IL PENSIERO MEDITERRANEO

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Ad Aldo Perrone il premio della saggistica 2022 dell’Istituto Italiano di cultura di Napoli

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libro di perrone-foto

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    di Vincenzo Fiaschitello

Allo scrittore e operatore culturale Aldo Perrone, tarantino, autore di saggi, romanzi, poesie, è stato assegnato dall’Istituto Italiano di cultura di Napoli per il saggio Libertà dell’arte ferita a morte, Gutenberg edizioni, Salerno, 2021, il premio per la saggistica 2022. La premiazione avverrà a Napoli nella sala “G. D’Annunzio” dell’Istituto Italiano di cultura di Napoli in Via Bernardo Cavallino,89 (La Cittadella), sabato 18 febbraio 2023 alle ore 16,00. E’ previsto l’intervento dello scrittore.

Tale meritatissimo riconoscimento è per un saggio che ricostruisce in ogni dettaglio la kafkiana vicenda del Concorso Nazionale per il Monumento a Giovanni Paisiello (1740-1816), bandito dal Comune di Taranto nel 1955 per onorare degnamente il grande musicista tarantino in occasione del 140° anniversario della morte.

Si è detto vicenda kafkiana perché si tratta di vicenda complessa, assurda e illiberale. Dopo il bando a cura dell’amministrazione comunale andato in fumo per scarsa adesione di concorrenti, nonostante una vasta propaganda, il sindaco si vede “costretto” a pregare il valoroso operatore culturale Antonio Rizzo, già noto promotore e organizzatore del Premio Taranto con la sezione Letteratura presieduta dal poeta Ungaretti e la sezione pittura presieduta da Felice Casorati, nonché di varie conferenze con la partecipazione di altissime personalità della cultura, tra il 1949 e il 1952.

Rizzo accoglie l’invito e senza chiedere alcun compenso si mette al lavoro; con la sua esperienza e autorevolezza mobilita i suoi amici e in breve tempo riceve l’adesione di nomi prestigiosi per costituire la Giuria del Concorso, tra i quali Cesare Brandi, Marco Valsecchi, Bruno Zevi. Al sindaco viene affidata la presidenza.

Alla scadenza del termine per la presentazione dei bozzetti si contano ben 120 partecipanti. Viene dichiarato vincitore il bozzetto dell’artista Nino Franchina.

Tutto chiaro? Tutto semplice? Niente affatto!

Nella notte il sindaco, comunista, riceve da Roma una telefonata con l’invito ad annullare il concorso.

Chi dà l’ordine e perché?

Ecco, Aldo Perrone magistralmente ricostruisce e spiega quel che accadde, facendo ricorso a una precisa documentazione, dalla quale il sindaco e l’ideologia comunista (stalinista) di Togliatti che diede l’ordine, escono sconfitti, perché gli artisti componenti della Giuria, ritengono di aver operato con la massima correttezza e soprattutto perché mettono allo scoperto la vera ragione della richiesta di annullamento: l’avversione del comunismo contro l’astrattismo. Il progetto dello scultore Franchina era un tipico prodotto dell’arte astratta: una meravigliosa spirale simile a fiamma le cui “curve leggere si snodano salendo e si accordano in una danza ideale… una figura danzante, una figura musicale che sale senza materia” (Lionello Venturi).

Ne nacque una grossa vertenza e si parlò di avvocati e di tribunali. Ma ciò che portò discredito per la città di Taranto e comunque per la cultura italiana, fu un azzeccato articolo di un giornalista francese che, schierandosi a favore dello scultore innovatore Nino Franchina, tacciò di provincialismo la vicenda culturale del monumento a Paisiello.

E’ merito particolare di Aldo Perrone l’aver messo in evidenza l’articolo del giornalista francese, allargando, così come scrive nella prefazione Massimo Bignardi,

“il campo di osservazione, documentando con estrema attenzione quanto questa vicenda avesse avuto un’eco al di là delle Alpi”.

In conclusione: Taranto non ebbe il monumento a Paisiello, perché nonostante che i documenti smentissero le motivazioni pretestuose dell’amministrazione comunale, vinse la burocrazia che annullò il concorso.

Fatalità volle che poco tempo dopo, l’invasione dell’Ungheria e la salita al potere di Krusciov portarono in casa comunista un diverso orientamento nei confronti dell’arte astratta, riconosciuta come nuova e accettabile espressione artistica e non scarabocchi e cose mostruose, come infelicemente si esprimeva Togliatti nei suoi articoli su “Rinascita”.

Il libro è dedicato a Vittorio Brandi Rubiu. Mi piace qui ricordare che Aldo Perrone è stato un protagonista, accanto a Marco Tonelli, Giuseppe Appella, Massimo Carboni, in occasione del convegno tenuto a Roma il 4 novembre 2022 presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, dove ha illustrato i grandi meriti culturali di Cesare Brandi e in particolare l’impegno del critico d’arte Vittorio Brandi Rubiu.

Aldo Perrone a destra e Vincenzo Fiaschitello a sinistra

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