IL PENSIERO MEDITERRANEO

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Quando Re Giuseppe Bonaparte giunse a Lecce Correva l’anno 1807

Scorcio-del-centro-storico-di-lecce

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di Giorgio Mantovano

Scorcio del centro storico di Lecce

Di particolare interesse la “Cronaca” di quel fastoso evento ( il primo aprile) che ne fece il Buccarelli, menzionata da Pietro Palumbo in “Pagine del Risorgimento Salentino”, con note e premessa a cura di Pier Fausto Palumbo, Centro di Studi Salentini, 1981, p.81.

Vale la pena rievocare quanto accadde: “Verso l’ora ventuna è arrivato in questa fedelissima città di Lecce il nostro re Giuseppe Napoleone Bonaparte e stiete nel palazzo del sig. Marchese Palmieri ; di poi passò nella città di Otranto; da quella in Finibus terre; di poi per quella di Gallipoli e di nuovo ritornò in Lecce nella quale fece dimora per altre ore trentasei.

Si fecero molte feste, cavalcate e carri per la città. Una gran furgularia fu fatta in piazza illuminata ad oglio e cera, si fece una gran colonna colla statua del re vicino al Cafe’ dei Nobili e una grande orchestra di musici in piazza. Il Sedile col ritratto del re fu ornato di lumi a cera e per tre giorni come anche per tutta la città. Le feste fatte da questa città di Lecce furono grandi. In quest’occasione per ordine del re tutti quelli che erano detenuti e si volevano rei di stato sono stati tutti liberati”.il Caffè dei Nobili era situato nell’attuale via Rubichi, al pianterreno del Palazzo fatto erigere dai Gesuiti, divenuto nell’Ottocento il Palazzo dei Tribunali.

Era già aperto quando l’abate di Montescaglioso, nel 1784, comprò per i Benedettini l’edificio, in precedenza casa dei Gesuiti. Era un Caffè elegante, frequentato dal patriziato leccese. Dentro si organizzavano balli, accademie di scherma e di poesia ed anche feste. Nei primi decenni dell’Ottocento, nell’attuale piazzetta S. Chiara, era presente anche il Caffè di Don Gaetano delle Side che, in quel tempo di sospetti e persecuzioni, accoglieva, come scrisse Pietro Palumbo in “Lecce vecchia” (1912), il fior fiore dei carbonari ben diffusi in Terra d’Otranto.

Vi faceva frequente irruzione la polizia che teneva d’occhio quel luogo alla ricerca di sospetti cospiratori. Oggetto di particolare attenzione era anche il foglio, “L’Osservatore Salentino”, fondato nel 1820, pubblicazione della Carboneria di Terra d’Otranto. Foglio redatto da una “Società di persone leccesi”. Di esso ne dette notizia Pietro Palumbo in “Risorgimento Salentino”, Lecce, Martello, 1911, p. 321 – 22, citato da Nicola Vacca in “Giornali e giornalisti salentini”, in “Rinascenza salentina”, 1940, n.1.

Il Palumbo scrisse: ” Surse per opera di Vincenzo Balsamo, attivo carbonaro e poi dotto socio della Società Economica, l’Osservatore Salentino, il primo giornale leccese di tipo liberale e battagliero, precursore di quelli del ’48” (Risorgimento Salentino, op.cit.).Franco Mastrolia, nel saggio dal titolo “Vincenzo Balsamo, protagonista dell’economia agraria nella Terra d’Otranto dell’Ottocento, e ascesa della famiglia” in AA.VV., Studi in onore di Alfredo Calabrese, Società storica di Terra d’Otranto, 2020, 278 ss., ha offerto ulteriori informazioni.

Vincenzo Balsamo, nato il 12 agosto 1788 a Lecce, fu “protagonista e filadelfo nella nona ‘squadriglia’ di Lecce e poi ‘oratore esperto’ della seconda vendita carbonara ‘Idume’ e con lo stesso titolo (L’Idume) pubblicava, con l’avvocato Domenico Crety, un giornale politico – scriveva Luigi Maggiulli – per ‘mantenere vivo in altrui il sentimento liberale ed istruire nel vero e nel giusto le popolazioni ignoranti'”. Il Caffè di Don Gaetano delle Side fu chiuso il 19 maggio 1850, stando a quanto ha poi narrato Sigismondo Castromediano.

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