IL PENSIERO MEDITERRANEO

Incontri di Culture sulle sponde del mediterraneo – Rivista Culturale online

Ma dove va il tempo? Introduzione (Capitolo 2°/25)

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Trascendenza temporale

di Pompeo Maritati

Questo mio scritto si propone, in punta di piedi e senza alcuna velleità,  di esplorare le radici, gli sviluppi e le implicazioni della Trascendenza Temporale, analizzando come esso permei la filosofia, la spiritualità e la ricerca della comprensione umana del tempo. Non si è trattato solo di una ricerca bibliografica in materia, ma di una intensa riflessione sui vari argomenti trattati. Un percorso che ho cercato di intraprendere oramai soggiogato dalla curiosità di capire e perlustrare i miei sogni e le mie fantasie riportate nei miei due libri anzidetti. Due libri scritti quasi di getto, come se stessi a tutti gli effetti descrivendo dei fatti realmente e concretamente accaduti, ma che appartenevano a quella che a me piace definire la mia realtà onirica. Dei sogni e delle fantasie che alla fine hanno  aperto  la strada, inconsapevolmente,  ad una loro legittimazione, al punto tale che oggi appartengono di diritto e di fatto alla mia quotidianità.

Il tempo rappresenta una delle dimensioni fondamentali dell’esistenza umana, ma anche una delle più misteriose e difficili da comprendere. Da sempre, filosofi, scienziati, artisti e mistici hanno cercato di esplorare il significato e la natura del tempo, arrivando a concezioni diverse e talvolta contrastanti. Alcuni hanno sostenuto che il tempo sia una realtà oggettiva e misurabile, altri che sia una costruzione soggettiva e relativa. Alcuni hanno affermato che il tempo sia lineare e irreversibile, altri che sia ciclico e reversibile. Alcuni hanno ipotizzato che il tempo sia finito e limitato, altri che sia infinito e illimitato.

In questo mio lavoro, una piacevole passeggiata nel “Tempo” vorrei fare insieme a voi, una riflessione sul concetto di Tempo senza Tempo ed Eterno Presente, che sono due modi di intendere il tempo come una dimensione trascendente e immutabile, al di là delle percezioni e delle esperienze umane. Si tratta di due visioni che possono apparire come un sogno o una realtà, a seconda del punto di vista da cui si guarda.

Il Tempo senza Tempo, è l’idea che il tempo non esista in sé, ma sia solo un modo di ordinare gli eventi secondo una successione causale. In altre parole, il tempo sarebbe solo un’illusione generata dalla nostra mente, che proietta sul mondo esterno una scansione temporale basata sul nostro ricordo del passato, sulla nostra attenzione al presente e sulla nostra aspettativa del futuro. In realtà, tutti gli eventi sarebbero contemporanei e coesistenti in un unico blocco spazio-temporale, indipendente dalla nostra coscienza. Questa visione è stata sostenuta da alcuni filosofi come Parmenide, Spinoza, Kant e Hegel, e da alcuni fisici come Einstein, Minkowski e Hawking.

L’Eterno presente è l’idea che il tempo esista in sé, ma sia solo un modo di esprimere l’eternità di Dio. In altre parole, il tempo sarebbe solo un riflesso della presenza divina nel mondo, che abbraccia tutti gli eventi con la sua onniscienza e la sua onnipotenza. In realtà, tutti gli eventi sarebbero presenti a Dio in un unico istante eterno, indipendente dal nostro spazio. Questa visione è stata sostenuta da alcuni filosofi come Platone, Agostino, Boezio e Tommaso d’Aquino, e da alcuni teologi come Anselmo, Bonaventura e Eckhart.

Queste due concezioni del tempo possono sembrare opposte e inconciliabili, ma in realtà possono essere viste come due facce della stessa medaglia. Entrambe ci invitano a superare la nostra visione ordinaria e limitata del tempo, per aprirci a una dimensione più profonda e universale della realtà. Entrambe ci sfidano a interrogarci sul senso della nostra esistenza nel tempo, e sul rapporto tra il tempo e l’eternità. Entrambe ci offrono la possibilità di sperimentare il tempo come un sogno o come una realtà, a seconda della nostra fede o della nostra ragione.

Queste riflessioni hanno affascinato molti filosofi e teologi nel corso della storia e se vogliamo tutta l’umanità, in quanto penso che non ci sia stato mai un solo essere umano che non si sia chiesto cos’è il tempo, dove vada, cercando di dare, anche se banalmente una risposta alla domanda più vecchia del mondo: perché siamo qui e chi ha permesso che ciò avvenisse. Il Tempo senza Tempo è la concezione secondo cui il tempo non esiste in sé, ma è solo una misura del movimento delle cose. L’Eterno presente è la concezione secondo cui il tempo esiste, ma è sempre lo stesso, senza passato né futuro. Entrambe le teorie hanno delle implicazioni profonde sulla natura degli dei dell’Olimpo, che sono considerati immortali e onnipotenti.

Secondo me, la teoria più aderente alla dottrina degli dei dell’Olimpo è quella dell’Eterno presente. Questa teoria spiega meglio alcuni aspetti della mitologia greca, come il fatto che gli dei siano coinvolti negli affari umani, che abbiano delle preferenze e delle passioni, che possano cambiare idea e che siano soggetti a delle limitazioni. Se il tempo non esistesse, come potrebbero gli dei avere una storia, una personalità, una volontà? Se il tempo fosse sempre lo stesso, come potrebbero gli dei intervenire nel mondo, modificare il destino, creare o distruggere? L’Eterno presente permette di conciliare l’immortalità e l’onnipotenza degli dei con la loro dinamicità e la loro relazione con gli uomini.

Ovviamente, questa è solo la mia opinione personale. Penso che sia interessante confrontarsi su questi temi, che ci portano a riflettere sulla nostra esistenza e sul nostro rapporto con il divino.

Il Capitolo 3° sarà online il prossimo 14 febbraio.

PER CHI VOLESSE VISIONARE IL CAPITOLO PRECEDENTE:

Ma dove va il Tempo? (1/25) – IL PENSIERO MEDITERRANEO

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