IL PENSIERO MEDITERRANEO

Incontri di Culture sulle sponde del mediterraneo – Rivista Culturale online

L’ex voto-Faust del teatro Rigodon, un’esperienza totale

Raffigurazione di un vaso greco. un satiro spinge una donna sull'altalena

Vaso greco del V sec. a. C. raffigurante il rito dell'altalena

Di Pierpaolo De Giorgi

Sono a Posticciola di Rocca Sinibalda di Rieti, nel luogo deputato dei “Lavatoi” allestito per
lo spettacolo del teatro Rigodon. Grande, la suggestione. È sera, tutti gli spettatori siedono intorno
alla scena. Le vasche dei “Lavatoi” sono il palcoscenico. La rappresentazione ha preso le mosse ormai
da parecchi minuti. Essere rapito dalla bellezza di una performance teatrale, entrare in una trance
leggera e goderne intellettualmente ed emotivamente: è quanto mi sta capitando.


A ben vedere, tutto questo “doveva” accadere. Era necessario che io fossi qui, per partecipare
allo spettacolo Ex Voto – Faust, liberamente ispirato alla celebre opera di Goethe, con la regia di
Alessandro Cavoli. Il fatto è che una lunga serie di coincidenze e di avvenimenti simultanei, persino
l’orario e il ritardo dei treni, mi ha portato nei “Lavatoi” di Posticciola nel pomeriggio del 4 settembre
2021 e non del 2 settembre, come previsto dal programma.

Invitato da Alessandro, ho fatto ugualmente quello che dovevo fare, esponendo i risultati delle mie ricerche e mostrando, con l’aiuto di Anna Mingarelli, i segreti dell’armonia posseduti dal tamburello della pizzica. E ho detto la mia ai politici presenti di ogni estrazione sulla necessità urgente e assoluta che la nostra civiltà comprenda
la grande armonia della Natura, faccia ammenda dei suoi spaventosi errori, e, una volta per tutte,
rispetti la sua sacralità. Il mio intervento è andato bene, ma se lo avessi fatto il giorno 2 di settembre
avrei inesorabilmente perduto lo spettacolo che mi sto godendo in questo momento.


La macchina scenica dell’Ex Voto – Faust va avanti con acrobatici salti degli attori sull’acqua
dei “Lavatoi”, da un bordo all’altro delle vasche. Gli attori hanno da subito agitato la scena e la psiche
degli spettatori. E presto hanno preso a recitare con grande professionalità, dichiarando, sagacemente,
la loro volontà di coniugare il comico con il tragico per poter sopravvivere. Il teatro vuole e deve
sopravvivere, ho pensato. Poi Mefistofele ha ammaliato Faust per stringere con lui il patto dei patti,
ed ogni quadro si è illuminato con una visione.

Donna con abito rosso con braccia aperte distesa su altalena sopra una vasca piena d'acqua
Rito dell’altalena. Rappresentazione teatrale “Ex voto-Faust” (Foto di P. De Giorgi)

L’attimo si è fermato e la giovinezza è tornata, o almeno così ha creduto Faust, al prezzo dell’anima. Illusione e realtà, bellezza e oscurità metafisiche hanno intrecciato dialoghi umani, troppo umani, rilevando le cadute dell’anima, ma anche il suo evolversi verso una qualche liberazione dalle angustie del vivere. L’eleganza di questo Faust, i suoi sogni e i suoi incubi per un po’ hanno dominato la scena. Mefistofele, per converso, ha sfoderato, tra sogghigni e promesse, tutta la sua potenza incantatrice.


Fin qui il flusso narrativo ha fatto rapidamente il suo corso. In questo momento, però, sento
di essere coinvolto fortemente e personalmente. Ogni tocco sull’acqua di Mefistofele è un geniale
coup de théâtre. I sorprendenti cambi di prospettiva appassionano sempre più me e gli altri fruitori.
Questa rimeditazione dell’eccelsa opera di Goethe dapprima intende suggerire a tutti noi spettatori
quanto sia stringente la necessità di confrontarsi in teatro, e attraverso il teatro, con le grandi opere
classiche e con le quaestiones esistenziali che sollevano.

Uomo disteso su altalena
Foto 1. Rappresentazione teatrale “Ex voto-Faust” (Foto di P. De Giorgi)

Se l’uomo vuole ritrovare se stesso, mi sembra che voglia dire l’intera opera, deve comprendere che la vita stessa è un teatro. E quindi il teatro deve tornare a vivere al meglio delle sue possibilità, anche per non lasciare all’insipienza
contemporanea la negazione del passato e la distruzione delle radici. È sulla pelle dell’anima che, anche in questo caso, tutto si gioca.

Guardo affascinato questo spettacolo e mi lascio alle emozioni generate dalla sua bellezza. E penso: tutto è un teatro, perché la coscienza è un teatro. Cos’altro potrebbe essere? Il teatro e la sua arte totale possono davvero aiutarci a salvare il canovaccio del passato, la totalità della vita e il futuro. È il passato, ciò che può restituire la coscienza dell’equilibrio armonico, perché recava con sé quella coscienza!


Il teatro è un’autentica metafora della vita. Noi spettatori, tutti, qui ed ora siamo partecipi di un rito vivo. Non ci troviamo gettati davanti ad uno schermo, indifferenti. La scena in questo bel teatro ci vede partecipi, presenti a noi stessi e commossi. Sia al più presto partecipe, presente a se stesso e commosso anche l’uomo contemporaneo, mi dico!

Ecco, le voci degli attori mi risuonano dentro. Poi cantano in piena e sconvolgente sintonia con la musica suonata dal vivo. E la risonanza interiore in me si amplifica sempre più. È una sinestesia continua, questo teatro! È una “grande opera” surreale che incide sul reale.
A questo punto entrano in scena le “streghe” per la goethiana notte di Valpurga, con bellissimi vestiti rossi. Le donne dondolano su grandi altalene, potenti ed espressive. E sulla mia emozione. Mi si fa innanzi, mai come ora, quel potente simbolo dell’armonia che è l’altalena rituale di Dioniso.

donna di spalle e uomo di fronte affiancati in piedi dentro una vasca piena d'acqua
Foto 2. Rappresentazione teatrale “Ex voto-Faust” (Foto di P. De Giorgi)


Vedo il sacro andirivieni tra la morte e la vita che veniva rappresentato nell’Atene arcaica per Dioniso, dio dei morti ma anche della rinascita, dio dell’ebbrezza ma anche e soprattutto nume tutelare del teatro. Doveva essere qualcosa di simile a quello che sto vivendo ora, quel turbine onirico che trascinava gli ateniesi in una travolgente danza cosmica e pienamente armonica!

Così come fanno con noi spettatori le attrici, che, sognanti, cantano e dondolano rapidamente sulle sacre altalene. E
come fa l’atletico Mefistofele, che oscillando con una fune s’avvicina agli spettatori fino a quasi catturarne l’anima.


Alla fine, compare l’arcangelo Gabriele e la narrazione si inverte in positivo: l’amore trionfa su tutto. Mi rendo conto di essere dentro una rappresentazione di corpi ben armonizzati con la psiche, all’interno di un teatro mirato alla comprensione dell’uomo nella sua interezza, messo in scena sulla scorta della grande recitazione italiana, del “Living Theatre” e degli insegnamenti di Jerzy Grotowsky, Peter Brook ed Eugenio Barba. “Dovevo” essere qui, allora, era necessario che partecipassi a questo meraviglioso spettacolo, dico a me stesso.

Voci e suoni si espandono fin quasi a lacerare lo iato tra la terra e il cielo. Mi accorgo di essere entrato in quella bella trance leggera che solo un’opera d’arte davvero tale riesce a dare. Sarà che le oscillazioni, la danza e i passi saltati degli
attori coniugano il conscio con l’inconscio, oltre che la terra con il cielo e l’uomo con la donna, come i movimenti rituali della pizzica del tarantismo!

Raffigurazione di un vaso greco. un satiro spinge una donna sull'altalena
Foto 3. “Satiro che spinge una fanciulla durante il rito dionisiaco ateniese dell’altalena” (aioresis), vaso greco attico (skyphos) del V sec. a.C. ( Museo Antikensammlug di Berlino)
donna con abito bianco dondola su altalena
Foto 4. Rappresentazione teatrale “Ex voto – Faust” (Foto di P. De Giorgi)

È davvero originale e poetico, questo Ex Voto – Faust, libera riduzione e reinvenzione del Faust di Goethe, allestito dal Teatro Rigodon, per l’edizione 2021 del “Festival Castello dei Destini Inventati”. Magistrale, la regia del Mefistofele Alessandro Cavoli. In tutte le scene brillano, assieme ad Alessandro, gli attori consumati eppure freschissimi Ugo Carlini, Anna Mingarelli, Greta Antoniozzi, Desirèe Proietti Lupi. E intrigano le musiche del gruppo MC&FDM, suonate da Mattia Caroli, sapiente commento alle dinamiche della rappresentazione.

Pierpaolo De Giorgi

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