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Annamaria Ferramosca sull’opera poetica di Lorenzo Spurio Tra gli aranci e la menta

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Tra-gli-atanci-e-la-menta-di-L.-Spurio

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Ho finalmente letto i tuoi due preziosi libri di poesia che mi hai fatto avere ed ora finalmente posso dirtene qualche impressione a caldo.

Era d’agosto (Cronedit, Iasi, 2021 – versione italo-rumena) è una silloge che ben esprime i fuochi del tuo poiein, d’impronta decisamente civile, dove per civile intendo una superiore “essenza po-etica”, di valore universale, che tu versi in forma curatissima, con punte di intenso lirismo. Spaziare dalla violenza femminicida a quella del disastro di Chernobyl, dall’omicidio di Livatino a quello di Lorca, dalla pietas per i terremotati del Centro Italia alla comprensione per le tormentate vite di Alda Merini e Antonia Pozzi, denota la tua sensibilità angosciata per le derive umane, che sai trasformare in scrittura emozionale pura, strumento di riflessione etica per chiunque legga. Spero che i traduttori possano aver traghettato tutte le vibrazioni della tua parola accorata nelle lingue d’arrivo!

 Tra gli aranci e la menta(PoetiKanten Edizioni, Sesto Fiorentino, I edizione 2016; II edizione 2020) mi ha poi totalmente e letteralmente attraversato di ferita irrimarginabile e sconfinato rimpianto, per questo amore assoluto che entrambi condividiamo per il Sommo Federico. 

Dai tuoi versi mi giungono visioni e sonorità e perfino tracce dell’inarrivabile duende di Lorca. E come non sentire l’eco del canto per Ignacio, il nascondersi della luna nella notte della fucilazione, il profumo interrotto dei nardi, il pianto della chitarra gitana, come non sentire la dimensione d’immortalità che promana dalla tua asserzione «Morto è solo chi si dimentica»! 

Di altissima intensità emotiva trovo il testo “Tagliami l’ombra”,che descrive la compenetrazione del lutto nella natura trascinando chi legge in un compianto pànico universale, dove il dolore indicibile si fonde confonde nella bellezza del canto. Credo che anche Federico avrebbe riconosciuto con commozione queste tue come parole ammirate di un amico fraterno. 

Così ti ringrazio molto del dono-luce della tua scrittura, dei momenti comuni di com-passione provata. Ti auguro anche di continuare nel tuo studio – che so profondissimo – dell’opera di Lorca e di riceverne sempre maggiori soddisfazioni e riconoscimenti. 

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