che aveva già sperimentato con il romanzo “LE GEÔLIER” ma con un ingrediente in più. Un ingrediente che regala al suo romanzo un sapore dolce- amaro, uno scenario sospeso tra normale e paranormale.

In tal senso, è davvero emblematica la vicenda della seconda donna che entra in scena: la nobildonna Maria Luisa, vissuta durante il periodo della Belle Époque, che concluderà la sua tormentata esistenza con un omicidio-suicidio. Non conosce riposo eterno il suo spirito macchiato di sangue che la spingerà a rimane nel mondo dei vivi in cerca e di vendetta e di riscatto. Con Maria Luisa entra in scena il paranormale, concetto assai difficile da definire ma che ci porta ad esperienze che superano il concetto di normalità come viene comunemente inteso!

La terza figura femminile è quella di Rita, la Bastarda, figlia di una prostituta e di un marine americano, sbarcato con gli Alleati in Sicilia il 10 luglio del 1943, di cui non si hanno notizie. Rita e tutta la sua famiglia ed in particolare la figlioletta Caterina saranno le vittime della furia persecutrice dello “spirito” di Maria Luisa con cui dovranno fare i conti quotidianamente finché sarà proprio Nilla, la prima figura femminile che compare nel romanzo con il ruolo di protagonista, a spezzare tale condizione disumana.

Fa bene Sandra Guddo quando aggiunge che “nulla terrorizza più dell’ignoto” specie quando questo “ignoto” supera la nostra esperienza sensoriale e si pone sul piano indefinito del paranormale. Si possono così tentare ipotesi e congetture o, addirittura, si possono trovare spiegazioni vestite di razionalità, individuate tra le pieghe della psicologia e della parapsicologia da un lato e dello spiritismo dall’altro. Nilla, figlia degli anni della contestazione giovanile del ’68, si trova così sballottata in un contesto dove le leggi della razionalità sembrano incrinarsi ma non per chi, come lei, non esclude campi di indagine che vanno oltre ogni possibile oltre.

 E giunti all’ultima pagina del romanzo si è diventati ancora più consapevoli della nostra inadeguata capacità di comprendere lo “strano gioco delle parti” che interpretano i vari personaggi del romanzo che altro non è che la rappresentazione della vita con le sue tinte a chiaroscuro.

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