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I Vangeli apocrifi: perchè apocrifi?

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I vangeli

I vangeli

di Pompeo Maritati

I vangeli apocrifi sono dei testi antichi che narrano della vita e degli insegnamenti di Gesù, ma che non sono stati accettati dalla Chiesa cattolica come parte del canone biblico. Questi vangeli sono stati scritti da autori diversi, spesso anonimi o attribuiti a discepoli o apostoli, tra il II e il IV secolo dopo Cristo. Essi contengono episodi e dettagli che non si trovano nei quattro vangeli canonici (Matteo, Marco, Luca e Giovanni), e talvolta presentano una visione diversa o eretica di Gesù e del cristianesimo.

Questi testi sono stati considerati eretici o falsi dalla chiesa cattolica, che li ha condannati e proibiti. Ma quali sono le ragioni di questa scelta? E cosa ci dicono i vangeli apocrifi di diverso rispetto ai vangeli canonici?

Innanzitutto, bisogna dire che i vangeli apocrifi sono molto numerosi e diversi tra loro. Alcuni sono molto simili ai vangeli canonici, altri sono molto fantasiosi e contengono episodi strani o miracolosi. Alcuni si concentrano sulla nascita e l’infanzia di Gesù, altri sulla sua passione e morte, altri ancora sulla sua risurrezione e ascensione. Alcuni raccontano le vicende degli apostoli dopo la morte di Gesù, altri le rivelazioni che Gesù avrebbe fatto a discepoli particolari, come Maria Maddalena o Tommaso.

La chiesa ha ritenuto i vangeli apocrifi per diverse ragioni. Una è che molti di questi testi erano legati a movimenti ereticali, come il gnosticismo, che sostenevano dottrine diverse da quelle ortodosse. Per esempio, il gnosticismo negava la divinità di Gesù, la sua incarnazione, la sua morte espiatoria e la sua resurrezione fisica. Inoltre, il gnosticismo sosteneva che la salvezza dipendesse dalla conoscenza segreta (gnosi) che solo alcuni iniziati potevano avere. Queste idee erano in contrasto con il messaggio universale e inclusivo del cristianesimo.

Un’altra ragione è che molti dei vangeli apocrifi erano in contrasto con i vangeli canonici, sia sul piano storico che su quello teologico. Per esempio, alcuni vangeli apocrifi presentavano Gesù come un bambino prodigio che compiva miracoli a suo piacimento, anche per vendetta o per gioco. Altri vangeli apocrifi negavano la verginità di Maria o la sua assunzione in cielo. Altri ancora attribuivano a Gesù insegnamenti contrari alla morale cristiana, come il celibato obbligatorio o il disprezzo per il mondo materiale.

La chiesa ha quindi stabilito quali fossero i vangeli autentici e ispirati da Dio, basandosi su alcuni criteri, come l’apostolicità (cioè il legame con gli apostoli o i loro discepoli), la coerenza (cioè l’armonia con gli altri libri della Bibbia e con la tradizione della chiesa), la cattolicità (cioè l’accettazione da parte delle diverse comunità cristiane) e l’ortodossia (cioè la conformità alla fede cristiana).

I vangeli apocrifi, pur essendo stati rifiutati dalla chiesa, non sono da buttare via. Essi ci offrono uno spaccato della varietà e della ricchezza del cristianesimo primitivo, delle sue domande e delle sue risposte, delle sue sfide e delle sue speranze. Essi ci mostrano anche come i primi cristiani cercavano di approfondire il mistero di Gesù, di capire chi fosse e cosa avesse fatto per noi. Essi ci invitano infine a fare lo stesso, a leggere i vangeli canonici con occhi nuovi e con cuore aperto, per incontrare il vero volto di Gesù e il suo messaggio di salvezza.

Ecco alcuni dei vangeli apocrifi:

Il vangelo di Tommaso, raccoglie 114 detti attribuiti a Gesù, senza narrazione storica.

Questo vangelo non fa parte del canone biblico ufficiale e per molto tempo è stato considerato eretico dalla Chiesa. Ma cosa contiene di così speciale e controverso? E perché potrebbe essere importante per la nostra comprensione del cristianesimo?

Il vangelo apocrifo di Tommaso è stato scoperto nel 1945 in Egitto, insieme ad altri testi gnostici, in una collezione chiamata Biblioteca di Nag Hammadi. Si pensa che sia stato scritto in copto, una lingua derivata dall’egiziano antico, tra il II e il III secolo d.C. Tuttavia, alcuni studiosi ritengono che sia basato su una fonte più antica, forse in aramaico o in greco, che risalirebbe al I secolo d.C. Questo significherebbe che il vangelo apocrifo di Tommaso sarebbe uno dei più antichi documenti cristiani esistenti, e potrebbe contenere insegnamenti autentici di Gesù.

Il vangelo apocrifo di Tommaso si distingue dagli altri vangeli canonici perché non narra la vita, la morte e la resurrezione di Gesù, ma si limita a riportare le sue parole. Queste parole sono spesso enigmatiche, paradossali e provocatorie, e richiedono una lettura attenta e meditativa. Alcune frasi sono simili a quelle che troviamo nei vangeli sinottici (Matteo, Marco e Luca), ma altre sono completamente originali e sorprendenti. Per esempio, Gesù dice: “Chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto” (detto 2), oppure: “Se portate fuori ciò che è dentro di voi, ciò che portate fuori vi salverà. Se non portate fuori ciò che è dentro di voi, ciò che non portate fuori vi distruggerà” (detto 70), o ancora: “Io sono la luce che è sopra tutti. Io sono il tutto. Il tutto è uscito da me e il tutto è tornato a me. Spezzate un legno e io sono lì. Sollevate una pietra e mi troverete lì” (detto 77).

Il vangelo apocrifo di Tommaso rivela una visione del cristianesimo diversa da quella ortodossa, più vicina allo gnosticismo, una corrente religiosa che enfatizza la conoscenza diretta e interiore di Dio. Secondo il vangelo apocrifo di Tommaso, Gesù non è il salvatore che muore per i peccati dell’umanità, ma il maestro che insegna la via della verità e della vita. Questa verità non è dogmatica o istituzionale, ma personale ed esperienziale. Ogni uomo può scoprire dentro di sé la scintilla divina che lo rende figlio di Dio e fratello di Gesù. Il regno di Dio non è un luogo o un tempo futuri, ma una realtà presente e nascosta, che si manifesta a chi ha occhi per vedere e orecchie per ascoltare.

Il vangelo apocrifo di Tommaso ci sfida a riconsiderare le nostre credenze e le nostre certezze sul cristianesimo. Ci invita a cercare Dio non fuori ma dentro di noi, a dialogare con Gesù non come con un’entità esterna ma come con un fratello maggiore, a vivere il regno di Dio non come una speranza ma come una realtà. Che siamo credenti o no, possiamo trovare in questo vangelo una fonte di ispirazione e di saggezza, che ci aiuta a scoprire il senso profondo della nostra esistenza.

Il vangelo di Giuda, descrive il tradimento di Giuda come un atto voluto da Gesù stesso per compiere il suo destino.

Cos’è e perché è così importante? Il vangelo apocrifo di Giuda è uno dei tanti testi antichi che non sono stati inclusi nel canone biblico ufficiale, cioè nella raccolta dei libri riconosciuti come ispirati da Dio dalla Chiesa cristiana. Questi testi sono detti apocrifi, che significa “nascosti” o “segreti”, perché sono stati considerati eretici, falsi o pericolosi per la fede.

Il vangelo apocrifo di Giuda è stato scoperto nel 1978 in Egitto, in una grotta vicino al villaggio di al-Minya. Si tratta di un codice, cioè un libro formato da fogli di papiro cuciti insieme, scritto in copto, una lingua derivata dall’antico egiziano. Il codice contiene quattro testi: il vangelo di Giuda, la lettera di Pietro a Filippo, il primo Apocalisse di Giacomo e un frammento di un altro testo non identificato.

Il vangelo di Giuda è il più lungo e il più importante dei quattro. Si tratta di una narrazione delle ultime settimane della vita di Gesù, dal punto di vista di Giuda Iscariota, il discepolo che lo tradì consegnandolo ai romani. Il testo presenta una visione molto diversa da quella dei vangeli canonici, in cui Giuda è il peggiore dei traditori. Qui, invece, Giuda è l’unico discepolo che capisce veramente chi è Gesù e qual è la sua missione. Gesù gli rivela i misteri del regno divino e lo incarica di liberarlo dal corpo materiale che lo imprigiona. Il tradimento di Giuda, quindi, non è un atto malvagio, ma un gesto d’amore e di obbedienza.

Il vangelo apocrifo di Giuda riflette la dottrina di una corrente religiosa chiamata gnosticismo, che si diffuse nei primi secoli del cristianesimo. Gli gnostici credevano che il mondo materiale fosse opera di un dio malvagio e ignorante, chiamato Demiurgo, e che l’uomo avesse una scintilla divina imprigionata nel corpo. Solo attraverso la conoscenza (gnosis) si poteva liberare la scintilla e raggiungere il vero Dio, al di sopra del Demiurgo. Gesù era considerato il portatore della gnosis, che veniva trasmessa solo a pochi eletti.

Il vangelo apocrifo di Giuda è un documento molto affascinante e stimolante, che ci fa riflettere su come la storia del cristianesimo sia stata influenzata dalle decisioni della Chiesa e dalle lotte tra le diverse correnti religiose. Non possiamo però considerarlo come una fonte storica affidabile, perché è stato scritto molto tempo dopo la morte di Gesù e contiene molte incongruenze e contraddizioni. Inoltre, non dobbiamo dimenticare che anche i vangeli canonici sono frutto di una selezione e di una interpretazione teologica e non sono dei reportage giornalistici.

Se volete approfondire l’argomento, vi consiglio di leggere il libro “Il vangelo proibito” di Herbert Krosney e Rodolphe Kasser, che racconta la storia della scoperta e della traduzione del codice.

Il vangelo di Maria Maddalena, attribuisce a Maria un ruolo di discepola prediletta e di guida spirituale per gli altri apostoli.

Si tratta di un testo antico, scritto in lingua copta nel secondo secolo dopo Cristo, che ci racconta alcuni insegnamenti segreti che Gesù avrebbe rivelato solo a Maria, la sua discepola prediletta. Questo vangelo è stato ritrovato in Egitto nel 1896, ma purtroppo è incompleto: mancano le prime sei pagine e altre quattro nel mezzo. In questo vangelo si mette in evidenza il ruolo di Maria Maddalena come portatrice di una sapienza superiore, che gli altri apostoli non riescono a capire o accettare. Solo Levi, cioè Matteo, la difende e la riconosce come degna di fiducia. Il vangelo apocrifo di Maria Maddalena ci offre una visione diversa del cristianesimo, più vicina allo gnosticismo, una corrente filosofica che sosteneva l’esistenza di una conoscenza nascosta e riservata ai pochi eletti. Secondo questo vangelo, Gesù avrebbe insegnato a Maria il modo di liberarsi dalla materia e dalle sue passioni, per raggiungere l’unità con il Padre.

Il vangelo descrive anche il viaggio dell’anima dopo la morte, che deve superare sette potenze che la ostacolano. Questo vangelo è molto interessante perché ci mostra un aspetto diverso della figura di Maria Maddalena, spesso ridotta a una peccatrice pentita o a una moglie segreta di Gesù. Invece, qui la vediamo come una donna forte, saggia e amata dal Maestro, capace di trasmettere il suo messaggio agli altri. Se volete approfondire questo tema, vi consiglio di leggere il testo integrale del vangelo apocrifo di Maria Maddalena, che potete trovare online o in libreria.

Il vangelo di Pietro, narra della passione e della resurrezione di Gesù con elementi fantastici e miracolosi.

Si tratta di uno scritto che narra la passione, la morte e la resurrezione di Gesù dal punto di vista dell’apostolo Pietro, ma che presenta alcune differenze rispetto ai vangeli canonici. Per esempio, in questo vangelo si dice che Gesù non soffrì sulla croce, ma che il suo corpo era solo un’immagine, e che la sua voce uscì dal cielo dicendo: “Mia potenza, mia potenza, tu mi hai abbandonato”. Inoltre, si racconta che quando il sepolcro fu aperto da due angeli, ne uscì una croce parlante che rispose alla domanda degli angeli: “Hai predicato a quelli che dormono?”.

Questo vangelo è considerato apocrifo, cioè non autentico e non ispirato da Dio, dalla maggior parte delle Chiese cristiane e fu scoperto solo nel 1886 in Egitto. Si pensa che sia stato scritto tra il II e il III secolo da una comunità gnostica, una corrente religiosa che sosteneva di avere una conoscenza segreta e superiore della verità. Il vangelo apocrifo di Pietro ci offre una testimonianza alternativa e provocatoria della vita di Gesù, che ci invita a riflettere sulle origini e sulla diversità del cristianesimo. Se volete approfondire questo argomento, vi consiglio di leggere il testo integrale, che trovate facilmente online, e di confrontarlo con i vangeli canonici. Fatemi sapere cosa ne pensate nei commenti!

Il vangelo dell’infanzia di Gesù, racconta episodi della fanciullezza di Gesù, mostrandolo come un bambino prodigioso ma anche capriccioso.

Si tratta di un testo antico che racconta episodi della vita di Gesù da bambino, che non sono presenti nei vangeli canonici. Questo vangelo è considerato apocrifo, cioè non autentico e non ispirato da Dio, dalla Chiesa cattolica e dalle altre confessioni cristiane. Tuttavia, esso ci offre una visione diversa e curiosa di come alcuni cristiani dei primi secoli immaginavano l’infanzia del Figlio di Dio.

Il vangelo apocrifo di infanzia di Gesù è composto da due parti: la prima, detta anche Protoevangelo di Giacomo, narra la nascita e l’infanzia di Maria, la madre di Gesù, e le vicende legate alla concezione verginale e alla nascita miracolosa di Gesù. La seconda parte, detta anche Vangelo dello Pseudo-Matteo, si concentra sulla fuga in Egitto della Sacra Famiglia e sul ritorno in Palestina, descrivendo vari miracoli e prodigi compiuti da Gesù da bambino.

Alcuni episodi sono molto singolari e sorprendenti, come quello in cui Gesù modella dodici uccelli d’argilla e li fa volare via con un soffio, o quello in cui Gesù guarisce il figlio di un drago che lo aveva morso, o ancora quello in cui Gesù fa crescere una palma per far cadere i suoi frutti a Maria. Altri episodi sono invece più inquietanti e mostrano un lato oscuro e vendicativo di Gesù, come quello in cui Gesù maledice un bambino che lo aveva urtato facendolo cadere, o quello in cui Gesù acceca gli insegnanti che volevano istruirlo, o quello in cui Gesù fa esplodere la testa di un serpente che lo aveva attaccato.

Questi racconti ci fanno capire come alcuni cristiani cercavano di riempire i vuoti storici e teologici lasciati dai vangeli canonici, attribuendo a Gesù una natura divina fin dalla nascita e una potenza miracolosa senza limiti. Essi ci mostrano anche come alcuni cristiani interpretavano la figura di Gesù in modo diverso da quello ufficiale, enfatizzando aspetti più umani e problematici della sua personalità. Il vangelo apocrifo di infanzia di Gesù è quindi una fonte preziosa per conoscere la storia e la spiritualità del cristianesimo primitivo, ma anche una lettura affascinante e stimolante per chi ama le storie misteriose e fantastiche.

I motivi per cui questi vangeli sono ritenuti apocrifi, cioè nascosti o falsi, sono vari. Alcuni sono stati scritti troppo tardi rispetto agli eventi narrati, e quindi non hanno valore storico. Altri sono stati influenzati da dottrine eterodosse, come il gnosticismo o il docetismo, che negavano l’umanità o la divinità di Gesù. Altri ancora sono stati rifiutati dalla Chiesa perché contrastavano con la tradizione apostolica o con la fede ortodossa.

I vangeli apocrifi, pur non essendo fonti attendibili per la conoscenza storica di Gesù, sono comunque interessanti per la comprensione della diversità e della ricchezza del cristianesimo primitivo. Essi ci mostrano come i primi cristiani cercavano di interpretare e trasmettere il messaggio di Gesù, e come si confrontavano con le sfide culturali e religiose del loro tempo.

Bibliografia:

  • I vangeli apocrifi. Introduzione e testi, di Marcello Craveri.
  • I vangeli perduti. La verità sui vangeli apocrifi, di Bart D. Ehrman.
  • I vangeli segreti. La storia dei vangeli apocrifi dal I al IV secolo, di Pier Franco Beatrice.
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