IL PENSIERO MEDITERRANEO

Incontri di Culture sulle sponde del mediterraneo – Rivista Culturale online

Viaggio nella storia di Lilybeo (Marsala)

8 min read
scavi archeologici di Mozia

di Giovanni Teresi

Lilybeo entra nelle vicende della storia antica dopo la distruzione dell’isola di Mozia (Mothia), avvenuta nel 397 a.C. ad opera di Dionisio il Vecchio, tiranno di Siracusa, secondo gli storici, gli abitanti di Mozia superstiti si trasferirono sul vicino promontorio di Lilybeo e quando i Cartaginesi, per compensare la perdita dell’importante base strategica dell’isoletta dello Stagnone, fecero di Lilybeo una robusta città fortificata, che assunse il ruolo di base della potenza militare cartaginese nella Sicilia occidentale, ruolo fino ad allora tenuto da Mozia.

L’isola di Mozia (Mothia) Fondazione Whitaker

L’antico nome di Marsala, Lilybeo, probabilmente deriva da “Le Luboe”, “di fronte alla Libia”, essendo Libia il termine con cui si chiamava l’Africa allora sconosciuta.

Prima della distruzione di Mozia, il promontorio di Lilybeo fu sicuramente abitato dai Sicani, giunti in Sicilia dalla penisola iberica, a cui si sarà aggiunta qualche comunità di Elimi, popolo che si stabilì anche in altre località vicine alla Sicilia occidentale; forse anche dai Greci, in seguito alla colonizzazione greca in Sicilia e al tentativo, nel VI secolo a.C., di alcuni condottieri di unificare l’isola sotto il dominio greco. Distrutta Mozia, l’interesse di Cartagine era quello di ricostruire la propria base strategica e militare, come detto, a Lilybeo. La città, perciò, crebbe di popolazione, pare che nel III secolo a.C. contasse circa 20.000 soldati di guarnigione, e venne ampliata e ricostruita secondo criteri che la rendessero inespugnabile.

La città assunse una ben rigorosa struttura quadrangolare, fu munita di una robusta cerchia di mura, dotata di torri e di postazioni a difesa, e circondata da un alto fossato perimetrale che la rendesse difficilmente accessibile alla terra ferma.

Mozia – Scavi del 2008

Poi, fu scelto, per costruirvi il porto militare, il tratto di mare antistante il promontorio sul lato ovest: con il suo fondo roccioso e cosparso di secche naturali. I frutti di questa ben progettata struttura difensiva non tardarono a vedersi.
Già qualche decennio dopo, nel 368, fallì il tentativo di espugnare la città compiuto dallo stesso Dionisio, che aveva distrutto Mozia, il quale, constatata l’impossibilità dell’impresa, si rassegnò ad abbandonare e a tornarsene a Siracusa.

Più tardi, nel 342,da Lilybeo mosse l’armata cartaginese ad affrontare il siracusano Timoleonte, e, dopo la sfortunata battaglia del Crimiso, il predominio cartaginese nella Sicilia occidentale non fu compromesso. Ma una prova della propria inespugnabilità si ebbe nel 276 a.C., quando Lilybeo oppose una superba resistenza ai tentativi di assedio di Pirro che, una volta presa la città, mirava a muovere alla conquista di Cartagine.

Scavi archeologici di Mozia

Erano gli anni in cui l’impero di  Roma, chiamato da Siracusa, sconvolse il secolare assetto politico della Sicilia; e ben presto, infatti, al tradizionale conflitto greco-cartaginese si sostituì quello più decisivo fra Roma e Cartagine per il possesso dell’isola.

Lunghe e incerte furono le fasi della prima guerra punica, nel corso della quale Lilybeo ebbe un ruolo di protagonista.

L’antica Lilybeo – Insula Romana – foto wikipedia

I Romani, avendo capito che non si poteva conquistare la Sicilia se prima non si fosse presa Lilybeo, attaccarono la città con un forte esercito comandato dai consoli Attilio Regolo e Manlio Vulsone. Per circa dieci anni, dal 250 al 241 a.C. l’epicentro della guerra fu Lilybeo, che seppe resistere ai ripetuti attacchi romani, affrontando anche carestie ed altre calamità.

Alla fine, la vittoria navale riportata da Lutazio Catulo nel mare delle Egadi nel 241 stroncò ogni speranza di resistenza e lasciò Lilybeo con tutta la Sicilia nelle mani dei Romani.

Pavimento in marmo bianco e colonna romana

Passata sotto il dominio di Roma con tutta la Sicilia, Lilybeo mantenne l’importante funzione di base strategica e militare al centro del Mediterraneo e di fronte alle coste dell’Africa.

Tutte le spedizioni destinate in Africa si concentravano e muovevano dal porto di Lilybeo.

In esso si raccolse e salpò nel 204 a.C. alla volta di Cartagine la numerosa flotta di Scipione l’Africano, il vincitore di Zama; e nella terza guerra punica anche l’altro Scipione l’Emiliano.

Lilybeo godette anche di un’importante funzione amministrativa.

Sin dai primi anni in cui la Sicilia fu ridotta a provincia romana, la città fu sede del questore e poi anche del pretore, e nel corso della sua vita amministrativa, accanto ad amministratori saggi ed onesti, quale il primo pretore Caio Flaminio, conobbe anche magistrati corrotti e disonesti.

Fra questi il più famigerato nella storia resta il pretore Verre, che malgovernò la Sicilia dal 73 al 71, e le cui illecite spoliazioni e ruberie furono apertamente denunciate da Cicerone, che contro Verre intentò anche un famoso processo.

Lo stesso Cicerone, che nel 75 a.C. venne a Lilybeo con la carica di questore, definì la città “splendidissima urbs”. L’agricoltura e il commercio erano certamente le principali attività economiche, e il benessere che esse producevano si manifestava anche nei monumenti e nelle opere pubbliche.

Decumano Massimo di Lilybeo

Lilybeo ebbe anche una zecca che coniava monete di bronzo: una di queste portava raffigurata una testa muliebre all’interno di un triangolo, che si pensa simboleggiasse la Sicilia. Sul rovescio, un tripode con serpente attorcigliato. Altre raffigurazioni erano: la testa di Apollo laureata sul dritto, sul rovescio una cetra con ai lati la scritta “Lilybai-tan”.

Monete della zecca di Lilybeo

Anche nell’età imperiale Lilybeo conservò la funzione di importante testa di ponte per le comunicazioni fra l’Italia e l’Africa, e continuò a prosperare economicamente e ad arricchirsi di nuove costruzioni, di ville anche sontuose, adorne di decorazioni musive, come testimoniano gli scavi archeologici condotti a Capo Boeo.

Insula di Capo Boeo – mosaico con cane alla catena
Insula di Capo Boeo – TIGRE AZZANNA UNA GAZZELLA

Rivista online Il Pensiero Mediterraneo - Redazioni all'estero: Atene - Parigi - America Latina. Redazioni in Italia: Ancona - BAT - Catania - Cuneo - Firenze - Genova - Lecce - Marsala - Milano - Palermo - Roma - Trieste. Copyright © All rights reserved. | Newsphere by AF themes.