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La Donna e le quote rosa: una riflessione tra obbligatorietà e diritto culturale

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Quote rosa

Quote rosa

Di Pompeo Maritati

Una breve riflessione sullo stato dei diritti delle Donne, cercando di capire se rispetto agli anni precedenti si è fatto qualche passo avanti.

Se prendiamo in esame la politica italiana il consuntivo di quest’anno e, non certo per colpa della pandemia, è da ritenersi alquanto negativo. L’attuale Governo Draghi  ha dato l’impressione che delle quote rosa se ne sia proprio disinteressato. Qualcuno dice che è colpa dei partiti, che hanno candidato alla poltrona di ministro, solo maschietti, però lui, capo del Governo, proprio perché osannato e soprattutto implorato da una classe politica decotta, avrebbe potuto opporsi, cosa che se n’è guardato bene di fare. A lui, da buon banchiere, interessa governare senza innestare conflitti con i partiti, che peraltro, assistiti dalla discesa dello Spirito Santo, si son tutti allineati e soprattutto hanno momentaneamente riposto le loro litigiosità.

In questi giorni, dopo le dimissioni inattese di Zingaretti da segretario del partito democratico, tutti indicano una donna a ricoprire questo ruolo. Ben venga e tutti ne saremo felici, ma facciano attenzione a chi sceglieranno. La nomina di una donna non dev’essere l’ultima spiaggia o la pezza a colore, perché questo tipo di nomine danneggiano l’immagine stessa della donna.

Io personalmente sono contrario all’applicazione delle quote rosa per obbligo di legge. Lo ritengo mortificante.

Si dovrebbe operare sul processo culturale  del nostro popolo, affinché le scelte avvengano per convinzione e per qualità. Un processo lungo, che forse molta gente comune ha già recepito, mentre sono proprio le direzioni dei partiti che sembrano ancora operare con scarsa lungimiranza e con poco rispetto, proprio nei confronti delle loro elettrici.

Fortunatamente nel resto del mondo le cose sono andate un tantino meglio. Negli USA, per la prima volta nella loro storia, a ricoprire la carica di Vice Presidente, al fianco di Biden, è una donna. La Banca Centrale Europea e la Commissione Europea vedono delle donne alla presidenza.

Straordinaria quanto inattesa la nomina  di una donna alla presidenza dell’Organizzazione Mondiale del Commercio, la nigeriana Okonjo-Iweala.

Un altro aspetto negativo appreso proprio oggi è l’analisi dei dati statistici della disoccupazione, della perdita dei posti di lavoro per effetto della Pandemia. Addirittura è stata rilevata una caduta occupazionale da parte delle donne, nel corso del 2020  oltre il 90%. La pandemia ha colpito duro i settori dei servizi, del turismo, della cultura e dello spettacolo, generalmente caratterizzati da personale femminile. Una dura randellata all’indipendenza economica e non solo, della donna. I ristori governativi, peraltro inadeguati e tardivi, hanno reso ancora più vulnerabili queste donne che hanno drammaticamente perso il lavoro. Ma di loro non mi pare che si sia parlato molto prima.

C’è poco da fare, il percorso verso la parità di genere delle donne era e resta sempre in salita. L’attuale situazione di crisi sistemica non del tutto addebitabile alla pandemia, che a quanto pare è diventata il parafulmine di tutti i mali,  resta molto irto di ostacoli, uno tra tutti, purtroppo ancora esistente e resistente, l’imbecillità di una buona parte dei maschietti.

Dedicato alle nostre care e amate Donne, senza le quali le nostre vite non avrebbero senso.

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