La fenomenologia cos’è in definitiva?
di Stefano Salierni
Alcuni giorni in una gioiosa discussione tra colleghi provenienti da disparate discipline scientifiche, è venuta fuori la Fenomenologia. La cosa mi ha particolarmente attratto anche per la competenza di coloro che avevano iniziato a parlarne. Non sono un filosofo, chiariamolo subito, ma la filosofia è il mio hobby, oramai da qualche decennio leggo solo filosofia. Non so quanto sia riuscito a capirne, però a me piace moltissimo e appartengo a quella schiera di persone che vorrebbero vedere inserita la filosofia, quale materia di studio obbligatoria in tutti i ciclo di studio superiori.
Ho accolto con piacere l’invito della vostra Rivista che trovo alquanto interessante e spero che questo mio breve scritto sulla Fenomenologia possa essere gradito e sufficientemente adeguato alla vostra linea editoriale per essere pubblicato.
La fenomenologia è una corrente filosofica che si occupa di studiare i fenomeni, cioè le manifestazioni della realtà alla coscienza. La fenomenologia nasce con Edmund Husserl, che la intende come una scienza rigorosa basata sull’intuizione e sull’analisi delle essenze. Husserl sostiene che la coscienza è sempre intenzionale, cioè diretta verso un oggetto, e che per conoscere la verità bisogna mettere tra parentesi le presupposizioni e le opinioni sul mondo esterno. La fenomenologia di Husserl è detta trascendentale perché si pone al di sopra di ogni esperienza particolare e cerca le condizioni universali della conoscenza. Tra i principali esponenti della fenomenologia trascendentale ci sono Max Scheler, che approfondisce il tema dei valori, e Maurice Merleau-Ponty, che esplora il rapporto tra corpo e percezione.
La fenomenologia ha avuto anche sviluppi diversi da quello husserliano, come la fenomenologia realista e la fenomenologia esistenziale. La fenomenologia realista si propone di descrivere i fenomeni come sono in sé, senza rinunciare alla realtà esterna. Tra i rappresentanti di questa corrente ci sono Adolf Reinach, che si occupa di logica e linguaggio, e Roman Ingarden, che si dedica all’estetica e all’ontologia. La fenomenologia esistenziale, invece, si concentra sull’esistenza umana concreta e sulle sue modalità di essere nel mondo. Tra i filosofi che aderiscono a questa prospettiva ci sono Martin Heidegger, che interpreta l’esistenza come un progetto aperto verso il futuro e segnato dall’angoscia della morte, Jean-Paul Sartre, che enfatizza la libertà e la responsabilità dell’uomo in una situazione priva di senso, e Emmanuel Lévinas, che pone al centro l’etica della relazione con l’altro.
La fenomenologia, pertanto, è una corrente di pensiero che si occupa dello studio dell’esperienza vissuta, ovvero di come le cose appaiono alla coscienza umana. Oltre che alla filosofia, la fenomenologia può essere accostata ad altre discipline che si interessano dei fenomeni della vita, come la psicologia, la sociologia, la pedagogia e l’antropologia. Queste discipline, infatti, si basano sull’analisi dei modi di essere e di agire degli individui e dei gruppi sociali, cercando di cogliere il senso e il significato delle loro esperienze. La fenomenologia, quindi, offre un metodo e una prospettiva per esplorare la realtà umana in tutte le sue sfaccettature, senza ridurla a schemi astratti o a leggi universali.
Fonti:
– Fenomenologia – Wikipedia
– Che cos’è la fenomenologia? – Spiegato
– Fenomenologia dello spirito – Wikipedia