IL PENSIERO MEDITERRANEO

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Un video: “Preghiera per Gaza” di Pietro Cirillo – Officine Popolari Lucane

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Una Preghiera per Gaza Video

Una Preghiera per Gaza Video

di Pompeo Maritati

Come si fa a descrivere la sensazione di dolore che si prova nel vedere un video con dei bambini che vivono la guerra sulla loro pelle? Un video realizzato ben sette anni fa, dimostrando che la guerra resta sempre una tragedia soprattutto per i bambini. È una domanda che mi sono posto spesso, ma che non ho mai trovato una risposta soddisfacente. Forse perché non esiste una parola che possa rendere giustizia a quello che si prova in quei momenti. Forse perché è un’esperienza che va oltre il linguaggio, che ci tocca nel profondo dell’anima, che ci fa sentire impotenti e indignati.

Vedere dei bambini che soffrono per colpa di una guerra che non hanno scelto, che non capiscono, che non meritano, è una delle cose più terribili che si possano immaginare. È come se il mondo perdesse il suo senso, come se la vita perdesse il suo valore, come se la speranza perdesse il suo significato. È come se il nostro cuore si spezzasse in mille pezzi, e non ci fosse modo di ricomporlo.

Non posso fare a meno di pensare a cosa provano quei bambini, a cosa pensano, a cosa sognano. A come affrontano il terrore, la fame, la solitudine, la violenza. A come cercano di proteggere i loro fratelli, le loro sorelle, i loro genitori. A come cercano di sorridere, di giocare, di imparare. A come cercano di vivere, nonostante tutto.

Non posso fare a meno di pensare a cosa possiamo fare noi, da questa parte del mondo, per aiutare quei bambini. A come possiamo far sentire la nostra voce, la nostra solidarietà, il nostro sostegno. A come possiamo contribuire a fermare quella follia, a costruire la pace, a garantire i diritti. A come possiamo fare la differenza, anche con un piccolo gesto.

Non posso fare a meno di pensare che quei bambini sono il nostro futuro, e che dipende da noi renderlo migliore. Che quei bambini sono i nostri figli, e che meritano il nostro amore. Che quei bambini sono esseri umani e che hanno bisogno della nostra umanità.

Il video di Pietro Cirillo mi ha profondamente colpito per la sua reale visione di cosa rappresenti oggi la guerra per tutti i bambini del mondo, senza distinzione di razza e di nazionalità, perchè i bambini sono solo dei bambini ed è dovere di tutta la comunità internazionale di proteggerli.

Il Progetto Officine Popolari Lucane :
È l’espressione di una ricerca musicale che parte dalla sua terra di origine “La Lucania“, per poi aprire i suoi infiniti orizzonti al nostro Mediterraneo.
Questa magia della tarantella conduce musicisti, artigiani, pittori, scrittori verso sentieri mai percorsi, dove si ritrovano i segni e i volti di una storia millenaria, e nello stesso tempo le pulsazioni di un presente che riguarda soprattutto il confronto e il contatto fra i popoli.
Le Officine Popolari Lucane diventano allora uno strumento di comunicazione, è un segno artistico/musicale che rappresenta naturalmente la nostra origine e la nostra cultura popolare.
Cosa sarebbe un uomo moderno senza una memoria storica del suo passato…
Cosa potrebbe diventare il popolo lucano senza una reale e profonda comprensione del senso degli avvenimenti passati e di una cultura che subisce attacchi sempre più violenti?
Le O.P.L. (Officine Popolari Lucane) vogliono recuperare attraverso la storia e la cultura dei nostri padri la loro eredità e i loro valori e trasmetterli alle generazioni future.
Capire cosa eravamo per stabilire cosa saremo. Visto che le proprie radici rimangono addosso come un marchio di fabbrica, le officine vogliono forgiare legami e ricostruire il senso di un destino comune;
In questa logica si aprono a infinite e preziose collaborazioni con artisti provenienti da altre regioni d’Italia e da tutto il bacino del Mediterraneo.
Un percorso quello delle O.P.L. che si è sviluppato spontaneamente per la reale esigenza di riappropriarci di un segnale musicale in cui riconosciamo le nostre radici, al di fuori di ogni moda esterofila e massificante.
Le officine saranno dei luoghi dove mietere e raccogliere storie, musiche e sentimenti, prodotte e recepite da uomini che si incontrano, che comunicano e che costruiscono un mondo di differenze ramificate.
Luoghi per disinnescare il concetto di ”Lucania come terra negata alla storia e allo Stato”, come tante terre colonizzate del Mediterraneo; luoghi per l’affermazione di uomini non rassegnati ed eternamente pazienti, ma artefici del proprio destino e orgogliosi della loro grande civiltà.

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